BARCELLONA – La versione europea dell’evento Synergy 2012 di Citrix, tenutosi recentemente a Barcellona, non ha registrato novità di prodotto epocali ma è stata l’occasione per la società di aggiornare il suo percorso d’evoluzione con diversi annunci interessanti. Sintetizzando al massimo il keynote del Ceo Mark Templeton, Citrix è proiettata nell’era post-pc, segnata dalle due grandi tendenze cloud e mobile che l’operatore intende far convergere con una propria specifica visione.
Partendo dal cloud, ha detto Templeton, “l’obiettivo di Citrix è supportare le aziende utenti in un percorso di quattro fasi: transform, build, bridge, deliver”. La prima consiste nel trasformare le applicazioni e desktop Windows in servizi cloud, da erogare poi indifferentemente a qualsiasi dispositivo. Perciò è nato il progetto Avalon, annunciato lo scorso maggio. Gli aggiornamenti su Avalon sono l’annuncio più importante di Barcellona: trasformare l’enorme varietà di applicazioni Windows, molte delle quali sviluppate in epoche in cui il concetto di cloud non esisteva, non è un’impresa da poco, per cui Citrix ‘diluirà’ Avalon in due versioni, chiamate Excalibur e Merlin, di cui per ora la società non fornisce date di disponibilità generale: “Possiamo solo dire che la tech preview di Excalibur è disponibile dal primo novembre, quella di Merlin lo sarà entro giugno 2013”, ci ha detto Steve Shah, senior director product management del Cloud Networking Group di Citrix.
I concetti base delle due release comunque sono molto interessanti, perché Excalibur fornirà un’unica console di management per XenApp e XenDesktop – un’evoluzione attesa da tempo dai clienti Citrix -, oltre alla nuova versione della tecnologia Hdx per migliorare le performance video e grafiche delle app virtuali e alla funzione Hdx EdgeSight per l’analisi di tali performance. “Merlin aggiungerà a tutto questo l’integrazione con CloudPlatform e quindi funzioni di orchestration, self-service e provisioning delle app e desktop Windows come servizi cloud – precisa Shah -: questo tra l’altro faciliterà upgrade e adozioni di nuove release, permettendo di gestire e combinare diverse versioni di XenDesktop, XenApp e Windows Server in una singola cloud ‘ibrida’ che copre qualsiasi mix di ambienti cloud privati e pubblici”.
500 cloud al giorno nascono su CloudPlatform
Per la fase ‘build’ del percorso cloud, Citrix propone CloudPlatform, versione commerciale dell’ambiente CloudStack acquisito da Cloud.com e poi affidato come open source alla Apache Software Foundation. A Barcellona Citrix ha dato alcuni dati di aggiornamento, come i 30mila membri della community open source, le 500 cloud basate su CloudPlatform che nascono ogni mese e il miliardo di dollari incassato nell’ultimo anno, mentre grandi operatori tlc come Bt, China Telecom e Ntt hanno scelto CloudPlatform come base delle proprie offerte cloud.
La terza fase del percorso cloud, quella “bridge”, è supportata da Citrix con CloudBridge, soluzione per connettere data center e private cloud di un’azienda con servizi e piattaforme cloud di terze parti. A Barcellona Citrix ha annunciato CloudBridge for Amazon Web Services (disponibile da novembre), che permetterà appunto di spostare carichi di lavoro in sicurezza e senza soluzione di continuità tra data center privati e la cloud pubblica di Amazon, nonché di usare CloudBridge come servizio cloud a consumo su Amazon. A dicembre Citrix metterà in tech preview anche una soluzione analoga per Microsoft Azure.
La quarta fase infine consiste nell’erogare (delivery) i servizi cloud agli utenti finali su qualsiasi dispositivo e qui Citrix propone la piattaforma di delivery di servizi di rete NetScaler Sdx. La novità di Barcellona è che Citrix ha aperto NetScaler Sdx al supporto di servizi di rete di terze parti: tra i primi partner ci sono tra gli altri Aruba Networks, Rsa, Trend Micro e Websense.
Mobile: tutto tranne il device
Quanto alla strategia mobile, ha spiegato Templeton, “l’intento è permettere al personale di fruire di qualsiasi combinazione di dispositivi, dati e applicazioni con una user experience di alto livello integrata e nel contempo in totale sicurezza e sotto il controllo dell’azienda”. Controllo che non copre però il dispositivo finale, il cui acquisto e manutenzione, secondo il concetto di Byod (Bring Your Own Device), è sempre più spesso delegato all’utente finale.
I pilastri dell’offerta Citrix nel mobile sono Receiver, XenClient, CloudGateway e la nuova suite Me@Work. Receiver è il client universale di Citrix, che ha raggiunto i tre miliardi di installazioni sui dispositivi più diversi e da fine Ottobre ovviamente supporta anche i tablet e notebook con Windows 8, appena uscito. L’hypervisor client XenClient aggiunge una versione per gli ultrabook, i notebook leggeri che Hp, Samsung, Asus, Sony e altri stanno proponendo da qualche mese su specifiche Intel. CloudGateway, la cui release 2 è uscita in agosto, è una console di management unificata di tutto l’ambiente mobile aziendale.
La stretta integrazione con Hdx, XenClient, Receiver, e la famiglia Me@Work, ha detto Templeton, rende CloudGateway 2 “il primo prodotto sul mercato a offrire un unico punto di controllo e provisioning identity-based per qualsiasi ‘mix’ di dati e app (mobile, web, SaaS e Windows) accessibili da qualsiasi dispositivo mobile attraverso uno store self-service”.
A proposito di Me@Work, i componenti sono GoToMeeting (videoconferencing), ShareFile (vedi sotto), Podio (team collaboration), e due nuove app mobile introdotte a Barcellona: @WorkWeb per la navigazione sicura su Internet, e @WorkMail (email, contatti e agenda). L’idea è di evitare che gli utenti gestiscano dati aziendali con app consumer. “I clienti ci hanno chiesto spesso negli ultimi anni consigli su quali app di terze parti adottare per email e navigazione web, così abbiamo pensato di svilupparle noi, e includerle gratuitamente nella licenza di CloudGateway – ci ha spiegato Gordon Payne, senior vice president Solutions di Citrix -: in generale il concetto di Me@Work è di offrire ai decisori It delle app di browser, email, file sharing, videoconferencing e collaboration che lavorino su tutti i dispositivi e piattaforme, che siano sicure, e che operino insieme in modo integrato”.
Sharefile, i dati rimangono in casa
Un altro annuncio di Citrix in ambito mobile è la disponibilità immediata di ShareFile with StorageZones. “Nel tempo libero – spiega il Ceo Mark Templeton – moltissimi si sono abituati a usare servizi come Dropbox o Google Drive per condividere file e ora tendono a usarli anche per informazioni aziendali, con rischi per l’azienda di perdita di controllo dei propri dati e di sicurezza”. L’anno scorso Citrix ha acquisito ShareFile, che offre proprio servizi di condivisione in cloud, e per rassicurare le aziende ora abbina tali servizi alle StorageZone: l’idea è di accontentare sia gli utenti finali, perché il servizio resta semplice e veloce, dato che il meccanismo di distribuzione dei file resta in cloud, sia le aziende, perché i dati in realtà risiedono fisicamente nei data center aziendali o in quelli di Citrix, a scelta. Allo scopo, Citrix propone StorageZones Connectors, soluzione on-premise per creare connessioni sicure dalla app ShareFile installata su dispositivo mobile al data center aziendale.