SECURITY

Come effettuare un test di disaster recovery in cloud

È possibile testare un piano di disaster recovery se si sta utilizzando un servizio basato su cloud? Come si fa a sapere se sta funzionando e, soprattutto, se sta “lavorando” nel modo giusto? L’importanza dell’alta disponibilità

Pubblicato il 25 Mar 2015

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È possibile testare un piano di disaster recovery se si sta utilizzando un servizio basato su cloud? Come si fa a sapere se sta funzionando e, soprattutto, sta “lavorando” nel modo giusto?

Gli esperti confermano come, anche nel caso della nuvola, valga ciò che vale per qualsiasi altra soluzione di disaster recovery, ovvero che non esiste alcun prodotto progettato per testare e validare un piano di ripristino garantito al 100%.

Tutto dipende, infatti, da come si voglia affrontare la cosa, ovvero se ci si voglia limitare a riavviare un server oppure si voglia affrontare una particolare caduta di un servizio o di un intero sistema, andando a intercettare la causa e risolvere l’interruzione della business continuity in tutti i suoi aspetti.

Certo è che simulare un’interruzione alla continuità operativa su un servizio in cloud non è affatto semplice perché si tratta di monitorare, a tutti gli effetti, un’applicazione.

L’astrazione logica di una macchina non è altro che una programmazione software, da cui la difficoltà di poter intervenire a livello teorico su una simulazione applicativa di una simulazione applicativa.


Cloud, l’importanza dell’alta disponibilità
Gli esperti consigliano per quanto possibile di focalizzarsi su aspetti chiave del servizio in cloud, ovvero l’alta disponibilità (High Availability), prendendo in considerazione una strategia secondo la quale si dispone di più host fisici che possono supportare un carico di lavoro specifico. Oggi, in realtà, sono poche le aziende che stanno sperimentando sulla nuvola questo tipo di schemi basati sull’alta disponibilità.

Quello che bisogna fare è creare un’applicazione ad alta disponibilità in cloud, generando una copia primaria e una secondaria di back up, sempre ospitata sulla nuvola.

La maggior parte delle nuvole, infatti, sono progettate secondo una metodologia scalabile. Questo significa, in sintesi, che se qualsiasi server non ce la fa o una qualunque componente viene a mancare, la procedura automaticamente viene ripresa da dove era stato interrotta, su una macchina diversa.

Dato che le imprese acquistano più familiarità con l’alta affidabilità e con schemi HA basati su cloud, gli esperti ritengono che molte delle soluzioni di disaster recovery tradizionali siano destinate a tramontare. Il futuro sarà un modello di disaster recovery basato su una serie di cluster in cloud che garantiranno la business continuity senza impatti sui servizi aziendali.

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