Secondo IDC, entro il 2018 oltre l’85% delle imprese implementerà architetture multi-cloud che comprendono un mix vario di servizi cloud pubblici, cloud privati, community cloud e cloud hosted. E IBM non vuole giocare il ruolo di comprimaria in un mercato in continua espansione. La riconferma dell’importanza che la nuvola assume nelle strategie di Big Blue arriva dai keynote che si sono susseguiti sul palco dell’IBM InterConnect 2017, la kermesse che ha riunito a Las Vegas nei giorni scorsi oltre 20mila tra clienti, partner e sviluppatori di Big Blue. La società di Armonk ha annunciato nuovi software e servizi progettati per risolvere il problema dell’integrazione tra i dati aziendali e le applicazioni gestite on premise e gli ambienti cloud privati e pubblici. IBM Cloud Integration è stato progettato per consentire ai clienti di accedere e utilizzare i dati aziendali provenienti da diverse fonti, tra cui i servizi cloud, le piattaforme di messaggistica o i software applicativi, indipendentemente dall’ambiente in cui risiedono, utilizzando interfacce di programmazione applicativa (API). Accanto a questo, Big Blue ha presentato un nuovo assistente “evoluto”, disponibile all’interno del bouquet di servizi cloud IBM, che sfrutta le funzionalità della piattaforma di cognitive computing e AI Watson per aiutare gli IT specialist che gestiscono reti di smartphone, tablet, computer portatili, dispositivi IoT e altri endpoint IT. Ma sul palco della kermesse, i vertici di Big Blue hanno anche annunciato un nuovo set di servizi di storage nel cloud, pensati per velocizzare l’accesso a una pluralità di fonti dati e accelerare la realizzazione di insight utili per indirizzare le strategie di business. La partnership che legava IBM a NetApp, infine, è stata estesa con lo scopo preciso di migliorare le funzionalità di backup nel cloud IBM.
Il meglio degli ambienti multi-cloud
IBM Cloud Integration offre un’opportunità senza precedenti per le aziende che hanno bisogno di condividere i dati in un ambiente multi-cloud, fornendo
funzionalità di integrazione di applicazioni cloud con l’infrastruttura attuale, unita al supporto del cognitive computing e alla capacità di gestire le interfacce di programmazione (API) in ambienti multi-cloud. I merchant online si sforzano di offrire un’esperienza d’acquisto all’avanguardia nonostante i vincoli del magazzino, identificando rapidamente le tendenze del mercato per capitalizzare sul comportamento dei consumatori. Utilizzando IBM Cloud Integration, i rivenditori che operano sul web saranno in grado di integrare i dati provenienti dalle vendite con quelli delle applicazioni di gestione dell’inventario nella nuvola, indipendentemente da dove questi risiedono. Saranno, quindi, in grado di combinare questi dati con le informazioni provenienti dal cloud pubblico, come i servizi monitoraggio del mercato forniti da terze parti, per ottenere una visione completa dei trend in corso, adattando in tempo reale le proprie strategie di vendita in relazione ai vincoli del magazzino e a quelli legati alle strategie di fornitura. «Le aziende scelgono sempre più spesso di fondere l’infrastruttura esistente all’interno di una pluralità di ambienti cloud, creando un cloud ibrido piuttosto complesso ma che si rivela fondamentale per ottimizzare le strategie d’impresa – ha dichiarato Arvind Krishna, Senior Vice President, Hybrid Cloud e Direttore IBM Research di IBM –. Mettendo insieme e integrando i dati attraverso una piattaforma cloud aperta, stiamo fornendo ai nostri clienti l’agilità e il controllo che richiedono, pur dando loro una visione più completa di ciò che accade all’interno della loro azienda».
IBM ha anche annunciato la disponibilità di alcuni nuovi servizi cloud e, in particolare:
• IBM Cloud Product Insights
Si tratta di un set di servizi utile per estendere le funzionalità del cloud ibrido ad alcuni software IBM. Offre agli amministratori IT la capacità di visualizzare, monitorare e definire le metriche di utilizzo dei servizi cloud da un unico cruscotto. Attraverso questa dashboard è possibile tenere traccia dell’utilizzo di tutti i software utilizzati in azienda, ottenere report sull’uso e integrare questi dati con altri servizi di cloud ibrido o altri modelli di nuvola.
• IBM Digital Business Assistant
Combina cloud ibrido, data/machine learning (auto-apprendimento) e process automation per incrementare la produttività individuale (e quella del team) attraverso la visione proattiva del futuro degli ambienti multi-cloud particolarmente complessi, fornendo allarmi e indicando agli utenti le azioni da intraprendere sulla base dell’analisi delle interazioni passate.
• IBM Cloud Automation Manager
Sfrutta Watson come consulente evoluto per prendere decisioni consapevoli e gestire ambienti multi-cloud con funzionalità di provisioning automatizzato delle risorse, orchestrazione e governance. Cloud Automation Manager è progettato per funzionare sfruttando le funzionalità cognitive di Watson e rappresenta anche un marketplace di microservizi pre-configurati utile per accelerare il deployment delle applicazioni e semplificarne la gestione lungo tutto il loro ciclo di vita.
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