Indagini

Cloud nella PA: avanti adagio

Solo il 35% degli enti sta usando servizi di cloud pubblico e il 41% quelli di cloud privato. Ma il vero problema è il coordinamento dei progetti. Le Regioni si stanno muovendo sia sul lato infrastrutturale che applicativo. Indietro invece province e comuni. L’analisi dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service

Pubblicato il 26 Nov 2013

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Una più ampia diffusione del cloud presso la PA, attraverso progetti coordinati tra loro, potrebbe avere ripercussioni molto positive sull’efficienza e sulla razionalizzazione dei costi.

Questo è il messaggio che arriva dal convegno “Il Cloud per la PA: alla ricerca di una strategia condivisa” che si è tenuto a Roma nei giorni scorsi.

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a service della School of Management del Politecnico di Milano, ad oggi, tra gli enti pubblici italiani, solo il 35% sta usando servizi di cloud pubblico e solo il 41% quelli di cloud privato: un livello molto basso se confrontato con la media del settore pubblico e privato. Ma il vero problema è il coordinamento dei progetti.

Alcuni progetti di accentramento dei servizi a livello regionale stanno mostrando i grandi vantaggii di un approccio sistemico rispetto agli utilizzi su base tattica del cloud, in risposta a specifiche problematiche e che è tutt’oggi prevalente. I risultati migliori si ottengono attraverso la standardizzazione delle soluzioni e quindi dalla definizione di priorità e regole comuni nell’utilizzo di questa tecnologia.

Ad oggi la PA “è sotto” del 9% nell’adozione di iniziative di cloud pubblico e del 15% in quello privato rispetto al campione di riferimento multi-settore dell’Osservatorio. C’è insomma la necessità di recuperare il tempo perduto, a cominciare dal settore sanitario dove l’investimento nei servizi di public cloud è più basso (27%) rispetto a quelli nella virtualizzazione delle risorse IT (63%) e nel disaster recovery/business continuity (78%).

Nell’adozione del cloud sono in testa le Regioni in cui sono in atto progetti di razionalizzazione dell’infrastruttura, che comprendono anche le applicazioni, in particolare: posta elettronica, amministrazione e servizi tecnici. In arretrato invece Province e Comuni dove l’adozione ha quote percentuali inferiori al 10%.

Per quanto riguarda gli ambiti d’applicazione, il cloud risulta usato maggiormente nel campo degli affari generali (9%), degli acquisti e logistica (8%) e infine nell’istruzione (8%).


Il cloud nell’Agenda Digitale
Per Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, l’evoluzione degli attuali sistemi informatici nella logica del cloud computing ha bisogno di un maggiore coinvolgimento degli enti pubblici. Questo sarà conseguito anche attraverso l’aiuto di Consip, per definire le modalità d’accesso ai servizi e creare un percorso più unitario per tutta la pubblica amministrazione.

La razionalizzazione delle infrastrutture data center della PA dovrà essere accompagnata da azioni di consolidamento sulle piattaforme esistenti, applicazioni e processi per comprendere la ridefinizione dei servizi al cittadino. Secondo Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cloud & Ict as a service della School of Management del Politecnico di Milano “Il cloud è un’occasione da non perdere, da sostenere non solo con linee guida, ma anche con l’aggregazione e lo sviluppo di competenze adeguate”

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