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HPE punta sulle esigenze tecnologiche del nuovo mondo IT

Hybrid cloud storage, intelligent edge e memory-driven computing sono stati i tre temi protagonisti all’evento Discover di HPE a Las Vegas. Stefano Venturi, CEO della sede italiana del vendor, spiega perché queste innovazioni saranno indispensabili per l’IT delle aziende nel prossimo futuro e come HPE le stia già traducendo in offerta sul mercato

Pubblicato il 04 Set 2018

foto di Stefano Venturi

La HPE snellita dalla cessione di alcune attività non più per lei core business, come le attività cedute lo scorso anno a Micro Focus, nell’ambito soprattutto dello sviluppo software, corre lanciata verso il mondo delle infrastrutture per l’hybrid cloud computing, l’Internet of Things (IoT) e il memory-driven computing. “Oggi – spiega Stefano Venturi, President & CEO Hewlett Packard Enterprise Italy – Vice President Hewlett Packard Enterprise Inc. – ci dedichiamo a sviluppare e a offrire ai partner e ai clienti le tecnologie che permettono di affrontare al meglio, senza spendere patrimoni, il nuovo mondo dell’IT, caratterizzato soprattutto da una crescente mole di dati da analizzare e sfruttare. Questo non significa – puntualizza il top manager nel corso di un recente incontro con la stampa per commentare alcune delle novità emerse a giugno all’evento “Discover” di Las Vegas – che abbiamo deciso di disdegnare il mercato dei server”.

La nuova HPE, come abbiamo visto negli ultimi anni, si focalizza sulle tecnologie hardware, software e sui servizi che supportano progetti ambiziosi e mission-critical, come dimostra il caso di Eni, che utilizza tecnologie HPE in HPC4, il più grande supercomputer privato del mondo, o quello dell’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), che ha scelto un supercomputer HPE per il progetto “Blue Brain”, dedicato allo studio sul cervello.

Hybrid cloud storage, Intelligent Edge e memory-driven IT

Il computing e lo storage ad alte prestazioni, nelle declinazioni infrastrutturali/architetturali sia hardware sia software, sono le aree in cui vediamo competere maggiormente HPE, non solo individualmente ma anche in stretta partnership strategica con altri vendor e service provider, fra i quali Microsoft e Sap.

Ormai consolidata una posizione tra i leader nelle soluzioni per le infrastrutture iperconvergenti (Hyper-converged infrastructure, HCI), con l’architettura componibile HPE Sinergy, esempio concreto di offerta per la realizzazione di software-defined data center (SDDC), negli ultimi tempi HPE si è segnalata per innovazioni in particolare per due ambiti: lo storage nel contesto dell’hybrid cloud e l’edge computing. Entrambi mettono in evidenza il fenomeno secondo cui i dati su cui si stanno sviluppando gli attuali e futuri modelli di business sono sempre di più per quantità ed eterogeneità, si spostano o risiedono non più soprattutto on-premises, ma sempre di più off-premises.

Per quanto riguarda l’hybrid cloud storage, a Las Vegas è stata lanciata la soluzione GreenLake Hybrid Cloud. Si tratta di un’infrastruttura che integra risorse storage on-premises e acquisite su public cloud quali AWS e Microsoft (Azure e Azure Stack). “Da notare – interviene Venturi – che tanto le tecnologie on-premises quanto quelle in public cloud, sono pay-per-use”. Fra le altre funzionalità, GreenLake Hybrid Cloud prevede l’automazione dell’allocazione dei workload tenendo conto di criteri quali il migliore rapporto prestazioni-costi delle risorse, la sicurezza e le necessità di compliance.

Quanto all’Intelligent Edge, HPE ha annunciato un piano di investimenti di 4 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. “Il focus sull’intelligent edge – spiega Venturi – è motivato dal fatto che, anche secondo quanto affermano recenti ricerche, in futuro solo una minima parte dei dati generati dai sensori o da altri sistemi in località periferiche o remote saranno analizzate nei data center centrali”.

Al contrario, questi dati andranno sfruttati all’edge, anche per alimentare i sistemi di machine learning dedicati, per esempio, alla manutenzione predittiva. Rientrano negli sforzi per sviluppare soluzioni di edge data center nel mondo dell’IoT, dell’Industry 4.0 e della ricerca, anche in situazioni ambientali estreme, collaborazioni fra HPE e vendor come Rittal, Schneider Electric, Siemens e Bosch. Partnership necessarie anche per scambiarsi informazioni e API per gestire in modo integrato migliaia di protocolli IT differenti.

Considerato questo “nuovo mondo” di hybrid cloud, machine learning, advanced analytics, big data eterogenei e in enormi quantità, HPE ha anche deciso di investire nella emergente disciplina del memory-driven computing: “Ancora oggi – conclude Venturi – la stragrande maggioranza delle attività di analisi dei big data e dei progetti intelligenza artificiale si basa su architetture IT che vendono al centro le CPU e i vari tipi di memoria come periferiche. Il nuovo modello prevede che al centro vi sia lo storage dei dati e che i sistemi di computing vi accedano utilizzando nuovi tipi di applicazioni. E tutto questo apre un nuovo mondo per lo sviluppo software”. Per contribuire all’evoluzione di questo nuovo paradigma tecnologico, HPE Pointnex (il business consulenza e servizi di HPE) negli Stati Uniti ha costituito un gruppo di lavoro congiunto con gli HPE Labs e alcuni partner e clienti. Una sorta di “incubatore” di progetti per il momento confinato oltre oceano ma che non si esclude possa generare, in futuro, delle filiazioni anche all’estero. Compresa l’Italia. Magari in sinergia con gli Innovation Lab che HPE sta aprendo in varie regioni con alcuni partner strategici, e che sono già arrivati a venti.

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