Cloud, i 5 errori da evitare

Indubbiamente quest’anno il Cloud computing è destinato ad assumere un’importanza più incisiva nell’ambiente enterprise.   I CIO si sono…

Pubblicato il 08 Mag 2012

Indubbiamente quest'anno il Cloud computing è destinato ad
assumere un'importanza più incisiva nell'ambiente
enterprise.
I CIO si sono convinti che, se implementato
correttamente, il Cloud computing può migliorare sensibilmente
l'agilità e la produttività dell'azienda
,
riducendo allo stesso tempo i costi dell'infrastruttura.
Nell'arco dei prossimi uno o due anni le società, sia grandi
che piccole, trasferiranno parti importanti delle loro attività
operative in ambiente Cloud.
Eppure, anche se ogni azienda vuole prendere parte
all'operazione Cloud, non tutte otterranno i risultati che
desiderano. Di seguito i cinque principali errori da
evitare:
1.
Non scegliere il modello di Cloud giusto
Le aziende che decidono di passare al Cloud possono scegliere tra
Cloud pubblici, Cloud privati, Cloud di community o Cloud ibridi.
  • Cloud pubblico: è di proprietà di un
    provider di servizi Cloud ed è reso disponibile al pubblico su
    base multi-tenant (ovvero un’architettura dove una
    singola istanza dell’applicazione serve più clienti) e
    pay-as-you-use.
  • Cloud privato: è di proprietà e implementato
    da un'organizzazione per uso interno come unico tenant.
  • Cloud di community: è condiviso
    collettivamente da un insieme di tenant, spesso appartenenti
    allo stesso settore.
  • Cloud ibrido: include i precedenti modelli di
    implementazione del Cloud descritti e consente di trasferire
    facilmente applicazioni e dati da un Cloud a un altro.
Ogni tipo di implementazione Cloud offre vantaggi specifici.
I fattori da considerare prima dell'adozione sono la
criticità per l'attività aziendale delle applicazioni che
l'azienda prevede di trasferire nel Cloud, i problemi
normativi, i livelli di servizio richiesti, i modelli di utilizzo
per i carichi di lavoro e quale dovrà essere il livello di
integrazione dell'applicazione con le altre funzionalità
aziendali.
2.
Non integrare la sicurezza del Cloud nelle policy di
sicurezza dell'azienda

Le politiche di sicurezza dell’ambiente Cloud e
dell'azienda devono essere integrate. Anziché creare una
nuova policy di sicurezza per il Cloud, è necessario estendere
quella esistente in modo da supportare questa piattaforma
aggiuntiva.

Per modificare la policy per il Cloud, è necessario considerare
fattori analoghi: dove sono archiviati i dati, come sono protetti
i dati, chi ha accesso ai dati, la conformità alle normative e i
contratti di servizio (SLA) da rispettare.
Se sviluppata correttamente, l'adozione del Cloud
computing può rappresentare un'opportunità per migliorare
la politica e l'approccio di sicurezza in generale
.
3.
Fare affidamento sulla sicurezza del provider di servizi
basati su Cloud
Evitare di presupporre che i dati siano automaticamente protetti
perché si utilizza un provider di servizi. È necessario
effettuare un'analisi approfondita della tecnologia e dei
processi di sicurezza del provider e verificare in che modo viene
implementata la sicurezza dei dati dei clienti all'interno
dell'infrastruttura del provider. In particolare, sarà
opportuno verificare:
  • Trasportabilità di dati e applicazioni: il provider
    consente di esportare nel Cloud le applicazioni, i dati e i
    processi esistenti? Si possono reimportare con la stessa
    facilità?
  • Sicurezza fisica del data center: in che modo il
    provider di servizi protegge i propri data center fisici? Usa
    data center SAS 70 Type II e quale è il livello di formazione
    e competenze degli operatori del data center?
  • Sicurezza di accesso e operazioni: in che modo il
    provider controlla l'accesso alle apparecchiature fisiche?
    Chi può accedere a tali apparecchiature e come vengono
    gestite?
  • Sicurezza del data center virtuale: l'architettura
    del Cloud è fondamentale per l'efficienza. Verificare in
    che modo è strutturata l'architettura dei singoli
    componenti, ad esempio i nodi di elaborazione, i nodi di rete e
    i nodi di archiviazione, e come sono integrati e protetti.
  • Sicurezza di dati e applicazioni: per poter
    implementare le proprie politiche, la soluzione Cloud deve
    consentire ai clienti di definire gruppi, ruoli con controllo
    di accesso granulare basato sui ruoli, criteri adeguati per le
    password e crittografia dei dati (sia in transito che
    archiviati).
4.
Ritenere di non essere più responsabili della sicurezza
dei dati
Non pensare che l'outsourcing dei propri sistemi o
applicazioni significhi rinunciare alla responsabilità per
quanto riguarda la violazione dei dati. Alcune PMI hanno questa
idea sbagliata, ma è necessario comprendere che la propria
azienda è ancora responsabile dell'integrità dei dati nei
confronti di clienti e di altre parti interessate. In breve, è
il CEO che rischia di essere legalmente chiamato in causa, non il
provider di servizi Cloud.
5.
Non conoscere le leggi locali
I dati che risultano sicuri in un paese potrebbero non esserlo in
un altro. In molti casi, tuttavia, gli utenti dei servizi Cloud
non sanno dove sono conservati i propri dati.
Attualmente, in un processo di armonizzazione delle leggi
riguardanti i dati degli stati membri, l'Unione Europea
favorisce una forte protezione della privacy, mentre le leggi
americane, come la US Patriot Act, conferiscono al governo e ad
altre agenzie poteri praticamente illimitati per l'accesso ai
dati delle aziende.
Alcuni consigli: è opportuno sapere sempre dove si trovano i
propri dati (se necessario, archiviarli in più luoghi); deve
essere garantita la possibilità di poter accedere ai propri
dati; il provider di servizi dovrà inoltre essere in grado di
far scegliere al cliente dove preferisce conservare i suoi dati.
Il concetto fondamentale è che l'adozione della
tecnologia Cloud deve essere accompagnata da procedure atte a
mitigare i rischi
e le aziende sono tenute a pianificare
e ad attenersi a queste procedure fin dall'inizio, in modo da
massimizzare gli investimenti effettuati in tecnologia Cloud.

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