BARCELLONA – VMworld 2016 Europe, l’evento annuale organizzato nel Vecchio Continente dal colosso della virtualizzazione (diecimila presenze, 96 paesi rappresentati, quasi tremila partner), ha aperto i battenti sotto lo slogan “Be tomorrow”. Nel keynote di apertura, Pat Gelsinger, Ceo di VMware, ha disegnato un futuro sempre più digitale e interconnesso (entro il 2021 ci saranno 8,7 miliardi di device mobili come laptop, tablet e smartphone e 18 miliardi di oggetti IoT), dove l’It sarà pervasivo e software-defined, focalizzato su utenti / clienti (ovvero applicazioni e user experience).
Nel cloud il futuro dell’It
Ma il messaggio principale della kermesse spagnola è la rotta inevitabile sul cloud, che sta determinando la roadmap tecnologica della multinazionale (si vedano le novità annunciate): “Nel 2006 – ha detto Gelsinger – Google e Amazon inauguravano l’era del cloud: il 98% dei workload girava ancora su sistemi It tradizionali. Oggi la percentuale è 73 a 27 (12% private e 15% public cloud) per un totale di 160 milioni di workload [il doppio rispetto al 2011, ndr]. Nel 2021, i carichi di lavoro saranno equamente distribuiti tra nuvola e sistemi tradizionali”. La previsione continua con i dati 2030, che consacra il decisivo sorpasso del cloud: su 596 milioni di workload, il 52% e il 29% saranno rispettivamente su nuvola privata e pubblica.
“Il cloud – ha affermato Gelsinger – sarà la forza che espanderà gli investimenti in It. Tanto più è accessibile [in termini di costo e semplicità di utilizzo, ndr], tanto più viene adottato e cresce. Sta toccando qualsiasi aspetto del business e della vita”.
Come fa notare Gelsinger, la spesa in tecnologia all’interno dell’azienda si sposta progressivamente dal dipartimento It alle altre divisioni (marketing, risorse umane, finance ecc.), ma all’It viene attribuita la responsabilità degli incidenti di sicurezza nella quasi totalità dei casi. Per il team It si tratta di bilanciare continuamente tra la libertà richiesta dagli end-user e la necessità di esercitare il controllo per mantenere sicuri i sistemi informativi aziendali. Gelsinger ha sfatato il mito che il cloud eliminerà la necessità di un dipartimento It interno, ma anzi attribuisce al Cio un ruolo ancora più importante dell’attuale, più vicino al business e strategico di governance.
Siamo un “unifier of clouds”
Nel corso di un’intervista con ZeroUno, Shekar Ayyar, Corporate Senior Vice President, Strategy and Corporate Development e General Manager, Telco NFV (Network Functions Virtualization) Group di VMware, ha chiarito il ruolo della società nel nuovo scenario hybrid: “L’ambiente multi-cloud oggi è una situazione comune tra i nostri clienti, che utilizzano soluzioni di cloud privato e servizi erogati sia dai big player internazionali sia dai provider verticali. Da qui, nasce l’esigenza di una tecnologia in grado di connettere la pluralità di nuvole, restituendo una vista olistica e la definizione / distribuzione di policy per la sicurezza attraverso l’intero ambiente It. Il nostro stack per la virtualizzazione del data center viene esteso alla nuvola: ci poniamo come una sorta di ‘unifier’, che permette di abbattere i cloud silos offrendo una piattaforma operativa comune, indipendentemente dalle tecnologie e dagli hypervisor sottostanti”.