Caso Utente

Damiani: lusso omnichannel per gioielli 4.0

Evoluzione tecnologica e artigianalità, un’antitesi che in Damiani trova il suo equilibrio per la produzione di gioielli di stile grazie a un’IT pervasiva e collaborativa.

Pubblicato il 30 Set 2020

Damiani

Quando si parla di eccellenza del Made in Italy non si può non pensare a Damiani e ai suoi gioielli, riconosciuti nel mondo come sinonimo di stile e artigianalità. Un’artigianalità del lusso che si intreccia con l’innovazione portata dalla tecnologia, non solo per i materiali utilizzati ma anche per le soluzioni a supporto di una produzione e di una commercializzazione che vogliono essere sempre più vicine e allineate alle esigenze dei clienti e degli appassionati, tra i quali figurano anche Sophia Loren, Sharon Stone, Gwyneth Paltrow e Brad Pitt.

“La famiglia Damiani crede molto nell’evoluzione tecnologica come catalizzatore del Business”. Esordisce così Massimo Cova, Group Information Technology Director del Gruppo Damiani, nel raccontare impostazione e visione di un’azienda che, con cuore produttivo saldamente ancorato a Valenza (AL), conta boutique dirette e rivendite in tutto il globo, sei brand (oltre all’omonimo Damiani anche Salvini, Bliss, Calderoni, Rocca e Venini) e altrettanti canali di e-commerce.

foto Massimo Cova
Massimo Cova, Group Information Technology Director del Gruppo Damiani

La trasversalità dell’IT

“L’IT è trasversale a tutte le aree aziendali: dalla progettazione alla supply chain, dal procurement all’avanzamento della produzione, dal magazzino prodotti finiti fino, chiaramente, alla vendita. È omnicanale e caratterizzata da grande attenzione alla sicurezza, nella gestione delle informazioni cosi che i dati vengano utilizzati sempre nel rispetto della privacy al marketing e alla relazione con i clienti, per farli sentire sempre coccolati”.

Proprio il ruolo chiave del cliente ha portato il Gruppo Damiani (oltre 700 persone e un’IT composta da una decina di risorse) a dedicare attenzione e ricerca allomnichannel e post sale così che tutte le boutique collegate in rete aziendale siano dotate di dispositivi di comunicazione e video comunicazione evoluti e che i dipendenti possano inserire e consultare i dati digitali velocemente e in tutta sicurezza andando così a limitare l’uso e la consultazione dei materiali cartacei.

“Servono trasparenza tra canali di vendita e informazioni distribuite in cloud che siano accessibili in maniera veloce, semplice ed economica – conferma Cova -. Per noi si tratta di aspetti importantissimi: capita, infatti, sempre più spesso, che clienti che hanno acquistato via web si rivolgano ai nostri negozi per chiedere personalizzazioni del gioiello acquistato o, viceversa, che persone che hanno visitato le boutique completino il percorso d’acquisto in digitale. Per questo, stiamo definendo alcuni progetti di integrazione tra canali e inoltre stiamo analizzando la possibilità di sviluppare alcune applicazioni di realtà aumentata e configuratori che permettano al cliente di personalizzare il proprio gioiello partendo da un modello già esistente.”.

Futuro e presente: serve equilibrio

Obiettivi sostenuti dalle nuove tecnologie abilitanti ma che richiedono equilibrio tra futuro e presente, tra innovazione e produzione.

“Recentemente, sempre a Valenza, il Gruppo Damiani ha acquistato l’Ex Palafiere di Valenza così da realizzare un grande polo produttivo che includerà un Museo del Gioiello e una scuola orafa. L’intenzione è quella di gestire in ottica Industry 4.0 la produzione con un approccio ibrido al cloud. Un salto innovativo: un’evoluzione naturale che rispetterà sempre la cifra stilistica, la realtà artigianale e l’heritage che ci caratterizza”.

Attenzione al cliente, artigianalità e approccio innovativo ma anche forte collaborazione. Per quanto riguarda il rapporto con il marketing, ad esempio, Cova racconta: “Non importa chi tra le diverse aree propone un progetto: l’unica regola, non scritta tra l’altro, è che prima di presentare il progetto al management le diverse funzioni devono poter sviluppare le proprie analisi in relazione alle proprie aree di competenza specifiche e nel rispetto delle altre funzioni. Particolarmente interessante anche come sia previsto un budget annuale destinato alla ricerca e all’innovazione tecnologica: questo elemento è un asset fondamentale per lo sviluppo della nostra azienda in un panorama fortemente mutevole come quello attuale.”

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