Malgrado l’emergere di nuovi servizi, l’outsourcing non somparirà e anzi, continuerà a crescere.
La società di ricerche Ovum prevede che il mercato globale dell’outsourcing possa crescere del 4% circa nel 2014, malgrado le sollecitazioni esercitate dalle ristrutturazioni e rinegoziazioni dei contratti. Un aspetto cruciale quando – stima Ovum – alla fine 2014 scadranno contratti per un valore totale globale di ben 146 miliardi di dollari.
Un numero crescente di imprese adotteranno l’outsourcing non per esternalizzare la soluzione delle loro problematiche IT, quanto per avvalersi dei vantaggi dei modelli più sofisticati nell’acquisizione dei servizi IT.
Secondo Thomas Reuner, principal analyst di Ovum, l’outsourcing resta uno strumento strategico per il business: “Non è previsto alcun declino, ma solo un aumento dei ‘sapori’ con cui sarà utilizzato”. Per Ovum i contratti a scadenza saranno un forte stimolo per lo sviluppo del settore, soprattutto negli Stati Uniti, mentre in Europa il mercato risulterà più volatile, con clienti impegnati a ricercare le soluzioni più vantaggiose.
La sovrapposizione con il cloud
Le nuove tecnologie, a cominciare dal cloud computing cambieranno le modalità con cui i servizi di outsourcing verranno erogati, aumentando la pressione sui profitti dei fornitori.
“La rinegoziazione e la richiesta di maggiori servizi allo stesso costo è oggi la norma – precisa Reuner -. Il cloud ha reso una commodity la gran parte dell’IT e non promette di aiutare i fornitori ad alzare i loro margini di guadagno per il futuro. La crescita del 4%, pur non spettacolare, è in ogni caso superiore ad altri settori. Vedremo apparire tipologie diverse di outsourcing, come oggi esistono differenti tipologie di cloud. Il cloud pubblico, per esempio, è un tipo di outsourcing, e sarà accompagnato da altre modalità”.
Le nuove caratteristiche dei contratti
Per Reuner, le attività IT sono state frazionate, l’infrastruttura suddivisa in modo che applicazioni e processi di business siano assegnati a gruppi di fornitori, “con il risultato che non vedremo più i mega-contratti del passato”.
Benché l’outsourcing sia stato spesso visto come un modo per tagliare i costi e risolvere problematiche tecnologiche, Reuner ritiene ci siano altri motivi per sceglierlo.
“Per ridurre i costi ci sono oggi molti altri strumenti. Viene scelto per ottimizzare i processi, migliorare servizi condivisi perché in questo modo possono avere un migliore controllo. L’attuale quadro è più complesso che in passato, gli utilizzatori non guardano più all’outsourcing come alla soluzione finale dei loro problemi”, conclude Reuner.