Il Micro Focus Summit 2018 che si tenuto di recente a Milano è stato l’occasione per la presentazione di progetti importanti di trasformazione IT realizzati con l’impiego delle tecnologie che il vendor software ha oggi nel proprio portafoglio. Il primo progetto è stato illustrato da Paolo Stefan, customer services solutions digital solutions di Enel, che ha iniziato la presentazione con l’immagine emblematica dell’ultimo click con cui la società elettrica ha spento nei mesi passati il proprio mainframe. “Punto d’arrivo di un progetto durato un anno e mezzo – spiega il manager – strutturale alla più generale decisione di Enel di migrare su cloud i propri sistemi informativi. Un cambiamento accompagnato dalla necessità di razionalizzare le applicazioni, dalla creazione di nuovi modelli di servizio, adozione di processi robotizzati e dall’acquisizione di nuove competenze da parte del personale”.
A finire fuori servizio è stato un mainframe IBM z-Series da 2200 Mips con a bordo i sistemi operativi zOS e z-Linux, vari middleware, CX DB, CSF, schedulatori, gestione dei backup su nastri e tool per la di connettività verso banche e servizi di postalizzazione (il sistema gestiva 150 milioni di bollette e gli incassi di Enel Energia sul mercato regolamentato, ndr). “Un progetto iniziato con l’assessment delle componenti in gioco e monitorato per l’intera durata del progetto per l’impossibilità di fermare gli aggiornamenti in attesa della migrazione – precisa Stefan -. Si è quindi deciso cosa migrare, cosa cambiare delle codifiche big endian/little endian, ebcdic/ascii usate nei file di scambio”. Cinque flussi paralleli di lavoro hanno affrontato qualcosa come un migliaio di applicazioni Cobol, 60.000 script JCL, 4000 reti di schedulazione, 4,2 milioni di dataset su nastro e 55.000 tipi di report. “Poiché quando abbiamo iniziato (nel 2015, ndr) non c’era ancora la possibilità di emulare i mainframe in cloud, abbiamo deciso di operare in due fasi: dapprima gestendo la migrazione delle applicazioni in ambiente open e poi il loro successivo passaggio al cloud. Abbiamo valutato la convenienza tra porting e riscrittura di ogni componente, conservando il codice della fatturazione, frutto di 40 anni di sviluppi e facendone il rehosting con Micro Focus Cobol per Linux. Abbiamo invece riscritto l’impianto di CSF per avere più flessibilità a livello delle stampe che inviamo ai clienti”. L’entrata in produzione del codice in ambiente open è stata preceduta da un test di tre mesi in cui i programmi hanno operato in parallelo con il mainframe, “per essere certi che i risultati fossero congruenti – continua il manager –. Poiché il nostro obiettivo finale era full cloud, abbiamo quindi avviato la migrazione del codice open verso la nuvola. Il 90% del lavoro è stato fatto: i servizi vitali di fatturazione e incassi di Enel Energia e Distribuzione sono già in cloud Paas, ci resta il 10% di applicazioni da migrare su cloud infrastrutturale Iaas”. Tirando le somme, “la riduzione dei costi per licenze e infrastrutture è risultata dell’85%, i costi computazionali sono scesi del 21% e del 61% per lo storage. Il porting su Linux del motore di fatturazione ha migliorato del 50% le prestazioni”, conclude Stefan.
Trasformazione digitale: dal CRM alla multicanalità
Altro ambiente IT, altro progetto per Antonio Campani, lead CRM System & development di SKY Italia, che ha raccontato al Summit le fasi di trasformazione dei software di customer relationship della propria azienda. “Focus sul cliente, multicanalità, as-a-service e normative di tutela dei dati (GDPR, ndr) hanno reso necessario il riorientamento delle applicazioni con cui seguiamo il cliente: dal primo contatto all’abilitazione del servizio, dalla disconnessione al recupero, garantendo time-to-market”.
Un lavoro realizzato con la rivisitazione del codice esistente, integrando al meglio i differenti sistemi e attori attraverso il tool di application lifecycle management ALM Octane di Micro Focus. I tool per il testing della famiglia Silk sono stati invece impiegati per realizzare test in modo strutturato, “e poter intervenire in modo tempestivo a fronte delle richieste di modifica. Infine è stato fatto il deploy sfruttando, dove era possibile, i servizi cloud”. Il progetto è stato l’occasione per sperimentare lo sviluppo collaborativo e Agile, “portando in parallelo i task, migliorando la qualità del software e minimizzando gli errori – precisa Campani -. Le dashboard e i kpi sulla capacity dei fornitori hanno consentito il rispetto delle pianificazioni e la gestione delle richieste dell’ultimo minuto”.
Un altro caso portato all’Evento ha riguardato la semplificazione e la trasformazione in ottica multicanale delle applicazioni utilizzate da un istituto bancario di rilevanza nazionale (non citabile, ndr). L’Istituto, che oggi ha l’85% dei prodotti retail su Internet e progetta di portare in forma digitale ulteriori processi bancari oggi manuali, ha utilizzato i tool Micro Focus per strutturare e rendere efficiente la propria logica di IT bimodale, che mette insieme moderni data center ibridi software defined, DevOps, app sviluppate in modalità Agile con il mondo legacy e i tradizionali processi gestiti in waterfall, riuscendo a garantire velocità e qualità nei rilasci software e nei test.
Si aggiunge infine l’esperienza di SNAM di trasformazione in ottica as a service in private cloud di tutte capacità IT erogate sia all’interno della società sia agli utenti finali, presentata all’evento da Stefano Viotti, head of infrastructure & network services SNAM, e Marco Vezzini, manager of Data Center Services. Un progetto che ha richiesto due anni di lavoro e di cui daremo dettagli in un prossimo articolo.