Osservatori

Con una previsione di crescita del 18% il Cloud in Italia raggiunge 1,7 miliardi di euro

Dai dati della ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano si evidenzia l’effetto di trascinamento del Manifatturiero che si appresta ad arrivare al 23% della spesa totale, del bancario che supera il 20%, di Telco e Media con 4% e dei servizi con il 10%

Pubblicato il 27 Giu 2016

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Mariano Corso, Responsabile scientifico della Digital Innovation Academy

Il Cloud è una realtà chiara e consolidata per il nostro paese e il 2016 si appresta a sancire l’importanza di questo mercato con una crescita a due cifre vicina al 20%. Per la precisione la percentuale di sviluppo prevista per quest’anno è del 18% per il mercato nel suo complesso che dovrebbe raggiungere un valore assoluto pari a 1,7 miliardi di euro. I dati sono il frutto della ricerca dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano che prevede in particolare per il comparto del Public Cloud un ritmo ancora più acceso del 27% rispetto al 2015 per un valore di 587 milioni di euro. Il mercato conta poi anche sulla spinta che arriva dalla Cloud Enabling Infrastructure, destinata a rafforzare e aggiornare le infrastrutture e le applicazioni legate all’adozione del Cloud, che punta a una quota di 1,185 miliardi di euro.

Dal punto di vista dei mercati di approdo dall’Osservatorio arrivano conferme molto importanti per il mondo del manufacturing che rappresenta il 23% della spesa totale, ma anche per le banche con il 21% e per Telco e Media che rappresentano ormai il 14% seguite dai Servizi con il 10%.

Sotto il profilo dimensionale le grandi imprese sono le vere protagoniste di questo mercato e polarizzano ancora il 90% degli investimenti. Anche in termini di tassi di crescita le grandi imprese restano protagoniste con una previsione di crescita per il 2016 del 28%, mentre per le PMI la previsione è lievemente inferiore al 20%.

Nell’ambito del manifatturiero la spesa in Public Cloud, è sostenuta in particolare dalla supply chain, dai trasporti e dai portali e-commerce. Nel mondo del banking il cloud trova consensi nei processi di ottimizzazione degli strumenti finanziari, nei servizi di e-learning e nelle piattaforme di calcolo per Big Data e Analytics. Nell’ambito Telco e media è lo streaming video, la gestione dell’advertising e delle infrastrutture che porta le imprese verso il cloud. Il facility management con le soluzioni IoT e lo Smart Building rappresentano una spinta importante verso l’adozione del Cloud per la grande distribuzione e il retail.

Alessandro Piva, Responsabile della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence

Anche la PA e il mondo Health vede crescere la diffusione del Cloud e nell’economia del mercato complessivo arriva a una quota del 9%, con il modello Public Cloud che guadagna consensi rispetto al modello di Community Cloud. Nel Community Cloud vengono sviluppati servizi verticali direttamente dagli Enti, mentre il Public Cloud viene dedicato a servizi standard.
Nell’ambito delle utility è il CRM che da sempre rappresenta lo zoccolo duro nello sviluppo del Cloud (che rappresenta una quota del 9%) ma crescono adesso anche soluzioni di risk management. A sua volta il mondo insurance arriva al 5% e continua a insistere nell’utilizzo di servizi standard di Public Cloud, con sperimentazioni significative nell’ambito dei portali, in particolare nell’ambito dei sinistri e della relazione con la clientela.

Una crescita in linea con i trends internazionali

Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano ha osservato che le crescite registrate nel nostro mercato sono in linea con i trends che gli analisti internazionali. In particolare nel Public Cloud, Gartner stima una crescita a livello worldwide del 25% nel 2016, per un giro d’affari complessivo che supera i 64 Miliardi di dollari. A sua volta IDC proietta il mercato Public Cloud verso un valore superiore ai 140 miliardi di dollari nel 2019 con un raddoppio rispetto ai 70 miliardi del 2015 con un tasso di crescita composito del 19,4%.

Stefano Mainetti, professore della School of management del Politecnico di Milano e Ceo di Polihub

A sua volta Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service Insiste sul fatto che il Public Cloud è ormai realtà tangibile nelle grandi aziende italiane e la sfida per le Direzioni IT è quella di evolvere verso modelli che consentono alle infrastrutture e alle applicazioni di integrarsi in modo veloce e flessibile con i servizi consumati dal Cloud.

In termini di entità di spesa dedicata al Public Cloud, si evidenzia una maggior sensibilità e vitalità delle aziende del nord ovest che stanno dedicando un budget maggiore rispetto alla media delle altre aree geografiche. Il nord est è invece l’area dove i servizi cloud hanno attualmente maggiore diffusione.

Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service evidenzia che la componente di servizi applicativi (SaaS) è di fatto l’anima più dinamica del Public Cloud con una crescita prevista nel corso del 2016 del 33%. Piva aggiunge poi che va anche segnalata una specializzazione nell’utilizzo dei servizi Public Cloud da parte delle imprese, per dare risposte più precise ad esigenze specifiche.  In particolare poi in una lettura “dimensionale” del fenomeno Cloud Piva osserva che il Public Cloud rappresenta una nuova spinta alla digital transformation per le imprese di piccole e media dimensioni e la testimonianza di questa chiave di lettura arriva dal fatto che solo il 12% del campione dichiara di aver scelto il Cloud con la prospettiva di una adozione tattica, ovvero come “semplice” supporto ai sistemi informativi interni. Il 31% delle imprese associa il cloud a un progetto strategico, mentre per il 28% le soluzioni Public Cloud sono un supporto di processi core, anche se ancora non hanno in cantiere un progetto di integrazione con i sistemi informativi interni. Mentre per un altro 29% il Public Cloud è già integrato con i sistemi informativi interni.

Il Public Cloud sostitiusce velocemente sistemi obsoleti

Il mondo delle infrastrutture ha beneficiato dell’effetto del Cloud con il 58% delle aziende che lo utilizza in ambienti di produzione, il 61% delle imprese ha scelto di sperimentare ambienti IaaS per lo sviluppo e per il test, il 53% è invece orientata a soluzioni di backup. Nel caso del SaaS, le soluzioni sono utilizzate per allargare il supporto informativo nell’86% dei casi, ma anche per sfruttare singole potenzialità innovative. La scelta del Public Cloud per sostituire sistemi obsoleti è invece meno diffusa con una quota del 55% mentre è ancora limitato al 5% il numero delle imprese che hanno scelto di migrare la maggior parte delle loro applicazioni sul Cloud. A questo proposito Stefano Mainetti ha osservato che il percorso di Cloud Migration per infrastrutture e applicazioni sta assistendo allo sviluppo di nuove politiche di sourcing, di modalità di gestione automatizzata delle operations (ad esempio DevOps), ma anche di metodologie iterative (Agile) per la realizzazione di applicazioni così come anche di modalità di lavoro collaborative business-IT.

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