Un ambiente infrastrutturale appoggiato ad una piccola realtà che non ha saputo scalare ed evolvere tenendo il passo con la crescita del business e delle necessità di Dau, eccellenza italiana che ha fatto di un motore grafico software per la configurazione di ambienti il proprio cavallo di battaglia, in Italia e nel mondo.
Parte da questa criticità la decisione di Dau di passare ad Ovh come partner tecnologico sfruttando via cloud la sua infrastruttura hardware, così come raccontano a ZeroUno Andrea Gnoato e Bruno Grotto, rispettivamente Consulting Director e It System Manager di Dau. “Inizialmente centralizzavamo la soluzione software (un configuratore di prodotto grafico, ossia un sistema software per il disegno tecnico assistito) su un unico server – spiegano Gnoato e Grotto -. Man mano che i clienti aumentavano iniziavano a verificarsi problemi di performance infrastrutturale che andavano ad incidere a cascata su quelli del software e della disponibilità dei dati (soprattutto nella versione della soluzione che prevede un agent software installato dal cliente ma con un accesso via cloud per l’aggiornamento dei database che alimentano il configuratore). Condizione inammissibile e del tutto intollerabile di fronte ad un piano espansionistico dell’azienda che aveva già iniziato il suo percorso di internazionalizzazione”.
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IL CASO UTENTE – Dau: quando l’espansione del business passa anche dal cloud |
I primi interventi si sono concretizzati mediante la virtualizzazione server che “per un po’ ha retto la scalabilità del software ma che, con la continua crescita dell’azienda e la necessità di rendere la soluzione accessibile ad un numero sempre maggiore di utenti proprio attraverso la possibilità di aggiornare via cloud i dati, ha mostrato tutti i suoi limiti”, aggiunge Grotto.
La decisione di affidarsi quindi ad infrastrutture più performanti ma, soprattutto, ad un fornitore che potesse garantire nel tempo la disponibilità di risorse It in modo incrementale a seconda delle esigenze di business (in modo agile e dinamico, senza cali prestazionali e con una scalabilità rapida), ha dato il via alla relazione Dau-Ovh dove “la manutenzione hardware è in carico ad Ovh mentre la gestione delle macchine virtuali e del software rimangono in carico a noi”, spiega Grotto.
“Considerando che il prossimo anno lanceremo la nuova soluzione, completamente web nativa, che potrà essere erogata secondo nuovi modelli di Software as a service, la disponibilità delle risorse infrastrutturali diverrà un elemento ancor più critico che solo attraverso la flessibilità del cloud computing pensiamo possa essere superato”, spiega in chiusura Gnoato.