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Nuova feature di Google per “spingere” il multi-cloud

La big di Mountain View lancia un nuovo servizio gestito che permette di collegare il proprio cloud pubblico a quello altrui. Un modo per aiutare le aziende nella loro gestione. Un modo per non restare mai tagliata fuori

Pubblicato il 10 Lug 2023

Immagine di ArtemisDiana su Shutterstock

Il futuro è multi-cloud, e il presente anche. Lo testimoniano tante esperienze aziendali concrete e lo conferma un recente studio IDC. Secondo questo documento, infatti, il 64% degli utenti utilizza più fornitori di cloud pubblico per i servizi di infrastruttura e il 79% cerca un modo per semplificare la gestione delle proprie risorse cloud. Google deve averlo letto e ha pensato di fare una mossa inedita nel mondo dei cloud provider. Ha scelto di prestarsi a connettere servizi di più fornitori, quindi anche quelli dei suoi agguerriti competitor.

Cloud “avversari” ora connessi ad alta velocità

L’azienda di Mountain View lo ha annunciato pubblicamente, dichiarando di voler rendere la vita più facile alle organizzazioni che già attualmente lavorano con più piattaforme cloud pubbliche. Oltre a quelle che desiderano farlo ma temono una frammentazione di nuvole complessa da gestire.

È con questo obiettivo che ha creato una nuova soluzione chiamata Cross-Cloud Interconnect e che prevede la fornitura di una vera e propria connessione fisica dedicata tra cloud. In particolare, ciò che intende collegare sono il proprio e quelli di altri fornitori attraverso una connessione di rete ad alta velocità. Un servizio rivolto a tutte quelle aziende che si trovano a gestire applicazioni che possono estendersi su più cloud.

Per ora Google è il primo e unico big provider a offrire questa possibilità. Finora era infatti cosa comune proporre connessioni private ad alta velocità tra il proprio cloud pubblico e la rete on-premise dell’azienda e non certo incoraggiare collegamenti verso un concorrente.

Google connette, gli altri si faranno solo connettere?

Presentando Cross-Cloud Interconnect come un servizio completamente gestito, Google sostiene inoltre che non esistano altre opzioni tecnologiche equivalenti. Secondo i suoi esperti, infatti, l’installazione di un router in una struttura di colocation e la successiva connessione alle reti dei fornitori di servizi cloud, potrebbe rivelarsi costosa e dispendiosa in termini di tempo.

La sua proposta sul mercato arriva fin dall’inizio con opportunità di collegamento importanti, come quelle con Amazon Web Services, Microsoft Azure, Oracle Cloud Infrastructure e Alibaba Cloud. Con tutti questi provider sarà quindi possibile ottenere una connessione fisica dedicata che collega la rete Google Virtual Private Cloud (VPC) con le risorse lì ospitate.

Un caso particolare è poi quello che riguarda Microsoft Azure e AWS. Se un’azienda usufruisce di entrambi, Google si propone come “ponte” di interconnessione, per permetterle di trasferire i dati tra l’uno e l’altro provider. Il tutto senza richiedere nuovo hardware e con un accordo sul livello di servizio (SLA) del 99,99%.

Tra i primi utenti del nuovo servizio c’è un “pezzo grosso” come Walmart, un cliente ambizioso e complesso che ha deciso di puntare su Cross-Cloud Interconnect per semplificare la connettività tra i cloud provider, accorciare i tempi di produzione e ridurre i costi complessivi.

Ora c’è da vedere se Google uscirà vincitore da questa sfida e se altri seguiranno l’esempio di Walmart. Quello che però più incuriosisce il mondo del cloud e delle aziende che lo utilizzano è lo scoprire se altri provider seguiranno l’esempio di Google e come saranno capaci di distinguersi sul mercato.

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