Collegare gli asset dei data center on-premise alle varie risorse distribuite nei cloud pubblici sarà la priorità assoluta per tutto il 2017 (e oltre). E questo trend vale per i decision maker europei. La percentuale di budget IT destinata al cloud aziendale passerà dal 28% di quest’anno al 34% nel 2017.
Questi e altri dati sono i risultati dell’ IT Priorities, l’ultimo sondaggio condotto dagli analisti di Computer Weekly e TechTarget.
Quello che emerge dal quadro dei ricercatori è che le imprese sono sempre più propense a sfruttare risorse off-premise e vedono nel cloud ibrido il modello di distribuzione che permetterà loro di ottenere il massimo dai loro investimenti sui data center esistenti.
Il ruolo del cloud ibrido
Il cloud ibrido rappresenta una risorsa importante soprattutto per le imprese che hanno in essere contratti di locazione con data center per ancora diversi anni, ma non vogliono perdere il risparmio sui costi e la flessibilità che il cloud pubblico potrebbe garantire loro. Per questo motivo, tutti i principali fornitori di cloud – tra cui Microsoft, Google e Amazon Web Services (AWS) – hanno trascorso gran parte del 2016 a definire le proprie strategie sul fronte del cloud aziendale ibrido. Secondo gli esperti di Gartner, il prossimo anno si registrerà un incremento delle imprese che cercheranno di gestire le risorse di cloud di pubblico, privato e ibrido provenienti da una moltitudine di fornitori, visto che gli sforzi per la trasformazione digitale in questo settore.
Gli analisti, dunque, prevedono che così come l’uso di cloud pubblico continuerà ad aumentare, cresceranno anche l’utilizzo del cloud privato (e dei servizi ospitati su cloud privati) per tutto il 2017. Il maggiore uso di molteplici fornitori di cloud pubblico, oltre a una crescita dei vari tipi di servizi cloud privati, creerà un ambiente multicloud nella maggior parte delle imprese: da ciò deriverà la necessità di coordinare l’utilizzo del cloud utilizzando scenari ibridi.
Crescono gli investimenti nel cloud
Poco più di un quarto (27,8%) degli intervistati ha potuto anticipare notizie sul prossimo budget IT, che nel 2017 rimarrà lo stesso di quest’anno o aumenterà (38,1%). E proprio il cloud, secondo gli intervistati, consumerà una quota crescente della spesa annuale. I risultati sono in linea con le previsioni degli analisti di 451 Research, i quali prevedono che la percentuale di budget IT destinata al cloud aziendale passerà dal 28% di quest’anno al 34% nel 2017.
Secondo gli esperti, i driver che maggiormente spingono verso l’adozione di questo modello sono la possibilità di pagare in base alla capacità effettivamente necessaria, la maggiore flessibilità e il migliore accesso alle risorse. Al di fuori dell’infrastruttura, il sondaggio ha rivelato che nel 2017 il software-as-a-service (SaaS) sembra destinato a essere il modello di distribuzione delle applicazioni favorito (secondo il 46,9% degli intervistati europei).
La virtualizzazione dei server nel 2017
I risultati di quest’anno sono in netto contrasto con quelli dello scorso sondaggio, che avevano indicato la virtualizzazione dei server quale priorità di investimento dei data center (in Europa e Regno Unito). Per il 2017, la virtualizzazione dei server scende al terzo posto in Europa e al sesto nel Regno Unito, dato in linea con le previsioni di Gartner secondo cui le aziende nei prossimi mesi esauriranno i loro investimenti in infrastrutture on-premise poiché avranno virtualizzato tutto il possibile.
La virtualizzazione dei server, secondo gli esperti, continua infatti a essere una tecnologia importante e ampiamente utilizzata per le imprese, ma rappresenta comunque un segmento di mercato che si sta avvicinando alla saturazione. A influenzare le decisioni concorre anche il fatto che le imprese fanno sempre più uso di server che non hanno bisogno di essere virtualizzati, grazie alla crescente popolarità di stack software-defined e iperconvergenti. Insomma, ciò che solo pochi anni fa veniva considerato l’approccio migliore per una maggiore agilità dell’infrastruttura, ora viene sorpassato da una serie di scelte infrastrutturali ancora più innovative.