L’IBM Global Entrepreneur Program for Cloud Startups è il nuovo programma lanciato da Big Blue che ha lo scopo di aiutare e sostenere le start-up e gli imprenditori a utilizzare al meglio il potenziale del Cloud di IBM, oltre a introdurli nella sua rete globale con l’obiettivo di innovarsi ed espandersi ulteriormente.
Dalla ricerca “2014 Global Venture Capital Confidence Survey” emerge che oltre 300 venture capitalist hanno investito nell’ultimo anno in buona misura in aziende tecnologiche che nella maggior parte dei casi operano nel Cloud e nel Mobile Computing; da questo dato nasce l’esigenza da parte di IBM di fornire alle start-up i mezzi per sviluppare le App di prossima generazione per il Cloud.
Attraverso il programma, le start-up, con specifici requisiti, potranno beneficiare di crediti fino a un valore di 120.000 dollari per usufruire in 12 mesi dei servizi Cloud di IBM, in modo da avere a stretto giro a disposizione le risorse per far partire le proprie attività ed essere subito competitive sul mercato.
«L’IBM Global Entrepreneur Program for Cloud Startups fornisce una gamma completa di risorse per supportare l’innovazione collaborativa nel Cloud – ha sottolineato Promod Haque, Senior Managing Partner of Norwest Venture Partners (NVP) -. Consentendo l’accesso all’ampio portafoglio Cloud di IBM e ai servizi di terze parti, sviluppati su API open source, le start-up possono ora creare e monetizzare più facilmente le loro soluzioni. L’aspetto più importante è che questo programma può contribuire ad accelerare la velocità con cui le start-up Cloud si aprono al mercato e si espandono».
Gli imprenditori, poi, potranno accedere al portafoglio Cloud di IBM che include Bluemix, la piattaforma Cloud di Big Blue per lo sviluppo di App con oltre 75 servizi di run-time, che permetteranno alle start-up di acquisire e sfruttare i volumi di Big Data in continua crescita che provengono da dispositivi mobili e social network.
«Ora che iniziamo il nostro processo di selezione delle start-up più innovative per aiutarle a crescere, i programmi come quello di IBM sono essenziali per creare un flusso consistente di promettenti innovatori – ha aggiunto Gabriella Draney, co-fondatrice e CEO di Tech Wildcatters, un fondo acceleratore di tecnologia mentor-driven che si rivolge alle giovani imprese B2B -. Grazie al potenziale del cloud e ai contatti di business necessari, siamo entusiasti di lavorare con IBM per permettere che alcune delle migliori idee possano passare dalla fase embrionale a trasformare settori e mercati”.
IBM, inoltre, sarà a disposizione delle nuove realtà tecnologiche fornendo, attraverso eventi e incontri, i contatti e le partnership che risultano essere fondamentali all’inizio della propria crescita; con lo sviluppo dei prodotti, poi, gli imprenditori potranno usufruire di supporto tecnico e consulenza attraverso la rete globale di IBM. «IBM è l’unica grande azienda di tecnologia a offrire contatti diretti e di persona, con le grandi società e il mentoring così cruciale per le imprese che muovono i primi passi – ha sottolineato Robin Hrassnigg, CEO di Diabetizer, una start-up europea e partner di IBM -. Ora che la nostra azienda continua a espandere la sua App, che utilizza il cognitive computing e il Cloud per aiutare i pazienti diabetici a gestire il proprio trattamento con flessibilità e accuratezza, punteremo sempre più a questi tipi di contatti, per portare il nostro approccio ai Big Data a diversi settori».
Un’altra testimonianza della validità del programma di IBM arriva da Grid Mobile, una società di software e comunicazioni mobile di New York che si è allineata al progetto di IBM per disporre degli strumenti tecnologici e dei contatti che sono fondamentali per crescere in funzione di un nuovo business. Con questi mezzi a disposizione, Grid Mobile pensa di trasformare il servizio mobile tramite un piattaforma per le comunicazioni mobile-first che sia integrata e soprattutto sicura.
«Mentre la portata dei servizi, delle funzionalità e dei partner che utilizzano il Cloud IBM continua a crescere, è indispensabile rendere il nostro Cloud più accessibile alle start-up nelle prime fasi della loro attività in tutto il mondo, al fine di accelerare l’innovazione in un’enorme gamma di settori, dall’assistenza sanitaria alle banche eccetera – ha specificato Sandy Carter, General Manager of ecosystem development in IBM -. Quello che il settore tecnologico può fare con i Big Data, l’analytics e il cognitive computing attraverso il Cloud non ha limiti; inoltre, può aiutare a far sì che queste idee siano in primo piano rispetto a ciò che le grandi aziende stanno pensando per i loro clienti contribuendo a risolvere alcune delle più grandi sfide con cui si confrontano oggi le imprese».