Nuova collaborazione tra Red Hat e Google che abiliterà i clienti del vendor di soluzioni opensource a spostare sottoscrizioni Red Hat Enterprise Linux in Google Compute Engine (il cloud Iaas di Mountain View) con Red Hat Cloud Access, potenziando la flessibilità e la scelta offerte dall'open hybrid cloud. Big G – nel programma Red Hat Certified Cloud Provider dal novembre 2013 – è entrata a far parte di un gruppo di leader tecnologici che offrono soluzioni comprovate e testate che estendono le funzionalità delle soluzioni open hybrid cloud del fornitore It.
Red Hat Cloud Access è un'offerta ‘bring-your-own-subscription' resa disponibile da alcuni Red Hat Certified Cloud Provider selezionati (Google è il secondo della lista) che consente ai clienti di spostare le loro sottoscrizioni Red Hat Enterprise Linux dall'on-premise al cloud pubblico.
Così i clienti possono ritrovare sulla piattaforma Google Cloud le stesse caratteristiche e prestazioni delle tecnologie Red Hat on-premise. Red Hat Cloud Access permette inoltre di mantenere una relazione diretta con Red Hat – compresa la capacità di ricevere pieno supporto dall'organizzazione Global Support Services – su Google Compute Engine, garantendo un livello di servizio e supporto coerente su tutte le infrastrutture certificate con un costo prevedibile.
L'alleanza è il risultato della strategia intrapresa da Red Hat a ottobre 2013, quando il vendor ha introdotto nuove opzioni di sottoscrizione per Red Hat Enterprise Linux, abilitando i clienti a implementare la piattaforma ovunque – in ambienti fisici, virtuali e cloud. Con le opzioni Red Hat Enterprise Linux, i clienti possono acquistare un certo numero di sottoscrizioni, implementarne un mix iniziale su macchine fisiche e virtuali e poi re-implementarle in schemi diversi a seconda delle esigenze. Questa flessibilità facilita gli spostamenti tra ambienti, compreso lo scambio di risorse dentro e fuori dalla nuvola – tramite Red Hat Cloud Access – in base alle esigenze di business, supportando un ambiente flessibile. In aggiunta, standardizzando su un unico ambiente operativo per tutte le implementazioni fisiche, virtuali e cloud, le organizzazioni possono ottenere significativi vantaggi operativi.