Aruba rinnova e raddoppia il proprio impegno con Ducati nel Campionato Mondiale Superbike 2016. “A un anno dall’inizio della sponsorship pensata per avere visibilità internazionale – ha commentato Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba – il bilancio è positivo. Ottimi i ritorni dal punto di vista televisivo e della stampa specializzata nonché le occasioni di incontro con clienti e con altri fornitori di soluzioni IT complementari alle nostre che la sponsorship abilita. Per questo, quest’anno abbiamo deciso di schierare anche l’Aruba.it Racing – Junior Team per partecipare al Campionato Superstock 1000 Fim Cup”.
Cecconi è poi passato a ricordare i risultati ottenuti dall’azienda. In particolare, il Gruppo sta ottenendo importanti riscontri dal punto di vista delle registrazioni del .cloud, il dominio che Aruba ha ottenuto nel novembre 2014 battendo realtà come Amazon, Google e Symantec.
L’azienda italiana, fornitore di servizi di web hosting, e-mail, Pec e registrazione domini, ha infatti comunicato che la sua controllata, .cloud Registry, ha già completato, grazie alla sua rete mondiale di Registrar accreditati, circa 50mila registrazioni di domini .cloud.
“Durante la fase di Sunrise [il periodo che precede la libera registrazione delle nuove estensioni da parte del grande pubblico, riservata solo ai possessori di un marchio registrato ndr], tutti i più noti brand al mondo hanno optato – e pagato, ci tiene a sottolineare Cecconi – per un dominio .cloud, tra questi Intel, Apple, Visa, Amazon, Bosch, Cisco, Ibm, Microsoft, Facebook, Twitter, Vodafone eccetera. Quest’anno – ha aggiunto Cecconi – il marchio .cloud compare anche in pista, è infatti un fattore fondamentale della nostra strategia di internazionalizzazione”.
La società aretina raccoglie inoltre i risultati relativi ad Aruba Business, la divisione dedicata al canale. In seguito al boom avvenuto subito dopo il lancio (che ha contato circa 200 domande di partnership a settimana) nei sei mesi che sono seguiti sino a oggi, l’interesse è stato confermato e, in particolare, i reseller di hosting stanno inviando all’azienda numerose richieste di trasferimento di servizi. “Abbiamo colmato una lacuna” afferma Cecconi, che aggiunge: “Forse, considerando come Aruba Business è stata recepita, avremmo potuto prendere prima la decisione di creare una divisione dedicata al canale. Pensavamo infatti che gli operatori di canale avessero già una loro offerta, invece molto spesso non è così”.
Guardando al prossimo futuro, la società ha in previsione di rafforzare la propria posizione in Italia e nel mondo, con un data center a Bergamo, da un lato, e nuove strutture in Europa centrale e in Usa, dall’altro, inizialmente per offrire servizi alle società italiane che sono andate all’estero e, in seguito, per le realtà internazionali.