L’ultima novità di una certa importanza è l’acquisizione dello status di Cisco Cloud Builder. È questa anche la notizia che Enrico Brunero (nella foto), Line of Business Manager Data Center di Dimension Data Italia, vuole commentare per prima. E cioè il fatto che il vendor leader nel networking e nelle tecnologie per i data center “ha riconosciuto a Dimension Data il possesso di tutte le competenze necessarie per aiutare i clienti a dotarsi di private cloud”.
Che questa sia una tendenza in atto, Dimension Data ne è sicura. Ed è il motivo per cui negli ultimi anni ha investito molto nella capacità di accompagnare le aziende nell’evoluzione dai data center tradizionali alla virtualizzazione e, infine, al cloud computing nelle sue diverse accezioni: private, ibrido e pubblico. E che a tal fine abbia effettuato, in tempi recenti, due importanti acquisizioni: quella di BlueFire, società australiana specializzata in telecomunicazioni e servizi It gestiti e cloud, e quella di Op Source, azienda americana che fornisce servizi cloud enterprise a aziende, service provider e Isv che desiderano erogare le proprie soluzioni in modalità Software-as-a-Service. Sulla base soprattutto di queste due acquisizioni, nelle scorse settimane Dimension Data ha rilasciato una suite completa di servizi – Cloud Global Services – che semplificano la pianificazione, la progettazione, l’implementazione e la gestione di cloud pubblici, privati o ibridi. In contemporanea, Dimension Data ha presentato Managed Cloud Platform, una piattaforma globale per fornire tutti i propri servizi cloud, e Dimension Data CloudControl, il proprio sistema di gestione cloud che automatizza l’approvvigionamento, la strumentalizzazione, l’amministrazione e la fatturazione.
Primi passi verso l’adozione del cloud
Secondo Brunero, “sul mercato si vedono ancora molte aziende con data center organizzati in modo tradizionale, a silos. Questo tipo di architettura prevede isole di server e sistemi storage dedicati magari a singole applicazioni. Quello che notiamo, è che un numero sempre maggiore di aziende desidera rendere cloud qualche parte dell’infrastruttura. Per poter procedere in questo senso occorre prima di tutto virtualizzare, e quindi installare on top alcuni strumenti di automazione. Questo porta a creare isole di virtualizzazione, che spesso non toccano i datacenter e le applicazioni mission-critical. Ma è sempre un primo passo verso l’adozione del cloud computing”.
Con i suoi nuovi servizi, Dimension Data si propone di accompagnare queste aziende nel processo che va dalla virtualizzazione alla creazione di cloud private, che possono risiedere on-premise o essere offerte come servizi gestiti da Dimension Data o service provider suoi partner. Ma è anche possibile implementare cloud ibride: “Un’azienda che preferisce un approccio Capex – chiarisce Brunero – può dotarsi di una cloud privata che, in caso di picchi o bisogni particolari, attinge capacità computazionali o di storage dalla cloud di un partner esterno o direttamente di Dimension Data”. Il tutto senza dover cambiare piattaforma di gestione e strumenti di automazione, che, nel caso di Dimension Data, sono gli stessi per tutti i tipi di cloud.