Nel contesto IT ibrido e multicloud, la parola magica è integrazione: delle applicazioni, dei dati, dei processi. Per vincere la sfida dell’agilità, le aziende ricorrono sempre più spesso a soluzioni as-a-service che devono comunicare tra loro e con il legacy storico. Come fare? Tra le soluzioni, l’iPaaS (Integration platform as a service) sta emergendo come alternativa cloud alle piattaforme di integrazione on-premise e Dell Boomi è tra gli attori che cavalcano l’onda. ZeroUno ha intervistato il management della società (divisione di Dell dall’acquisizione del 2010), a latere dell’Executive Dinner organizzato di recente da ZeroUno in partnership con Mind Mercatis, partner storico di Boomi per l’Italia.
“La nostra soluzione – ha dichiarato Ian Currie, Director, Emea Sales & Business Development della multinazionale – è un abilitatore della best-of-breed strategy delle imprese. Le aziende tradizionali devono cambiare il passo per competere con i disruptor: l’hybrid IT permette di creare la migliore combinazione di tecnologie (non necessariamente cloud) a supporto dell’innovazione. Tuttavia, si apre il problema di come integrare il nuovo ecosistema”.
Secondo Gartner, il mercato iPaaS avrà una crescita esponenziale nei prossimi cinque anni e i numeri di Boomi confermano la tendenza: “Attualmente – ha sottolineato Currie – abbiamo 5.300 clienti nel mondo, di cui ben 1.400 acquisiti lo scorso anno con una media di 4 al giorno. Tutti i clienti accedono alla stessa piattaforma (Boomi è single-platform e multi-tenant) e hanno sempre a disposizione l’ultima versione del software, che viene aggiornato automaticamente 11 volte all’anno”.
“Oltre all’upgrade continuo – ha aggiunto Max W. van Eeghen, Regional Sales Director di Dell Boomi -, tra i vantaggi della piattaforma, la vista centralizzata su tutte le integrazioni a livello worldwide semplifica le operazioni di monitoraggio, gestione e governance, facilitando la collaboration tra sviluppatori geograficamente distanti, che possono accedere alla piattaforma in mobility, attraverso un laptop”.
Come ha spiegato Currie, Boomi include moduli di integrazione, API management, Electronic Design Automation management e master data management. Dallo scorso 16 marzo, include anche le funzionalità dell’acquisita ManyWho, piattaforma di sviluppo per workflow application.
Currie ha offerto qualche esempio applicativo di Boomi: per gestire la comunicazione e le transazioni con i partner lungo la supply chain; per integrare specifiche applicazioni on-premise e cloud (ad esempio, Sap e SalesForce); per progetti dipartimentali di cloud service e mobile app integration; per la gestione dei dati IoT; per la rapida integrazione dei sistemi nei casi di merge&acquisition; per adozioni più consistenti volte a sostituire i middleware di integrazione esistenti (il caso Novartis). “Oggi – ha evidenziato van Eeghen – l’agilità e il time-to-market sono cruciali. Bisogna mettere subito in grado le aziende di comunicare e collaborare, raccogliere i dati e analizzarli per prendere decisioni rapide. Boomi offre una soluzione di facile configurazione, con tecniche drag-and-drop e senza utilizzo di codice, adatta anche agli integration citiziens (ovvero al personale non tecnico)”.
Boomi è considerato da Gartner, Forrester e Ovum tra i leader del mercato iPaaS. Currie ha sintetizzato le ragioni di questo posizionamento e la strategia per mantenerlo: “Siamo i pionieri delle piattaforme di integrazione cloud-native; Dell crede e investe in Boomi; il mercato iPaaS e la nostra unit crescono, permettendoci ulteriori investimenti; la cultura aziendale è orientata all’innovazione. Inoltre, i clienti, condividendo anonimamente le informazioni sull’utilizzo di Boomi, ci hanno permesso di costruire 27 milioni di mappe per l’integrazione tra applicazioni differenti, che possono essere riutilizzate per altri casi. Più è ampia la base clienti, più la piattaforma diventa intelligente”. Infine, Currie ha portato l’attenzione sull’importanza dell’ecosistema dei partner commerciali e tecnologici, nonché sulla cura del cliente: “Boomi è 100% cloud, quindi il nostro modello di business si basa sulle sottoscrizioni: perché un deal diventi profittevole, il cliente deve seguirci per un certo periodo di tempo. Ecco perché la fidelizzazione è cruciale: oggi abbiamo raggiunto un tasso di rinnovo del 94%”.