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Micro Focus: garantire continuità nella trasformazione IT

A pochi mesi dall’incorporazione della ex Divisione Software HP, la nuova Micro Focus si presenta al pubblico dei CIO/CDO italiani con un ampio portafoglio di soluzioni per razionalizzare e rendere efficiente lo sviluppo in ambiti legacy e cloud, migliorare la governance dell’IT ibrida e la sicurezza nei contesti di trasformazione digitale

Pubblicato il 04 Gen 2019

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Il Micro Focus Summit 2018 che si tenuto a Milano nei primi giorni di dicembre ha segnato un momento importante per la società, a poche settimane dalla riorganizzazione e definizione delle strategie per portare sul mercato in modo coerente le soluzioni acquisite con l’incorporazione della ex Divisione Software di HP. Soluzioni che promettono di dare continuità e gradualità al passaggio tra vecchie e nuove applicazioni, vecchi e nuovi metodi nei grandi progetti di trasformazione digitale delle imprese. Progetti che vedono il ritorno dei CIO come protagonisti: “Le aziende oggi sono sempre più software-driven e il CIO sta ritrovando il proprio ruolo strategico nella gestione dell’innovazione, nel delivery di nuovi servizi e mitigazione dei rischi che i cambiamenti comportano – ha spiegato Andrea Vingolo, country manager di Micro Focus Italia -. Compiti che la nostra azienda supporta ormai da 40 anni, garantendo continuità ed evoluzione a una gamma di soluzioni che spazia dal mondo Cobol al DevOps, fino all’orchestration in cloud”.

Andrea Vingolo, country manager di Micro Focus Italia

Non stupisce che al centro dell’evento milanese e della tavola rotonda finale, Micro Focus abbia messo le testimonianze dirette dei responsabili di grandi aziende italiane, tra cui Enel, SKY e SNAM, protagoniste di complessi progetti di trasformazione e rinnovamento.

Il passato nel futuro di Micro Focus

Jorge Dinarés, president (EMEA & LATAM) of sales di Micro Focus International

Jorge Dinarés, president (EMEA & LATAM) of sales di Micro Focus International, ha marcato all’evento l’importanza di poter dare un duplice supporto ai progetti dei clienti: sia con strumenti innovativi sia con il presidio delle tecnologie del passato ancora in uso, aumentando il ROI. Nel Dna di Micro Focus ci sono le acquisizioni di molti brand storici dell’informatica, come Attachmate, Borland, Novell, Mercury e Peregrine, ma anche di Vertica e HP Software. “Sono 15 le acquisizioni da noi realizzate negli ultimi otto anni e che ci hanno reso la settima software house al livello mondiale – spiega il manager -. Abbiamo 40 mila clienti tra cui 99 delle Fortune 100. Forniamo le tecnologie con cui Uber e Apple fanno analisi predittive (Vertica, ndr), sia le componenti Corba (il Common Object Request Broker di OMG formalizzato nel lontano 1991, ndr) con cui ancora oggi vengono inviati 50 miliardi di Sms al giorno. BMW usa nostro software per testare il codice impiegato a bordo delle auto; General Motors per orchestrare migliaia di server in hybrid IT”. L’impegno di Micro Focus resta quello di dare supporto dal mainframe al mondo Unix/Linux fino al cloud, “aiutando i clienti nella conduzione dei sistemi legacy come negli sviluppi innovativi, aiutando la gestione delle trasformazioni e minimizzando il rischio”. Le aree di soluzioni su cui Micro Focus può oggi contare sono quattro. “DevOps, con i prodotti per la deploy automation e control acquisiti da Serena e le soluzioni per facilitare convivenza e transizione tra metodi waterfall e agile – spiega Dinarés -. C’è l’area dell’Hybrid IT dove abbiamo in portafoglio le componenti ex HP Software per gestire server, servizi e orchestration, in fase di ulteriore sviluppo. La terza area riguarda la sicurezza con i supporti utili per GDPR, per la protezione dati e la gestione delle identità. Infine ci sono le soluzioni di predictive analysis di Vertica, tecnologia di cui stiamo avvantaggiando anche altre soluzioni, per esempio nel DevOps, per l’automazione intelligente”.

Le prospettive di Micro Focus in Italia

Oltre che sulla continuità di supporto ed evoluzione dei tool vecchi e nuovi, Micro Focus è oggi impegnata nel far conoscere l’intera gamma delle soluzioni ai clienti. “Un problema che deriva dalla tradizionale segmentazione tra gruppi di prodotto e che puntiamo a superare con la focalizzazione sul cliente, la creazione del Global Account Program e nuove certificazioni per il canale che daranno più capacità ai partner”. Da sempre presente nei mercati core-IT, Micro Focus intende usare al meglio le competenze dei partner per gli sviluppi su mercati verticali. “Stiamo identificando le aree che ci interessano nelle diverse geografie – spiega Dinarés, senza precisare in dettaglio -. In Asia, per esempio, abbiamo in corso progetti con partner specializzati nel settore smart city”. Per il futuro Micro Focus procederà con la propria ricetta: “Operare nel consolidamento dell’industria software, garantendo continuità ed evoluzione ai prodotti più maturi, quindi continuando a investire in aree importanti, come DevOps e security”, spiega Dinarés. Soluzioni per IoT e Blockchain? “Abbiamo tutte le componenti per gestire operation automatizzate e identità, aspetti che sono vitali per creare processi sicuri in campo IoT. La Blockchain riguarda ambiti che per il momento non presidiamo e che non sono di nostro interesse nell’immediato futuro”. Per quanto riguarda il mercato Italiano, il manager Micro Focus, dichiara esserci un forte potenziale per le soluzioni di security: “Nel 2017, nell’area Emea la sicurezza ha segnato un trend di crescita del 20% che ci aspettiamo venga confermato anche per il 2018 in Italia”. Anche nell’area del DevOps la crescita sarà importante, “perché in Italia molte aziende ci stanno investendo, convertendo i processi tradizionali e razionalizzando i paradigmi di sviluppo”. Altre soddisfazioni Micro Focus le attende nell’area dell’Hybrid IT management, “dove abbiamo lanciato la soluzione Service Management Automation X (SMAX) con funzionalità che risultano allo stato dell’arte per l’evoluzione del tradizionale ITSM verso il cloud – precisa Dinarés -. Negli ultimi sei mesi il prodotto ci ha fatto vincere molte gare in Europa e in Italia l’ITSM era un’area di forza per HP Software”.

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