Private, public e hybrid. Tutti gli stack cloud di Ibm

ZeroUno intervista alcuni manager Ibm per tracciare la mappa dell’articolata offerta societaria in ambito cloud. Un’offerta che copre i tre segmenti, private, cloud e hybrid, e si arricchisce costantemente di soluzioni e servizi.

Pubblicato il 22 Mag 2012

A dimostrazione che il cloud è uscito dalla curva “modaiola” per entrare a pieno titolo nella progettazione e implementazione pratica ci sono vendor che, di fatto, si sono trasformati e ristrutturati non solo sul piano dell’offerta ma anche sotto il profilo organizzativo. Ne è un esempio Ibm che al suo interno ha creato una divisione ad hoc con il compito di organizzare e far evolvere la propria proposta cloud nei tre ambiti: privato, pubblico e ibrido. All’interno di questa struttura, guidata da Alessandra Brasca, cloud leader di Ibm, esistono sotto-aree specifiche per tipologia d’offerta. Abbiamo intervistato i rappresentanti di queste aree per meglio comprendere l’articolata offerta cloud della multinazionale americana.

Privato e ibrido, per Ibm si chiama SmartCloud Foundation

“Sulla base di un’attenta analisi del mercato abbiamo deciso di meglio focalizzare la nostra proposta seguendo quattro principali filoni d’offerta in ambito cloud: Cloud Enablement Data Center, Cloud Platform Services, Business Solutions On Cloud, Service Provider”, esordisce Giulio Peri (nella foto), Tivoli Automation Sales Leader, Ibm Italia.

Come intuibile, sotto il primo ambito rientra l’offerta Iaas (privata e pubblica), del secondo fa parte la proposta Paas, il Saas rientra nel terzo filone e nell’ultimo tutta la proposta (Iaas, Paas, Saas e servizi aggiuntivi) per coloro che intendono diventare fornitori di servizi cloud.

Sulla base di questa struttura, Ibm ha identificato una precisa linea strategica d’offerta che ha chiamato Ibm SmartCloud. “Questa strategia, che decliniamo in SmartCloud Foundation (per la parte Iaas e Paas) e SmartCloud Solutions (per il Saas e il Business Process as a Service), ci consente di strutturare un’offerta molto dettagliata in grado di coprire tutti gli stack del cloud”, osserva il manager di Ibm.

Peri, in particolare, si occupa della proposta di Cloud Enablement Data Center, che rientra nel portafoglio SmartCloud Foundation: “Il portafoglio è studiato per aiutare le aziende ad adottare cloud privati da zero o – sottolinea Peri -, a trasformare i sistemi virtualizzati in infrastrutture cloud altamente efficienti. In particolare, ci occupiamo dell’analisi tecnico-organizzativa ‘Itil compliant’, dell’implementazione e attivazione di infrastrutture consolidate e virtualizzate, nonché degli strumenti di automazione, gestione, monitoring e accounting tipici di ambienti cloud privati e ibridi”.

“Il componente forse più importante di SmartCloud Foundation è SmartCloud Provisioning”, aggiunge Peri. “Si tratta di un software che mette a disposizione delle aziende un potente motore di provisioning e un sistema di gestione delle immagini per creare o assegnare dinamicamente macchine virtuali”. In chiave private cloud, inoltre, è di recente annuncio Pure Systems (vedi dettaglio dell’annuncio nell’articolo a pag. 10), un sistema cloud ‘in-a-box’ pronta all’uso che racchiude in un unico chassis server, storage e risorse di networking; il tutto in un’unica macchina altamente automatizzata, semplice da gestire (da un unico punto), scalabile, predisposta per essere ripartita in migliaia di macchine virtuali.

L’offerta Iaas e Paas è poi arricchita con i servizi della linea SmartCloud Services; “Sono servizi che vanno dal ‘management & support’ per infrastrutture private e ibride, di sicurezza, di monitoraggio dei servizi e delle performance, fino ad arrivare a servizi di application lifecycle management, integrazione, application resources ecc.; per i partner, ma anche per i clienti del cloud pubblico, abbiamo pensato anche a servizi di payment e billing”, conclude Peri.

SmartCloud Enterprise: lo Iaas pubblico

Ibm SmartCloud Enterprise è una soluzione di Infrastructure as a Service costruita sulla base di best practice Ibm maturate attraverso i clienti in tutto il mondo, basata su nostre architetture e nostri data center e proposta come servizio pubblico che offre hardware, storage e server”. Descrive così la proposta Iaas pubblica targata Ibm Laura Meroni (nella foto), Cloud Services IT Architect, Ibm Italia .

Rientrano nell’offerta, quindi, capacità computazionali e storage (con sistemi operativi Windows o Linux), “Erogati dai data center Ibm con un livello di servizio garantito del 99,5%”, puntualizza Meroni. “Attraverso questo ambiente le aziende possono eseguire in massima sicurezza diversi carichi di lavoro, quali siti web, elaborazioni batch, sviluppo e test. Secondo le nostre prime stime, le aziende non solo possono ridurre i tempi di realizzazione degli specifici carichi di lavoro da giorni a minuti, ma ottenere ottimizzazioni di costi superiori al 30% rispetto agli ambienti tradizionali (Ibm mette a disposizione un tool per il calcolo e il confronto dei costi della soluzione cloud e di un’implementazione tradizionale)”, osserva Meroni che sottolinea anche come gli ambienti SmartCloud Enterprise siano anche quelli su cui Ibm costruisce la propria offerta di soluzioni Paas e Saas pubbliche. “Ulteriore garanzia di affidabilità; se le nostre infrastrutture risultano poco sicure e inaffidabili, siamo noi i primi ad averne un danno economico (oltre che di immagine)”, dice il manager Ibm.

Per dare concretezza alla proposta, pur non potendo riportare i riferimenti delle aziende clienti, Meroni cita alcuni esempi concreti che spaziano dall’immediata disponibilità di soluzioni con modello scalabile e self-service, “all’utilizzo di SmartCloud Enterprise come ambiente di progetto per la migrazione di componenti Sap, alla collaborazione e condivisione di contenuti su scala globale via Internet fino all’utilizzo dell’enorme potenza di calcolo per la mappatura del genoma, l’esecuzione di analisi finanziare, operazioni di stress testing e ottimizzazione della distribuzione”.

Saas: fari accesi sullo Smarter Commerce

Concludiamo l’analisi degli stack cloud di Ibm con Felice Petrignano (nella foto), Smarter Commerce Management Consultant, Ibm Italia , che ci spiega come l’offerta per il public cloud, in particolare del software e del business process as a service rientri sotto il cappello delle SmartCloud Solutions. “Un cappello – spiega il manager – sotto cui stanno le proposte di Business Analytics (BA) and Optimization, quella che noi chiamiamo di Social Business (collaboration, social crm, ecc.), tutta la linea dedicata alle Smarter City e la linea Smarter Commerce”.

In riferimento proprio a quest’ultimo tassello d’offerta, Petrignano evidenzia che “Secondo le stime di Ibm, le opportunità di mercato legate allo Smarter Commerce si attestano introno ai 70 miliardi di dollari, trainate dalla nuova tipologia di domanda espressa dai clienti che, necessariamente, porterà il marketing e le vendite a nuovi livelli di automazione”.

“La proposta Smarter Commerce ingloba soluzioni e servizi finalizzati all’ottimizzazione e alla maggior efficacia delle vendite – spiega Petrignano – ma lungo una catena del valore molto più ampia che potrebbe includere, per esempio, anche la parte di acquisti oltre al marketing e all’area finanziaria delle aziende”.

“Si tratta di un set completo di soluzioni, offerte come servizi di public cloud, che aiutano, per esempio, a trasformare i dati dei clienti in informazioni concretamente utilizzabili, creando nuovi processi di business che supportano le aziende nell’acquisto, vendita e immissione sul mercato di prodotti e servizi”, osserva Petrignano. “Tematiche che oggi, con la diffusione di Big data, analisi predittive e capacità decisionali più efficaci, fanno la differenza nella capacità competitiva e di proposta delle aziende”, conclude Petrignano. “Se dunque i fari sono accesi sullo Smarter Commerce, non restano certo in ombra le proposte di BA e di Social Business che grazie al cloud pubblico rappresentano un enorme potenziale per le aziende anche di dimensioni medie e piccole che vogliono crescere e competere nel mondo”.

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