Da un recente report redatto da Intel Security, su un campione di 1.200 decision maker del comparto IT di tutto mondo, è emersa l’esigenza da parte dei fornitori di educare le imprese, i governi e i consumatori in merito al reale valore del Cloud.
Il sondaggio evidenzia, infatti, che la maggioranza (77%) delle organizzazioni si fida del Cloud computing, ma solo il 13% ripone fiducia nei fornitori di Cloud pubblico per la protezione dei dati sensibili. Secondo gli esperti, simili risultati evidenziano il fatto che aumentare la fiducia e il senso di sicurezza delle aziende verso questa tecnologia (e i suoi fornitori) rappresenta un passo fondamentali per favorirne la continua adozione.
“Questa è una nuova era per i fornitori di soluzioni Cloud – ha detto Raj Samani, European chief technology officer di Intel Security – . Siamo a un punto di non ritorno: gli investimenti e l’adozione di questa tecnologia crescono tanto rapidamente quanto aumenta la fiducia nel Cloud computing e nei provider. Stiamo entrando in una fase di adozione su larga scala di questa tecnologia per supportare applicazioni e servizi critici: la questione della fiducia diventa un vero e proprio imperativo, parte integrante nella realizzazione dei vantaggi che il Cloud computing può veramente offrire”.
Crescono gli investimenti nel Cloud
L’esperienza di ognuno di noi parla chiaro e i dati emersi dall’analisi Intel lo confermano: il Cloud oggi ha già un forte impatto nella vita quotidiana di molte persone e aziende, con un numero sempre crescente di attività eseguite su dispositivi digitali che sfruttano questa tecnologia. I professionisti intervistati hanno dichiarato che, nei prossimi sedici mesi, l’80% del budget IT sarà dedicato al Cloud computing.
L’81% delle organizzazioni ha intenzione di investire in soluzioni infrastructure as a service, il 79% in security as a service, il 69% in platform as a service e il 60% in software as a service. Questo passaggio verso un’adozione sempre più massiccia del Cloud, secondo gli esperti, richiederà un aumento e una evoluzione delle competenze dei professionisti IT che lavorano nelle aziende interessate, oltre a una maggiore trasparenza volta ad aumentare il livello di fiducia di tutti gli utenti.
Sicurezza, conformità, visibilità e shadow IT
La maggioranza degli intervistati (72%) riferisce che la questione della conformità rappresenta la preoccupazione principale per tutti i tipi di implementazioni Cloud e solo il 13% ha dichiarato di non sapere se la propria azienda memorizza dati sensibili nel Cloud. L’indagine ha inoltre rilevato che meno di un quarto delle imprese è consapevole di eventuali violazioni dei dati. Proprio le violazioni dei dati più sensibili – che hanno importanti conseguenze, sia dal punto di vista finanziario sia per la reputazione aziendale – hanno reso la sicurezza delle informazioni una delle maggiori preoccupazioni per i dirigenti. Tuttavia molti intervistati hanno dichiarato che vi è ancora una forte necessità di migliorare la formazione, la consapevolezza e la comprensione dei rischi connessi alla memorizzazione di dati sensibili nel Cloud: solo un terzo ritiene infatti che i dirigenti della propria organizzazione stiano comprendendo appieno le implicazioni di sicurezza di questa tecnologia.
La mancanza di visibilità nel Cloud, dovuta al cosiddetto shadow IT, sembra sia causa di parecchie preoccupazioni nei reparti IT per quanto riguarda la sicurezza: il 58% degli intervistati dal SANS Institute durante l’analisi “Orchestrating Security in the Cloud” ha confermato che il shadow IT ha un impatto negativo sulla loro capacità di mantenere i servizi Cloud sicuri.
Cosa devono fare i fornitori?
Gli investimenti a favore della sicurezza nel Cloud variano in base al tipo di implementazione: le tecnologie più sofisticate sono utilizzate per la protezione delle e-mail (43%), per la protezione del Web (41%), per sistemi anti-malware (38%), firewall (37%), crittografia e key management (34%) e per la data loss prevention (31%).
“Il Cloud rappresenta il futuro per il business, per i governi e per i consumatori” – ha sottolineato Jim Reavis, chief executive officer della Cloud Security Alliance -. I fornitori devono garantire ai clienti la giusta formazione e tutti gli strumenti necessari, oltre a coltivare con loro forti relazioni basate sulla fiducia che permettano di proseguire lungo il cammino di adozione delle piattaforme di Coud computing”.