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La sfida di Oracle: ridefinire l’infrastruttura dei database in cloud



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Con Exadata Exascale, Oracle mette insieme prestazioni e capacità di gestire carichi di lavoro importanti con i vantaggi del cloud a costi competitivi e su qualsiasi scala.

Pubblicato il 22 lug 2024



Cloud

Ridefinire gli standard per l’infrastruttura dei database in cloud. Questa la mossa di Oracle per andare incontro al modo in cui sempre più organizzazioni gestiscono e utilizzano i dati. Nell’era dell’intelligenza artificiale aumenta il carico di lavoro e come sottolineano gli analisti di IDC, le aziende sono alla ricerca di infrastrutture dati che sfruttano al meglio dinamismo e flessibilità delle piattaforme cloud.

Oracle ha risposto a questa sfida con l’introduzione di Exadata Exascale, una soluzione che integra le già elevate prestazioni dell’architettura esistente Exadata con le caratteristiche del cloud.

Definito come un “cambiamento rivoluzionario” da Kothanda Umamageswaran, Vicepresidente Senior Exadata e Scale-Out Technologies di Oracle, durante un briefing con la stampa, Exascale non è un aggiornamento ma un’architettura dati completamente nuova con alla base l’idea di essere adatta non solo ad un numero di aziende più ampio ma anche di dimensioni più piccole.

Kothanda Umamageswaran, Vicepresidente Senior Exadata e Scale-Out Technologies di Oracle

Una “elastic-infrastructure” che consente di scalare progressivamente server di database e storage, adattando l’infrastruttura ai requisiti dei carichi di lavoro per mantenere i costi contenuti e gestire risorse in linea con le nuove esigenze del mercato.

Il nuovo approccio basato sul cloud

Con questa nuova architettura, Oracle affronta l’ambiente cloud di storage in modo diverso. Di fatto integra, oltre a una nuova modalità di pagamento, la multitenancy e la scalabilità proprie del cloud con le funzionalità chiave già presenti nell’ambiente Exadata a partire dalla capacità RDMA (Remote Direct Memory Access) per migliorare le prestazioni di accesso ai dati e l’efficienza delle query.

Nel definire questa nuova architettura dati, così ne parla Kothanda Umamageswaran: “Exadata Exascale è Exadata ripensato per un cloud multi-tenant e iperelastico, e rappresenta l’architettura futura per tutti i servizi cloud di Oracle Database. Riduce i costi dell’infrastruttura fino al 95%, e permette anche alle piccole imprese di beneficiare delle avanzate funzionalità di Oracle Exadata per i database Oracle nel cloud. Questo segna un cambio di paradigma e offre un accesso democratizzato alla tecnologia di punta di Oracle a costi sostenibili, consentendo una scalabilità flessibile e un’economia pay-per-use”.

Una gestione delle risorse che si basa su un’infrastruttura virtualizzata ottimizzata per database su pool di elaborazione e storage condivisi e distribuiti attraverso smart scan in modo da garantire query veloci, sfruttando migliaia di core della CPU.

Il modello a consumo per piccoli carichi

Una delle caratteristiche chiave su cui Oracle punta con la sua offerta è la modalità di pagamento a consumo che non ha costi calcolati per IOPS (Input/output Operations per Second), cosa, invece, abbastanza comune in altri ambienti di archiviazione cloud.

Chi beneficia della soluzione deve specificare solo il numero di ECPU (Elastic Compute Processing Unit) dei database server e la capacità di storage di cui ha bisogno. Exascale gestisce lo storage su cui sono distribuiti i database e i clienti pagano lo spazio di archiviazione di cui hanno bisogno per i loro database.

Ogni database viene distribuito su server di storage condivisi per garantire le prestazioni e non c’è la necessità di ricorrere ad allocazione aggiuntiva.

La ECPU a cui si fa riferimento sostituisce la metrica precedente, OCPU (Oracle Compute Unit), e misura i core utilizzati all’ora in modo flessibile e non legato a uno specifico hardware. Lo scopo è permettere alle aziende di adattare le risorse alle proprie esigenze e risorse senza intaccare in efficienza.

Per Oracle, la nuova soluzione può ottenere un risparmio che arriva al 95% e questo rappresenta un aspetto distintivo come sottolinea lo stesso Umamageswaran: “Vogliamo rendere accessibili a tutti prestazioni alte a un prezzo basso soprattutto ora che con l’intelligenza artificiale le esigenze del mercato riguardano carichi di lavoro più piccoli”.

Tra vantaggi e nuove capacità

A ottenere miglioramenti nelle prestazioni ci pensano anche funzionalità come AI Smart Scan, che promette ricerche di tipo vettoriale fino a 30 volte più velocemente e di eseguire migliaia di ricerche simultanee. Secondo Oracle, poi, Exadata Exascale offre maggiore throughput e minore latenza rispetto ad altri servizi cloud di database.

Kothanda Umamageswaran, nel suo intervento, ha tenuto a sottolineare come la differenze con i servizi AWS e Azure sono significative. Mentre Exadata Exascale offre una latenza IO di soli 17 microsecondi, AWS e Azure registrano una latenza di circa 1000 microsecondi. In termini di throughput, Exadata Exascale raggiunge fino a 2880 GB/secondo, mentre AWS e Azure si fermano rispettivamente a 13 e 21 GB/secondo. Numeri che per Oracle dimostrano un vantaggio competitivo in termini di prestazioni e velocità.

La sicurezza dei dati è un altro punto su cui Kothanda Umamageswaran si è soffermato parlando del sistema di replica dei dati su tre server di storage diversi per proteggerli da eventuali perdite e assicurare la continuità delle operazioni senza interruzioni in caso di guasti.

Inoltre, gli utenti possono creare istantaneamente copie complete o “thin clone” dei dati utilizzando lo storage cloud intelligente di Exascale e la tecnologia di “redirect-on-write” o reindirizzamento alla scrittura grazie ad avanzate capacità di snapshot, per rendere disponibili i dati di sviluppo, test o ripristino con la stessa scalabilità e prestazioni native dei database Exadata originali.

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