DUBLINO – Il Convention Center della capitale irlandese, un edificio tutto vetro e acciaio che sorge accanto ai bacini di carenaggio del vecchio porto, ha ospitato dal 18 al 21 novembre Net-App Insight 2013, appuntamento annuale di NetApp per esporre ai partner europei le proprie strategie d’offerta. La prima cosa da dire sull’evento in sé è la partecipazione: 2.300 persone per un incontro rigorosamente dedicato ai partner tecnologici (niente utenti, niente partner commerciali, niente analisti e solo una pattuglia di 15 giornalisti) sono un risultato davvero notevole. Indice dell’allargamento di un’offerta che negli ultimi tempi si è estesa a soluzioni di storage e data management in ambito cloud e di software defined data center, con aumento delle partnership tecnologiche coinvolte, e della fiducia che questa strategia riscuote presso chi sceglie di investirvi le proprie capacità.
Nell’area infrastrutturale, mentre l’offerta FlexPod (vedi correlata a lato dal titolo “Data Center: semplicità di gestione e massima efficienza”) continua ad avere successo, avendo raggiunto al terzo anno di vita 3.200 utenti, sono state annunciati tre nuovi prodotti “All Flash”, cioè a tecnologia a stato solido. Si tratta delle serie E2700, tre modelli fino a 240 Terabyte, E5500, tre modelli che con varie combinazioni di Ssd arrivano fino a ben 1,5 Petabyte, e del nuovissimo E550. Mentre i primi due sono disegnati per offrire un ottimo rapporto prezzo/prestazioni in ambito San, il flash array E550 è concepito per applicazioni che richiedono tempi di latenza inferiori al millisecondo. Con una capacità raw di 96 Tb in doppio rack offre più di 400 mila I/O al secondo e un throughput sino a 12 Gbps.
Ma è soprattutto la strategia cloud a focalizzare le iniziative NetApp. “Siamo in una fase – ha detto Matt Watts, Technology & Strategy Emea Director – dove più che la tecnologia è la stessa It a cambiare nei suoi compiti e ruoli. E ciò le apre la possibilità, bilanciando costi, rischi e opportunità, di creare valore in ogni organizzazione”. In quest’ottica lo storage cloud-based porta un grande valore in flessibilità operativa: “Muovere i carichi di lavoro e le applicazioni – osserva Watts – non è difficile; la vera sfida è muovere i dati”. Il concetto della proposta NetApp è tanto semplice quanto ambizioso: integrare risorse pubbliche nel cloud privato mantenendo il controllo dell’insieme e realizzare in tale ambiente ibrido una piattaforma storage in grado di servire in modo condiviso su cloud pubblico quanti più carichi di lavoro possibili, lasciando al cloud privato quelli che esigono risorse speciali. Ciò si può fare a patto che cloud pubblico e privato adottino per lo storage lo stesso ambiente, cioè la NetApp Universal Data Platform basata su Ontap, sistema operativo per lo storage di NetApp. Per quanto Ontap sia il sistema operativo storage oggi più diffuso nel mondo (dati Idc) chiediamo a Watts su cosa conti perché, oltre a Verizon (con il quale è in partnership) sia adottato da ogni cloud provider. La risposta è semplice: “L’idea di muovere dati con facilità offre all’utente vantaggi tali che saranno loro a chiedere che il provider adotti la nostra piattaforma”. Il che è certamente probabile, tanto che sono già circa 300 i fornitori che offrono servizi cloud su NetApp Udp.