Applicazioni e infrastrutture: innovazione coordinata

Una ricerca commissionata da Riverbed Technology, evidenzia come ancora oggi siano la minoranza le organizzazioni che adeguano data center e reti prima di introdurre soluzioni business-critical innovative. Queste realtà, definite Transformer, ottengono ritorni sugli investimenti e vantaggi competitivi più velocemente delle altre.

Pubblicato il 28 Apr 2014

L’adozione di applicazioni e tecnologie innovative e quella di infrastrutture ad alte prestazioni per sprigionare tutto il loro potenziale di beneficio per il business dovrebbero sempre andare a braccetto. Ma è così? Una ricerca sul mercato Emea commissionata nel 2013 da Riverbed Technology, multinazionale specializzata in application performance, ha dimostrato che solo un quarto delle aziende con più di mille dipendenti applica questo precetto. La società di analisi londinese Loudhouse ha rilevato che solo il 25% delle oltre 1.000 organizzazioni intervistate (101 in Italia) appartiene alla categoria dei Transformer, coloro i quali non si limitano ad aggiungere nuove applicazioni su infrastrutture esistenti, ma riconoscono l’importanza di disporre di infrastrutture a elevate performance.

Albert Zammar, Country Manager di Riverbed Technology in Italia

“Negli ultimi anni – spiega Albert Zammar, Country Manager di Riverbed Technology in Italia – abbiamo visto le aziende effettuare investimenti nei quattro driver di riferimento cloud, social media, mobility e big data. Ma quando chiediamo di commentare i benefici ottenuti, scopriamo che circa metà si attendeva un ritorno sull’investimento (Roi) più rapido. Non solo: afferma che il Roi conseguito negli anni passati adottando tecnologie più tradizionali era stato più veloce. Tutti concordano che lo sviluppo di nuove applicazioni e l’adozione di nuove tecnologie non sono andati di pari passo con una rivisitazione delle infrastrutture. Rivisitare significa, per esempio, consolidare il più possibile le risorse e ridisegnare data center e reti in ottica software-defined, presupposto indispensabile se la priorità è il miglioramento del provisioning”.

La ricerca Loudhouse rivela che il 51% dei Transformer dichiara di essere soddisfatta dell’impatto dell’adozione di nuove applicazioni e tecnologie sulla gestione della catena di fornitura, contro solo il 21% dei non Transformer. Il 46% di chi ha attribuito un ruolo centrale all’ottimizzazione delle infrastrutture ha riscontrato miglioramenti nei processi collaborativi, rispetto al 29% di chi non lo ha fatto. Un numero significativo di Transformer dichiara di aver rilevato miglioramenti nell’agilità (46%) e nella capacità decisionale (45%), mentre a esprimersi in modo analogo sono il 22 e il 26% dei non Transformer.

Nino D’Auria, Vice President of Channel Sales Emea di Riverbed Technology

Quale ruolo gioca in questo contesto Riverbed? “Fino a qualche anno fa – risponde Nino D’Auria, Vice President of Channel Sales Emea dell’azienda – eravamo noti solo per la wan optimization, mercato in cui siamo leader e che genera ancora la maggior parte del nostro fatturato. Poi siamo entrati nell’application e nel network performance management. Più recentemente, oltre ad avere lanciato una tecnologia per la gestione dello storage nelle filiali, siamo entrati anche nell’application delivery management, che analizza e permette di ottimizzare come le applicazioni sono fruite dall’utente finale, per esempio tramite il cloud. Oggi presidiamo mercati la cui somma totale è di circa 11 miliardi di dollari”. Ma che, soprattutto, rappresentano la chiusura del cerchio che mette d’accordo applicazioni, data center e networking.

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