Bmc: ancora It Service Management con attenzione al cloud

Abilitare i cloud Service Provider a fornire con successo servizi differenzianti; offrire l’Itsm come Saas, direttamente o tramite partner; abilitare le organizzazioni a costruire e gestire propri cloud privati; federare e gestire diversi servizi cloud. Ecco vision e strategia di Bmc illustrate dal Cto Emea Fabio Violante.

Pubblicato il 13 Giu 2012

In una recente conferenza stampa di Bmc sul tema dell’It Service Management, un ambito su cui la società non ha mai smesso di investire sia con sviluppi organici sia con l’acquisizione di Numara (grazie alla quale l’azienda è riuscita ad accedere al segmento di mercato delle aziende piccole e medie allargando lo storico orientamento alle grandi imprese), incontriamo Fabio Violante (nella foto), Cto Emea di Bmc, fino ad ottobre 2010 amministratore delegato e co-fondatore di Neptuny, società leader di mercato nel capacity management acquisita poi da Bmc. Nella nuova veste, Violante ha seguito lo scouting delle tecnologie da acquisire e ha lavorato alla definizione delle relative roadmap.
Come Cto vede instaurarsi nel mercato quattro principali trend.

Primo, la consumerizzazione dell’It (end-user experience, mobilità, social networking), con forte pressione sul Cio per garantire accessibilità ed efficienza delle applicazioni e il rischio-opportunità da gestire del Bring Your Own Device.

In secondo luogo, il delivery ibrido di servizi (virtualizzazione, cloud privato e servizi Iaas, Paas e Saas on demand): “si passa dal delivery dei servizi attraverso il tradizionale data center a servizi erogati in self-service o in multi-sourcing da più cloud – osserva Violante -; cambia la percezione degli utenti che possono avere i servizi in self service attraverso un’infrastruttura disponibile in minuti anziché in giorni; gli utenti devono però essere ‘educati’ ad avere dei servizi adattandosi alle disponibilità di un catalogo, in cambio comunque di un’agile application delivery; infine, si scatena una significativa migrazione dei portafogli applicativi anche per processi mission critical verso la fruizione Saas (un esempio su tutti il Crm con Salesforce.com)”.

Terzo trend citato da Violante, il nuovo Data Management con l’Unstructured Data e il Big data che aprono la possibilità di estrarre informazioni analitiche da enormi moli di dati.

Quarto ma non ultimo, il trend che vede il Cio ‘doversi’ occupare della regia della Service Governance per cui “acquisisce il ruolo di Service Broker garante su un’infrastruttura ibrida di un Service Portfolio Management, una Financial Transparency e una Continuous Compliance per servizi prodotti in house o acquisiti all’esterno”, commenta Violante.

“Questi quattro trend – conclude il Cto di Bmc – convergono verso uno scenario che rende strategico l’It Service Management, il core business di Bmc. E secondo quanto rivelato da Gartner, Bmc svetta con la più alta percentuale (26%) di clienti che la eleggono ‘fornitore strategico primario nell’Itsm’ (Microsoft è al 14%, Hp al 12%, Ibm e VmWare al 10% Oracle e Ca al 7%)”.

Per quanto riguarda il cloud, “L’interesse degli utenti per le soluzioni di Bmc è misurato da oltre 400 opportunità a livello mondiale (con oltre cento nuove occasioni di business in quest’ambito nate solo nel 2011)”, commenta Violante, “con un peso preponderante che arriva soprattutto dagli stessi cloud Service provider (circa il 25% dei casi), seguiti a ruota dalle Telco”. Seguono nell’ordine i servizi cloud per il mondo Finance (circa 15%) e quelli dei Settori pubblico, tecnologico, manifatturiero e assicurativo (circa 5%).

Violante enuncia un piccolo manifesto della strategia Bmc per il cloud: “Anzitutto abilitare i cloud Service Provider a fornire con successo servizi differenzianti; offrire il proprio It Service Management as a Service (Itsm come Saas) direttamente o tramite partner; abilitare le organizzazioni a costruirsi, far funzionare e gestire propri cloud privati; infine assicurare il successo del cloud multi-sourcing, federando e gestendo diversi servizi cloud”.

Nell’acquisizione di Numara Software (fatturato annuo di 100 milioni di dollari), Bmc (2,1 miliardi di dollari) ha investito tre volte il fatturato di Numara. Ma ha così aggiunto al suo portafoglio clienti, tipicamente large account, tutta la fascia mid market, con qualcosa come 55.000 licenze Numara (prodotti FootPrints e Track-it). “Due leader di mercato, ciascuno nel proprio segmento, agiscono ora sotto lo stesso brand” è il commento di Violante. Citate per Bmc-Numara le referenze di Campari, Amplifon, Banca Popolare del Lazio, Banca Santangelo, San Raffaele di Roma.

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