Analisi

I consumi di energia saranno d’ostacolo alla diffusione del Cloud?

Secondo una ricerca, lo sviluppo delle applicazioni accessibili in mobilità è destinato a creare problemi di sostenibilità dal punto di vista energetico. La colpa non è dei data center che erogano applicazioni in Cloud, ma delle reti wireless che ne consentono l’accesso

Pubblicato il 23 Apr 2013

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I ricercatori del Center for Energy Efficient Telecommunications (CEET) con cui collabora l’Università di Melbourne hanno provato a calcolare il consumo d’energia delle varie componenti che servono per supportare, in modalità Cloud, i nuovi servizi erogati su sistemi mobili e fatto una scoperta poco confortante: lo sviluppo non tiene conto dei consumi d’energia.

L’utilizzo su reti mobili di servizi molto comuni, come Google Apps, Office 365, Amazon Web Services (AWS), Facebook, Zoho cloud office, e molti altri, è accompagnato da forti consumi energetici, al punto da mettere in serio dubbio la sostenibilità a lungo termine dell’attuale modello di sviluppo dei servizi.

Principali responsabili dei consumi non sono i data center, a cui si attribuisce in ogni caso un contribito pari al 9% sui consumi energetici generati dai nuovi servizi, ma le reti di accesso wireless – WiFi e 4G LTE, in particolare – che assorbono il 90% dell’energia totale e sono quindi principali responsabili delle conseguenti emissioni di CO2.


Una crescita insostenibile
Sulla base dei trend di sviluppo delle applicazioni online, i ricercatori del CEET stimano che l’energia assorbita sia destinata a toccare a livello mondiale la quota di 43 TW/h entro il 2015, con un incremento del 460% in tre anni, e un impatto ambientale paragonabile alla messa in circolazione di ben 4,9 milioni di automobili.

Il consumo dei data center, un tema sul quale si discute da tempo e che ha trovato alcune soluzioni sul piano tecnologico e della gestione, rappresenta insomma soltato una goccia nel mare, rispetto all’impatto energetico dello sviluppo dei sistemi di accesso wireless, secondo i ricercatori, intrinsecamente inefficienti.

CEET, a cui collaborano in partnership anche Alcatel-Lucent, Bell Labs, sta studiando i modi per migliorare l’efficienza nella gestione delle reti e quindi per impedire che i sistemi di telecomunicazioni – che già oggi, si stima, assorbano circa il 2% dell’energia prodotta nel mondo – possano arrivare a consumare il 10% dell’energia disponibile entro il 2020, come le proiezioni degli attuali consumi lasciano prevedere, almeno in assenza di azioni specifiche di mitigazione.


Un problema sottovalutato
Mentre oggi le discussioni sul tema dello sviluppo delle applicazioni Cloud si concentrano sul problema della banda di rete, ritenuto l’ostacolo principale al futuro sviluppo dei servizi, secondo i ricercatori CEET dovremmo invece preoccuparci maggiormente di un altro collo di bottiglia, rappresentato dalla disponibilità d’energia e sui modi per ottenere maggiore efficienza a livello delle reti.

Secondo i ricercatori, sarà impossibile che le persone decidano di rinunciare alla comodità dei servizi mobili per questioni di ecologia o di convenienza. La ricerca dovrà quindi puntare sull’aumento dell’efficienza, per esempio studiando modi per condividere tra più utenti le stesse risorse e agendo sulle modalità con cui i dati vengono gestiti sulle reti globali.

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