I profili degli otto vendor

Pubblicato il 22 Nov 2012

  • Ibm. L’offerta comprende tool di collaborazione esterna e interna ed è stata di recente ribattezzata SmartCloud for Social Business. Viene erogata come servizi cloud da una rete di data center distribuiti in tutto il mondo con opzioni di hosting dedicato o multi-tenant. Buona parte delle funzioni è accessibile da mobile tramite app native basate sulle principali piattaforme: iOS Apple, Android e BlackBerry. L’ambiente Social Business Toolkit permette customizzazioni e ampliamenti funzionali.
  • Microsoft. L’offerta è Office 365, su cui sta investendo molto per portare le funzioni di collaboration in cloud allo stesso livello qualitativo di quelle on-premise, in modo da dare totale libertà di scelta ai clienti. Inoltre sta collaborando con enti e organismi normativi, e in particolare con l’Unione Europea, per recepire norme e standard di conformità e sicurezza in modo da rassicurare i potenziali clienti.
  • Salesforce.com. La soluzione di social collaboration si chiama Chatter e si basa sulle competenze di sviluppo, compliance e sicurezza per cui è rinomata grazie alle piattaforme ‘core’ di Crm SaaS (Salesforce Crm) e Platform-as-a-service (Force.com), con cui Chatter è nativamente integrata. A conferma dell’impegno nella collaboration c’è la recente acquisizione dello specialista di web conferencing Dimdim. In dote porta anche un consolidato ecosistema di sviluppo cloud e un app marketplace nato per rivolgersi alle aziende.
  • Box. Specialista californiano con un fondatore-Ceo di soli 27 anni, ha iniziato nel 2005 offrendo servizi di File Sharing al mercato consumer, e passando poi al target aziendale. Per rassicurare i responsabili It punta soprattutto sulla consolidata rete di data center distribuiti, su strumenti di gestione sofisticati e su app per l’accesso mobile. Tra i clienti ha Procter & Gamble (18.000 posti di lavoro), e ha tra i propri investitori Sap e Salesforce, oltre a vari fondi. Recentemente ha rifiutato un’offerta d’acquisto di 700 milioni di dollari di Citrix, e si sta espandendo in Europa.
  • Yammer. Nel luglio 2012 è stata acquisita da Microsoft per 1,2 miliardi di dollari. Punta soprattutto sull’integrazione delle proprie soluzioni con i sistemi esistenti (ha accordi con Sap, NetSuite e Salesforce.com), nonché su sofisticati tool di administration, multiple domain management, controllo degli accessi e gestione centralizzata del provisioning degli utenti finali.
  • Google. Ha dato il via al mercato cloud collaboration lanciando Google Apps Premiere Edition nel 2007, molto innovativa per il modello (una suite completa di produttività e collaboration basata sul browser) e per il prezzo di soli 50 dollari per utente/anno. Insieme a Salesforce (Crm) e Workday o NetSuite (Erp), Google Apps è un caposaldo per migliaia di aziende che hanno ‘installato’ il sistema informativo nella cloud, anche grazie agli strumenti di gestione, e alle certificazioni di sicurezza (Fisma, Iso 27001) ottenute.
  • Cisco. Ha esteso il nome WebEx del servizio di web conferencing all’intera offerta di collaboration. Fin dall’inizio ha realizzato una robusta infrastruttura di data center e sicurezza su cui ora fa leva per l’ampliamento della suite, basata su WebEx Connect (messaging e video chat) e WebEx Social, nuovo nome della soluzione social Quad. Sono disponibili app per la fruizione di WebEx Meeting Center e Connect per tutte le principali piattaforme mobile.
  • Citrix. La divisione Online Services (Osd) è in fase di transizione: partita dalle soluzioni GoTo (accesso remoto e webconferencing) ora sta integrando le acquisizioni ShareFile e Podio (team collaboration), che dimostrano l’interesse per questo mercato. Recentemente ha annunciato StorageZones per ShareFile, una modalità di gestione cloud in sicurezza del file sharing degli utenti finali.

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