MILANO – Da società specializzata in manutenzione di data center mission critical a fornitore di servizi anche di tipo cloud. È l’evoluzione della italiana General Computer, nata nel 1993, con sedi a Milano, Roma, Fidenza e, da qualche settimana, anche una filiale in Francia.
“Un’azienda con un fatturato 2011 di 12 milioni di euro, che a fine 2012 sarà cresciuto di circa il 10%”, dichiara Maurizio Barbieri (nella foto), presidente della società. Le sue dimensioni, oltre che la storia, la rendono sufficientemente grande e solida per servire una clientela costituita prevalentemente da medie e grandi aziende, nonché da realtà della pubblica amministrazione e della sanità; ma non così “pesante” da rendere impossibile un rapporto personalizzato con i singoli clienti e una loro conoscenza da parte di tutto lo staff, dai tecnici, ai manager, alla proprietà. E già che parliamo di caratteristiche che sappiamo essere apprezzate dalla tipica azienda del made in Italy, aggiungiamo quella che – quando si tratta di cloud computing – risulta una delle più richieste: “L’utilizzo – sottolinea Barbieri – di un data center localizzato in Italia. Tutti i nostri clienti possono venire a vedere le macchine che mettiamo loro a disposizione”.
L’offerta di cloud service targata General Computer è anche all’insegna della personalizzazione. Da società con un Dna nella sistemistica e nella manutenzione di data center, la società propone essenzialmente Infrastructure-as-a-service (Iaas) nelle declinazioni di virtual hosting, virtual data center / private cloud, physical hosting. Sono forniti anche servizi di data center modulari e componibili, fra i quali l’housing, gestito e non gestito. In un contesto più generale di It Outsourcing, General Computer propone anche attività specifiche di desktop, network e system management, e di disaster recovery.
Barbieri è convinto che “presto nessun imprenditore potrà fingere che il cloud non esista. Questa innovazione irromperà nelle aziende in meno tempo di quanto si pensi. Tecnicamente sono disponibili le autostrade digitali necessarie e nel giro di poco arriverà anche il wireless di quarta generazione, l’Lte. Il cloud sarà anche mobilità e, quindi, anche bring your own device (Byod); attraverso il cloud, le aziende potranno fruire di servizi di mobile device management per gestire i loro parchi di dispositivi mobili”.
Il cloud computing, insomma, permette alle aziende sia di dotarsi di tecnologie innovative sia di continuare a usare quelle più tradizionali senza doversi fare carico di investimenti in infrastrutture che con il tempo diventano obsolete, trasformando i costi fissi (Capex) in costi variabili (Opex) e mettendo nel contempo a disposizione evoluti livelli di sicurezza e disaster recovery. “Beneficiando delle nostre economie di scala – dichiara Barbieri – le imprese possono risparmiare dal 25 al 30% sui costi It. Il nostro data center è dotato delle più moderne tecnologie di security, oltre che di archiviazione e disaster recovery. I nostri servizi possono essere utilizzati anche dalle software house per fornire applicazioni in modalità Software-as-a-service o da altre tipologie di provider per offrire servizi avanzati tipici della digital economy”.