Aruba: il cloud corre verso l’internazionalizzazione

Al datacenter di Arezzo sono stati presentati piloti, risultati e obiettivi dell’Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team. Intervistato durante l’evento, Stefano Sordi, direttore marketing di Aruba, ha fatto il punto sulle strategie cloud della società toscana verso una dimensione europea e mondiale

Pubblicato il 16 Mar 2016

AREZZO – Continua l’avventura di Aruba e Ducati nel Campionato Mondiale Superbike. A un anno di distanza dall’annuncio della partnership tra le due società italiane, che ha visto la nascita dell’Aruba.it Racing – Ducati Superbike Team, il provider toscano è pronto a confermare il sodalizio anche per la stagione 2016.

Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba

“Nel mondo delle corse non c’è spazio per le piccole emozioni – afferma Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba, durante la conferenza stampa dal datacenter di Arezzo – e il 2015 è stata una stagione di grande soddisfazione in termini sia di risultati sportivi sia di ritorni in visibilità sul panorama mondiale”. Per la società aretina, infatti, la costruzione di una solida brand awarness fuori dall’Italia e le strategie di internazionalizzazione sono una priorità, da conseguire sull’onda inarrestabile del cloud.

Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba

“L’obiettivo è acquisire autorevolezza all’estero – afferma Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba, nel corso dell’intervista rilasciata a margine dell’evento – e il fatto di associare il nostro nome a un marchio di eccellenza come Ducati ci permette di rafforzare la nostra percezione sul mercato”.

Altro driver importante per la riconoscibilità internazionale è stata nel 2014 l’acquisizione dell’estensione .cloud: “Abbiamo vinto la competition contro giganti del calibro di Google e Amazon. Oggi tutti i maggiori player, da Vodafone a Facebook a Apple, si sono rivolti a noi per l’acquisto di un dominio .cloud. Nel 2015 abbiamo inoltre consolidato la nostra presenza in Ungheria e Repubblica Ceca, dove già eravamo ben posizionati, siamo cresciuti in mercati come Spagna e Polonia, stiamo performando positivamente in Turchia. L’obiettivo è guardare oltre l’Europa, agli Stati Uniti e all’Est asiatico: le aziende americane e le imprese orientali, desiderose di approdare nel nostro continente, hanno la necessità di appoggiarsi a datacenter locali a supporto dell’espansione del business. Aruba attualmente dispone di sei dta center in 5 Paesi Ue (due strutture sono in Italia) e l’obiettivo è aggiungerne altri nei mercati più promettenti”.

Attualmente la nuvola rappresenta il cavallo di battaglia del provider toscano: “Da quando è stata attivata nel 2011, l’offerta cloud di Aruba ha mostrato una crescita annua del fatturato costante e sempre a tre digit – dichiara con soddisfazione il direttore marketing -. Se all’estero stiamo lavorando soprattutto con la vendita delle soluzioni entry level [l’offerta denominata Server Vps di macchine preconfigurate, basate su tecnologia VMware e storage Ssd, ndr], in Italia i progetti sono mediamente di fascia più alta e riguardano il servizio IaaS vero e proprio, che consente di creare un’infrastruttura scalabile”. Un altro punto di attenzione nel portfolio Aruba è il Private Cloud che secondo Sordi ha permesso di “sdoganare il Disaster Recovery anche presso le Pmi, assicurando la ridondanza del datacenter primario senza la necessità di implementare costose infrastrutture fisiche spesso sottoutilizzate”.

Concludendo, Sordi ha fatto il punto della situazione sul programma Aruba Business rivolto al canale, lanciato lo scorso ottobre: “L’obiettivo è raddoppiare il numero dei partner rispetto agli attuali due-tremila. Oggi ci stiamo occupando della migrazione dei sistemi It dei clienti dei nostri partner, dalle attuali infrastrutture al cloud di Aruba”.

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