MILANO – Cloud, machine learning, interoperabilità, inclusione. Sono fra le parole chiave risuonate più volte nel corso di Future Decoded, evento organizzato agli inizi di ottobre nell’ex Palazzo del Ghiaccio di Milano da Microsoft. Una due giorni intitolata “Cloud intelligente e inclusivo”, alla quale sono stati invitati sviluppatori, partner e utenti business. Fra gli obiettivi, confrontarsi e prefigurare l’It del futuro e i suoi benefici per le aziende, i singoli individui e la società.
Per il colosso di Redmond la “nuvola” è il contesto abilitante per la maggior parte delle innovazioni tecnologiche future e deve essere alla portata di tutti. “Il cloud computing – ha detto Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia – è uno strumento strategico al servizio della collettività, perché consente di affrontare con successo le sfide delle persone, delle organizzazioni e del Paese. Ecco perché Microsoft investe per garantire un cloud globale, ibrido e affidabile”.
La kermesse è stata l’occasione per presentare alcuni dati: nel corso dell’ultimo anno, l’azienda che ha portato sui computer di tutto il mondo i suoi sistemi operativi, software di produttività, database e strumenti di collaborazione, ha più che raddoppiato la propria capacità cloud in Europa investendo ad oggi oltre 3 miliardi di dollari per creare nuovi data center locali del proprio cloud pubblico Azure.
Tecnologia accessibile a tutti
Inclusione non significa però solo disponibilità di risorse infrastrutturali on demand disseminate nel mondo. “La tecnologia deve essere accessibile in modo semplice a tutti”, ha affermato nel corso di un incontro con i giornalisti Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience di Microsoft Italia. “Oggi è ben lontana da essere così. Non tutti, per esempio, riescono a configurare un router domestico, tant’è che alcune telco si fanno pagare in più per questo servizio”.
La filosofia di Microsoft è che la tecnologia, oltre che essere pervasiva, deve andare sempre più incontro all’end user, sapendo chi siamo, dove siamo e cosa facciamo, e lasciarsi usare in modo addirittura trasparente. Compresa l’intelligenza artificiale, termine che per Santini “è improprio e superato, perché non c’è nulla di artificiale. In Microsoft preferiamo parlare di Tecnologia Intelligente, in grado di regalare più tempo e spazio agli individui per consentire loro di portare a termine i propri progetti e di rivoluzionare il mondo business, introducendo nuovi modelli operativi e relazionali”.
Inclusione, infine, significa anche interoperabilità. Caratteristica che troviamo nel cloud Azure, ibrido per poter rispondere alle diverse esigenze dell’utente e dei suoi ambienti operativi, ma anche aperto alle piattaforme open source. Ma anche in altra tecnologia Microsoft, sempre più open, come dimostrano l’apertura del codice di Visual Studio e i recentissimi approdi di .Net Core, PowerShell e Sql Server su Linux. Una openess che vuole essere un aiuto in più anche al mondo degli sviluppatori, dei partner e dei power user per creare applicazioni realmente innovative.