Proteggere i dati creati sulla nuvola per molte aziende non è prioritario. Ma non è così.
Gli esperti, infatti, pongono l’attenzione su aspetti fondamentali della governance e della sicurezza, rivelando i falsi miti relativi al backup cloud-to-cloud.
Ecco dunque i migliori consigli per far sì che i dati aziendali non corrano alcun rischio e la governance cavalchi l’innovazione senza perdere un bit. Di seguito ecco le 5 cose da sapere quando si parla di back up cloud-to-cloud.
A partire dal primo falso mito che sul cloud non sia necessario pensare a un backup.
1) Sul cloud non è necessario fare il backup: falso
È facile presumere che nell’ambito dello Storage as a Service saranno i fornitori a garantire il backup dei dati. In realtà questo non è affatto scontato, per cui rispetto alle SLA, gli esperti suggeriscono di controllare bene nel contratto le condizioni.
Spesso, infatti, i provider creano copie di backup per finalità di servizio interne, che possono non coincidere con quelle dell’azienda committente. Può capitare così, che in certe situazioni il fornitore non sia in grado oppure non voglia ripristinare i dati per la singola organizzazione che ne fa richiesta. Nel caso lo facciano, il ripristino dei dati può essere motivo di un addebito di costo aggiuntivo. Nella maggior parte dei casi, le aziende è preferibile chiarissero prima i criteri di protezione dei propri dati su cloud prescelto.
2) Sul cloud è sufficiente un generico contratto di backup: falso
Se un’azienda per ottimizzare il data center si sposta sul cloud, le sarà sufficiente sottoscrivere un abbonamento di backup. È vero che se si tratta di software di backup on-premise, è possibile acquistare un unico prodotto in grado di fornire tutto il backup dei dati necessario a un’organizzazione (anche se potrebbe essere necessario add-on per applicazioni specifiche).
Quando si parla di protezione dei dati in cloud, invece, potrebbe essere necessaria una varietà di prodotti specifici e dedicati. Gli esperti tendono a sottolineare che, quando si tratta di SaaS, un servizio di backup basato su cloud si va a concentrare su un prodotto specifico come, ad esempio, Salesforce o Office 365. Di conseguenza, potrebbe essere necessario gestire più prodotti di backup contemporaneamente.
3) Sul cloud la frequenza dei backup è pari a quella locale: falso
Quando un’organizzazione sottoscrive un contratto per un servizio in cloud, i responsabili tendono a credere che sia possibile ottenere la stessa frequenza di backup che si ha con le applicazioni in locale. Negli ambienti locali, gli amministratori dei backup dei dati si basano su un criterio di protezione dei dati continua e, ragionando per analogia, ritengono che sia così anche per i backup dei dati in cloud.
In realtà, molte applicazioni di backup dei dati cloud-to-cloud effettuano la sincronizzazione dei dati solo una volta al giorno. È bene saperlo se si vuole potenziare la sicurezza dei dati in cloud per determinate tipologie di informazioni di tipo mission critical.
4) Sul cloud la protezione dei dati è completa: falso
È convinzione diffusa ritenere che le applicazioni di backup cloud-to-cloud offrano una protezione completa. Al contrario, ribadiscono gli esperti, in molti casi sussistono delle lacune nella copertura offerta dalle applicazioni di backup cloud-to-cloud. Alcuni strumenti di backup di Office 365, ad esempio, possono omettere i siti di SharePoint o le discussioni Yammer.
Il che significa che la pervasività del cloud non deve essere data per scontata. Il che riporta il discorso alle sue fondamenta: nel contratto, assicuratevi di aver definito tutti gli aspetti di copertura dei dati che volete siano garantiti.
5) Sul cloud il processo di configurazione dei back up è noioso: falso
L’ultimo mito da sfatare è ritenere che la configurazione iniziale del backup sul cloud sia un’operazione noiosa. In realtà l’operazione è necessaria, quindi non ha senso lamentarsi. A cambiare, rispetto al passato, è l’aproccio: un tempo, per configurare la protezione cloud-to-cloud si procedeva su una base che teneva conto di ogni singolo utente. Per fortuna, le cose sono migliorate e la maggior parte dei servizi di backup dei dati cloud-to-cloud non richiedono più un simile processo di configurazione, velocizzando così la governance.