Il Finance verso l’hybrid cloud, come e perché

All’Executive Dinner milanese organizzato da ZeroUno in collaborazione con Fastweb e Cisco, è stato affrontato, tra gli altri, il tema del passaggio alla nuvola secondo la prospettiva degli istituti finanziari.

Pubblicato il 25 Ott 2016

Il Finance è un settore fortemente regolamentato e condizionato dal legacy. Tuttavia, le aziende non hanno scartato a priori l’ipotesi cloud, ma stanno valutando soluzioni ibride. Alcune realtà finanziarie italiane hanno raccontato la propria esperienza durante l’Executive Dinner milanese (“Business-oriented It: architetture e modelli a supporto dell'innovazione digitale”), organizzato da ZeroUno con Fastweb e Cisco.

Di questo servizio fanno parte anche i seguenti articoli:
LO SCENARIO – IaaS, come disegnare infrastrutture agili
IL DIBATTITO – Il cloud conviene? Ecco dove e quando
Michele Rubin, It Manager di Geri Hdp

Troppa standardizzazione, poca data governance

  • Michele Rubin, It Manager di Geri Hdp si è dimostrato scettico circa l’eccessiva standardizzazione dei servizi cloud: “Lo IaaS pubblico non ci permette di arrivare in profondità rispetto ad alcuni servizi [ovvero, l’offerta non è customizzabile in base alle necessità specifiche, ndr] quanto una struttura interna virtualizzata. La soluzione potrebbe essere il cloud ibrido”.
  • Francesco Sorgato, Information System Manager di Geri Hdp

    Il collega Francesco Sorgato, Information System Manager di Geri Hdp, ha sollevato il tema della data governance: “Non si può andare in cloud se non si ha la piena padronanza sulle informazioni e la loro qualità” perché per spostare i dati bisogna mettere ordine, capire quali dati sono inutili, dove sono ubicati ecc., in un’ottica di efficienza.

Rotta sulla nuvola, ma con prudenza e compliance

  • “Abbiamo approcciato il cloud soprattutto per la componente SaaS, ottenendo numerosi benefici – ha raccontato Iacopo Salacrist, Responsabile divisione infrastrutture di Creval -. Tra le maggiori criticità, nel nostro settore c’è sicuramente la compliance”.

    Iacopo Salacrist, Responsabile divisione infrastrutture di Creval

    Salacrist ha evidenziato la necessità di skill specifici nell’abbracciare il cloud: “Occorrono nuove competenze, soprattutto in ambito contrattualistico”. Sul fronte infrastrutturale, Creval ha avviato ormai da anni un processo di virtualizzazione spinta: “Non sentiamo la necessità di una migrazione al cloud, per una questione di costi e integrazione. La nuvola pubblica è una soluzione interessante ma per i workload che sono cloud-native”.

  • Raffaele Sergio, Responsabile Infrastrutture e Telco di GE Capital

    Raffaele Sergio, Responsabile Infrastrutture e Telco di GE Capital ha sottolineato l’importanza di un approccio ponderato: “Il mondo bancario guarda con interesse al cloud, ma ci sono ancora resistenze sotto il profilo culturale e della conformità. Stiamo studiando quali aree possono trarre vantaggio dalle soluzioni cloud, secondo un approccio ibrido e graduale. Su applicazioni vecchie preferiamo l’outsourcing verso provider che tradizionalmente sono legati al contesto bancario”.

  • Sul tema della conformità ha risposto Alessandro Perrino, Business Development Senior manager di Fastweb: “La compliance è un argomento molto sentito: noi offriamo la garanzia di data center ubicati sul territorio italiano.

    Alessandro Perrino, Business Development Senior manager di Fastweb

    Abbiamo lavorato per offrire contratti semplici e in linea con le esigenze di mercato, chiarendo, ad esempio, come verranno trattati i dati anche dopo un'eventuale chiusura del contratto”.

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