Iperconvergenza e gestione multicloud sono sempre più necessarie per avere infrastrutture IT più flessibili e facili da gestire, sia per quanto riguarda le componenti interne ai data center sia per quelle esterne, erogate in cloud pubblico.
Un obiettivo per Nutanix, riconosciuta nel febbraio scorso da Gartner tra i leader delle hyperconverged infrastructure, oggi intenta a emanciparsi dal mercato iniziale delle appliance per poter proporre uno stack software per la virtualizzazione dei servizi IT a livello d’impresa. Lo ha fatto con una lunga serie di acquisizioni: nel marzo scorso, attraverso Minjar, Nutanix si è dotata dei servizi per il controllo dei costi e dei carichi di lavoro in esecuzione sui cloud pubblici, unitamente ai tool per ottimizzare l’impiego di ambienti multicloud; sempre a marzo, l’azienda ha acquisito Netsil per gli strumenti di discovery delle applicazioni e il controllo di ambienti cloud distribuiti; in agosto è stata la volta di Mainframe2, società con in dote le tecnologie per il delivery in ambienti cloud di applicazioni desktop Windows.
Nel settembre scorso l’azienda ha inoltre ottenuto la certificazione SAP Hana per le sue soluzioni Enterprise Cloud OS e l’hypervisor AHV, passepartout per impieghi in contesti sempre più mission critical.
Rendere più facile l’attivazione di servizi
Dove vuole arrivare Nutanix? “Il nostro obiettivo è dare all’IT d’impresa le capacità di scalare risorse tipiche dei grandi service provider – spiega Sammy Zoghlami, Vice President Southern Emea – attraverso software semplice da integrare e da usare in ambienti distribuiti per virtualizzare lo storage, i server e il networking, automatizzare il provisioning di risorse on premise e cloud, rendendo più veloce l’attivazione dei servizi”. Rispetto ad altre soluzioni, Nutanix promette un ambiente integrato, semplice da utilizzare e aperto, “che unisce i mondi oggi separati dell’on-premise e del cloud pubblico senza accollare ai team IT gli oneri di manutenzione di ambienti differenti – precisa Zoghlami -. Un approccio che permette di scegliere dov’è più conveniente collocare i carichi di lavoro, evitando i rischi del lock-in con i fornitori [anche se proprio questi fornitori sono partner commerciali di Nutanix, come Lenovo per le appliance iperconvergenti, Microsoft Azure, Red Hat e VMware, ndr]”.
La tecnologia Nutanix è adatta sia alle grandi aziende sia alle piccole con staff IT ridotti, in particolare laddove ci sono siti e apparati remoti: “Dove non è possibile presidiare con tecnici decine o centinaia di siti”, precisa Zoghlami, che prosegue: “È il caso dell’Internet of things (IoT) dove non si può rinunciare all’automazione nella gestione dei sistemi edge, delle applicazioni, upgrade e guasti”.
Nutanix offre automazione e libertà di deploy scavalcando gli ostacoli di formato e di gestione, dando visibilità sui costi dei servizi utilizzati: “Oltre ai costi, i nostri tool permettono di verificare il rispetto delle compliance, proponendo alternative ‘on click’ – continua Zoghlami –. Questo è molto importante per i clienti che operano in settori fortemente regolamentati come, per esempio, nel settore bancario”.
Ampliamento della presenza in Italia
Per il futuro, Nutanix conta sia sullo sviluppo organico sia sulle acquisizioni tecnologiche. “Il nostro criterio è quello di comprare tecnologia, non mercati, integrando tutto ciò che è utile a completare il nostro portafoglio applicativo – continua Zoghlami -. Con le acquisizioni degli scorsi mesi abbiamo rafforzato le capacità di application management e di performance management delle applicazioni che girano in container. Per il prossimo futuro intendiamo estendere il supporto cloud oltre gli attuali servizi AWS, MS Azure e Google Platform [nel mirino ci sono IBM e Oracle, ndr]”. Nutanix ha in Italia circa 250 clienti (su circa 10.000 nel mondo) tra cui Leonardo, Istat e Carel, ha creato una struttura commerciale e di supporto territoriale propria in affiancamento a quella dei partner tra i quali Var Group, Cap Gemini e IBM. “L’Italia è per noi un mercato in forte crescita, entro gennaio apriremo un ufficio a Roma in affiancamento a quello di Milano per dare supporto in progetti diversi che riguardano DevOps, open database, big data e IoT. Oggi lavoriamo con aziende del settore finance, retail, catene di ristorazione, costruzioni, energia, ospitalità. Molti dei progetti riguardano l’esigenza delle aziende di recuperare conoscenza e capacità di contatto diretto con i clienti finali, cosa impossibile con infrastrutture IT tradizionali pensate per il B2B. Tra i settori dove ci stiamo indirizzando c’è il mercato telco”.