Strategie IT

Hybrid Cloud, i fattori decisivi per un approccio vincente

Per ottenere la migliore combinazione tra costi e benefici delle nuove architetture, la soluzione che integra Cloud pubblico e privato sembra la più indicata. Gartner propone una serie di elementi per valutare la propria situazione e mettere a punto una strategia di migrazione efficace

Pubblicato il 27 Mag 2014

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Indicata da più parti, sia tra gli analisti sia dalle aziende, come la soluzione di Cloud Computing preferibile nel lungo termine in termini di costi, prestazioni e flessibilità, il modello Hybrid Cloud fatica tuttavia a prendere piede su larga scala, anche solo per la limitata possibilità di approfondire la questione. Al momento, il panorama di adozione e conoscenza rivela una situazione simile al Private Cloud di tre anni fa. Nonostante le ambizioni, i casi reali di realtà operative restano limitati.

Partendo da queste considerazioni, in un recente report Gartner cerca di mettere a fuoco requisiti e potenziali benefici di una architettura Hybrld Cloud. Secondo la società di ricerche l’obiettivo deve essere di andare oltre la possibilità offerta dal cloud privato di ottimizzare le risorse interne, per trovare la giusta combinazione tra infrastruttura proprietaria e servizi affidati a terzi. Per esempio non serve cercare altrove la disponibilità a erogare servizi che sono perfettamente in grado di garantire le risorse strutturali e umane interne, mentre viceversa si rivela vantaggioso appoggiarsi a un provider in mancanza delle competenze adeguate. Tutto questo inoltre, contribuisce a migliorare la flessibilità della propria organizzazione.

Diversi i vantaggi indicati in favore di questa scelta. In generale, il Cloud Computing è uno strumento in grado di influire positivamente sul rapporto costi-benefici di un investimento. La modalità ibrida riesce a portare questo principio all’estremo, soprattutto grazie alla possibilità di valutare più apertamente le varie offerte e la maggiore libertà nella scelta o il cambiamento del provider.

Inoltre, se un cloud privato garantisce l’isolamento dei propri sistemi, argomento particolarmente sentito in materia di sicurezza, il passaggio a un sistema ibrido secondo Gartner permette comunque di trovare il miglior compromesso tra la difesa dei propri confini, la riduzione delle spese e le esigenze di scalabilità.

Un altro aspetto da prendere in esame riguarda la continuità operativa. Dove l’opzione pubblica gioca in favore di massima disponibilità e resilienza, individuare la soluzione ibrida adeguata significa poter distribuire dati e applicazioni, e di conseguenza i rischi legati al disaster recovery tra più provider.

Uno dei vantaggi più immediati del Cloud Computing è la possibilità di aggiungere nuove funzionalità senza particolari problemi di costi e soprattutto tempi. In modalità ibrida, Gartner vede anche questi obiettivi rientrare tra quelli in grado di essere raggiunti con maggiore velocità e flessibilità, nell’intento di trovare la migliore messa a punto per la singola organizzazione.

Un ultimo aspetto da non sottovalutare è che se nel cloud pubblico tra i benefici più evidenti spicca la possibilità di adottarlo con costi minimi di avviamento per quanto riguarda l’infrastruttura, non abbandonare l’architettura interna presenta comunque il non indifferente vantaggio di poter conservare una strategia di uscita.

A fronte di questo scenario, Gartner avverte tuttavia come un passaggio obbligato per sfruttare i vantaggi di un cloud ibrido sia quello di partire da un approccio privato. Proprio questa fase preliminare viene vista al momento come la più critica, con ancora troppe aziende in difficoltà nell’adattarsi al necessario cambiamento di processi, gestione, anche a livello dirigenziale, e soprattutto abitudini personali.

Sono infatti tante le realtà dove i servizi cloud vengono acquistati senza coinvolgere i responsabili IT. Il loro ruolo invece è cruciale, dal momento che spetta a essi avviare l’erogazione a livello interno, scegliere il relativo ordine di inserimento e garantirne la gestione. D’altra parte, quelli che non cercheranno di inquadrare la situazione dalla prospettiva di un fornitore di servizi, quindi da un punto di vista più distaccato, e non accetteranno di valutare diversi aspetti e modalità, si troveranno inevitabilmente in conflitto con la dirigenza, con il rischio di restare esclusi dalle decisioni e dover gestire soluzioni adottate da altri.

Un cloud ibrido ha infine bisogno di una piattaforma di gestione, attraverso la quale il responsabile IT sia in grado di amministrare e allineare le risorse tra la struttura interna e i servizi pubblici. Quando ben sfruttata, una Cloud Management Platform permette di aumentare la velocità e il controllo con cui sono erogati i servizi, abilitando opzioni quali la modalità self-service e il rilascio automatico: contributi quindi molto importanti alla riduzione dei costi nella gestione complessiva dei servizi.

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