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Applicazioni cloud native e modernizzazione applicativa: strategie di adozione nel Finance

La modernizzazione dei processi e l’evoluzione digitale dei servizi finanziari e assicurativi (FSI) italiani passa attraverso l’adozione del cloud e delle nuove applicazioni cloud native. Ne parliamo con l’esperto Ivan Scarcipino, manager di Storm Reply

Pubblicato il 05 Mag 2021

applicazioni cloud native

Finanza e assicurazioni sono tra gli ambiti d’impresa più sollecitati dalla trasformazione digitale, e oggi in corsa per aggiornare processi interni e rapporti con i clienti attraverso il cloud e le moderne applicazioni cloud native. Strumento per la flessibilità e l’innovazione dell’IT, il cloud è maturo per sostenere e rendere più competitive le aziende di questo settore, come già sperimentato in grandi società di utility, gestori telefonici, di produzione e retail. “Questo attraverso l’adozione di servizi Saas, Iaas, Paas, applicazioni cloud native o reingegnerizzate per operare in ambienti IT ibridi con i vantaggi delle metodologie di continuous development e continuous integration a supporto dell’innovazione continua”, spiega Ivan Scarcipino, responsabile del team FSI di Storm Reply.

Managed service provider di lungo corso e partner di AWS su grandissimi progetti (in realtà come Enel, Edison, ST-Microelectronics e Vodafone) Storm Reply ha costituito un team di esperti focalizzato nel settore finanziario (FSI, ndr) impegnato su diversi progetti presso banche, assicurazioni e centri servizi IT bancari. Una decisione che si accompagna la messa in funzione da parte di AWS di un data center basato in Italia per l’erogazione di servizi in cloud in conformità con le linee guida EBA, PCI DSS e altre richieste dal settore.

foto Ivan Scarcipino
Ivan Scarcipino, responsabile del team FSI di Storm Reply

L’adozione del cloud e delle applicazioni cloud native in banche e assicurazioni

L’adozione del cloud e delle applicazioni cloud native nel settore finance italiano è un percorso a due velocità. “Le assicurazioni si sono mosse prima delle banche nei progetti di modernizzazione applicativa grazie alle forti spinte internazionali – spiega Scarcipino –. Le banche sono rimaste indietro, complici le difficoltà nel cambiare i processi e di muoversi in un complesso ambito regolamentare”. L’adozione del cloud è infatti accompagnata dal cambiamento di molti processi: “Richiede interventi a livello dell’organizzazione, della gestione dei contratti, dei dati e della security – precisa Scarcipino –. Aspetti che prevalgono sulle problematiche d’ordine puramente tecnologico”.

Banche e assicurazioni conoscono oggi molto bene i vantaggi del cloud, non soltanto per ospitare le proprie virtual machine in un data center esterno: “Mentre Iaas rimane ancora una scelta valida, vediamo crescente interesse per le funzionalità serverless messe a disposizione dai cloud service provider, per l’uso di componenti containerizzate, di microservizi, così come per l’utilizzo di applicazioni analitiche in cloud – precisa Scarcipino –. Le architetture di Datalake centralizzati e analytics in cloud si prestano molto bene alla creazione di ambienti centralizzati e sicuri nei quali aggregare le informazioni che si vogliono rendere accessibili a clienti privati, fornitori e consorzi”. L’interesse per l’impiego strutturale del cloud ibrido e delle applicazioni cloud native accompagna la creazione dei layer di API per l’integrazione dei servizi di open banking previsti dalla direttiva PSD2 oltre che per l’accesso degli utenti con le app mobili.

Perché oggi è più facile usare il cloud per l’innovazione della banca

L’adozione del cloud nell’ambito bancario italiano ha visto crollare un muro dall’inizio del 2020 con l’annuncio, da parte di Banca Progetto di aver iniziato un percorso di trasformazione architetturale e innovazione con AWS che comprende l’adozione di servizi di machine learning per automatizzare operazioni finanziarie e migliorare le applicazioni web e mobile rivolte ai clienti. Questo in conformità con le normative BCE e della Banca d’Italia ricevendo inoltre da quest’ultima l’autorizzazione a esternalizzare l’intera infrastruttura tecnologica. “L’approvazione da parte degli organi regolamentali è un passo importante che segna una strada in discesa per l’adozione del cloud nell’ambito bancario”, spiega Scarcipino.

È significativo il lavoro che è stato fatto sui fronti della continuità operativa, sicurezza e controllo degli ambienti ibridi: “C’è oggi, per esempio, la capacità di supportare l’integrazione con i sistemi di gestione di rete, firewall, load balancing e di contrasto ai DDoS (Distributed Denial of Service) già in uso presso il data center della banca – precisa Scarcipino –. Questo permette di usare le applicazioni in cloud con le stesse prerogative di sicurezza dell’on premise in conformità con i dettati di EBA e Banca d’Italia”.

Il cloud offre grandi benefici nel provisioning delle risorse: “Facilitando il time-to-market di servizi innovativi, così come l’accesso molto rapido a grandi capacità di capacità di calcolo richieste dall’high performance computing (HPC), alla blockchain e ad elaborazioni avanzate con AI/ML”, continua Scarcipino. Sul fronte dei costi, l’impiego del cloud permette di non dover investire risorse infrastrutturali in progetti temporanei o di cui non si conosce l’esito. “Poter quindi fallire e ripartire su nuovi progetti minimizzando l’impatto economico. Il controllo dei costi è un ingrediente fondamentale della strategia di cambiamento che porta al cloud, presente sia nel rollout dei piani sia nel monitoraggio e gestione delle logiche pay-as-you-go dei servizi”.

La strategia per ottenere vantaggi dal cloud e dalle applicazioni cloud native

Per avvantaggiarsi del cloud e delle applicazioni cloud native serve una buona strategia. Il workflow della “cloud adoption” messo a punto da Storm Reply comincia dall’analisi delle esigenze e della business motivation verso il cambiamento. “Si articola quindi nella definizione di una roadmap che a partire dalle valutazioni d’impatto sui processi e sulla governance approda alla parte operativa, con le migrazioni su applicazioni cloud native e l’adozione di moderni approcci cloud first e multicloud”, spiega Scarcipino. Storm Reply si avvale di un framework metodologico sviluppato sui grandi progetti di cloud adoption: “Abbiamo radicata esperienza sull’approccio metodologico strategico, disegniamo architetture cloud agnostiche che poi avranno la loro implementazione tecnica sul cloud AWS”.

A detta dell’esperto, i cambiamenti per adottare cloud e applicazioni cloud native sono meno complessi sul piano tecnologico di quando non lo siano a livello dei processi e dell’organizzazione. “Per questo serve la creazione di un team temporaneo interno ‘Cloud Center of Excellence’ che lavori alle linee guida al cambiamento, alla formazione delle persone e alla governance”, precisa Scarcipino. Il team deve aiutare la redazione dei contratti con i service provider, con contenuti, SLA, tipologie di servizio e modalità di provisioning del tutto nuove. “Nella nostra esperienza, l’adozione del cloud e delle applicazioni cloud native deve essere avviata parallelamente all’onboarding di competenze di processo e tecnologiche che sono utili al cambiamento”. Dal lato IT, il cambiamento può tradursi nella necessità di adottare moderni modelli di cloud ibrido, migrazioni da mainframe a open system, refactoring delle applicazioni legacy e altre trasformazioni architetturali che sono nelle competenze Reply.

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