7 aziende italiane su 10 scommettono sulle infrastrutture iperconvergenti (HCI). È quanto rilevato da IDC che ha comunicato che l’adozione dell’iperconvergenza in Italia e nel mondo continua ad accelerare a mano a mano che aumenta l’esigenza da parte delle aziende di modernizzare e trasformare in chiave digitale i propri data center.
Sull’onda dell’adozione in aumento, IDC ha stimato il mercato complessivo HCI pari a 12 miliardi di dollari nel 2019. Le previsioni vedono la spesa HCI crescere con un CAGR annuo superiore al +20% da qui al 2023, con un mercato che proprio nel 2023 arriverà a valere 16,8 miliardi di dollari. In Italia si calcola che 7 aziende su 10 hanno investito in iperconvergenza.
Per molte organizzazioni alla ricerca di agilità, facilità di gestione e razionalizzazione dei costi, l’infrastruttura iperconvergente rappresenta infatti oggi la migliore soluzione, come evidenziano i più recenti sondaggi condotti da IDC. Ciò risulta vero anche per il 70% delle imprese italiane, che vedono nei sistemi iperconvergenti uno dei principali abilitatori della modernizzazione delle infrastrutture IT, con particolare riferimento agli ambienti legacy.
HCI ha cominciato a diventare popolare una decina di anni fa, ma solo con la recente maturazione della tecnologia ha iniziato a divenire lo standard de facto per il consolidamento di data center, la gestione di applicazioni business-critical e l’implementazione di cloud ibridi.
Molti clienti stanno implementando HCI sia per carichi di lavoro tradizionali sia per moderni workload con ordini di grandezza tipici del mondo web. IDC ritiene che l’adozione di HCI sia necessaria per poter compiere quel salto generazionale verso architetture software-defined e API-driven in grado di portare vera automazione e intelligenza infrastrutturale nelle aziende, indispensabile per competere a livello applicativo e quindi di processi e servizi nell’economia digitale.