Una prima nota positiva: la spesa IT nelle aziende italiane non è in crollo verticale. Secondo una ricerca di IDC, nel 2013 il 15% dei rispondenti prevede una crescita degli investimenti, il 53% ipotizza investimenti stazionari e il 32% investimenti in calo.
Dov’è la nota positiva? Che nel 2011 era ben il 53% ad avere budget in calo (il 33% nel 2012).
Insomma, siamo ancora pesantemente nel tunnel, ma qualche flebile, fioca luce all’orizzonte si intravede.
Dall’analisi di IDC emerge un dato interessante: una correlazione positiva fra chi ha iniziative Cloud in azienda e chi investe in ICT. “Non possiamo dire se ci sia una relazione di causa/effetto – spiega Fabio Rizzotto, IT Research & Consulting Director di IDC Italia – ma questa correlazione indubbiamente c’è”.
Detto in altre parole, chi investe di più in ICT ha mediamente qualche progetto Cloud in azienda.
Le priorità di investimento
Le 3 priorità di investimento fra i CIO sono il miglioramento della qualità dei servizi IT, l’integrazione di sistemi IT eterogenei e la sicurezza.
Questa classifica però cambia leggermente se andiamo a considerare solamente le aziende che hanno delle iniziative Cloud in ballo.
In questo caso, al primo posto troviamo sì il miglioramento della qualità dei servizi IT, ma al secondo posto balza l’allineamento fra IT e processi di business e il terzo posto se lo giocano 3 attività: aumento delle competenze dello staff IT, integrazione di sistemi IT eterogenei e sicurezza.
Leggendo in modo diverso i dati, si può ipotizzare che le aziende che investono nel Cloud hanno un approccio “strategico” alla tematica IT, con iniziative che riguardano il “cuore” dell’Information Technology (miglioramento della qualità dei servizi IT, skill, allineamento col business).
I percorsi di sviluppo del Cloud
La ricerca IDC ha evidenziato anche alcuni percorsi di sviluppo del Cloud che le aziende stanno portando avanti.
Considerando che la maggior parte dei workload sul Cloud riguardano l’email e il backup, si vedono ormai strade ormai consolidate: chi parte dall’email, sposterà poi sul Cloud i workload relativi alla web conference, al document management e al CRM/ERP.
Chi parte dallo storage/backup passa poi all’email e a seguire document management, web conferencing e CRP/ERP.
Resta comunque il fatto che non sono molte le aziende che usano il Cloud ad esempio per le Analytics o come ambiente per lo sviluppo delle applicazioni.
“Tipicamente il Cloud non si ferma a un’area, ma c’è un’apertura continuativa verso altri ambiti” spiega Rizzotto. “Il Cloud è in divenire e coinvolge l’intero ecosistema dove emerge con forza il profilo non tecnologico del paradigma Cloud che proietta l’IT più dentro l’azienda, supporta i cambiamenti organizzativi e contribuisce a liberare risorse, pur essendo driver di spesa. Da viaggio verso il Cloud si va verso un’esperienza in Cloud”.