La trasformazione digitale reclama supporti IT più flessibili e affidabili di quelli oggi in possesso delle imprese, esigenza che è alla base del multi-miliardario mercato dei servizi cloud, 2,3 miliardi di euro di valore in Italia, secondo le stime più recenti dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano per il 2018. Un mercato di riferimento per OVH, società europea con una ventennale esperienza nell’hosting, oggi impegnata nell’offerta d’infrastrutture di cloud privato e pubblico, grazie anche all’acquisizione del business vCloud Air di VMware (operazione completata alla fine dello scorso anno). Con circa 600 milioni di euro di fatturato previsto per il 2018 e il baricentro in Europa, OVH non ha dimensioni comparabili ai grandi nomi del mercato cloud globale.
“Non sono le dimensioni aziendali che ci fanno preferire dai nostri clienti (1,5 milioni tra utenti singoli e aziende, di cui 40 mila in Italia, ndr) per servizi di outsourcing e di cloud – spiega Dionigi Faccenda, sales manager di OVH –. Contano la nostra focalizzazione sull’infrastruttura come servizio, aspetto che ci permette di avere un’offerta comprensibile e trasparente, anche sul piano dei costi, per chi vuol migrare le applicazioni in cloud riducendo gli oneri IT”.
OVH ha oggi in servizio 28 data center e progetta di aggiungerne altri due in Italia e Spagna. “Siti in cui ci avvantaggiamo delle nostre competenze per l’assemblaggio dei sistemi e in cui impieghiamo gli standard di mercato OpenStack e VMware – precisa il manager –. L’acquisizione di vCloud Air dello scorso anno ha perfezionato una collaborazione già esistente con VMware per l’offerta di soluzioni di software defined data center (SDDC) e vSAN”.
Grazie ai propri data center, OVH può garantire il posizionamento di dati e sistemi nelle geografie richieste dai clienti per esigenze prestazionali e normative. “Abbiamo le certificazioni più importanti per gli impieghi mission critical (ISO, GDPR, PCI DCS, ndr), per il supporto di transazioni bancarie e gestione di dati sanitari – continua Faccenda -. L’uso degli standard rende facile per i clienti spostare i workload tra risorse on premise, nostre e di terzi, evitando i lock-in. I nostri partner, (circa 650 in Italia, divisi a metà tra Web agency e system integrator, ndr) integrano i nostri servizi d’infrastruttura con supporti applicativi verticali, aiutando le imprese nelle migrazioni e nell’aggiornamento degli skill dei team IT per farne parte attiva nell’innovazione”.
Tra i clienti di OVH in Italia ci sono realtà molto diverse: aziende native digitali, tradizionali e service provider che sfruttano sistemi bare-metal, cloud privato e pubblico per erogare soluzioni di business continuity, disaster recovery, backup, fino a quelle più innovative di analisi dati e AI. “Si va dagli studi professionali che vogliono liberarsi dei server sotto alle scrivanie ad aziende che usano servizi vSAN, vCloud Air su piattaforme multicloud o il cloud ibrido per contenere i costi – spiega Faccenda – avvantaggiandosi delle capacità di rete e di supporto professionale 24x7che mettiamo a loro disposizione”.