Le ondate dei cambiamenti geopolitici, economici, tecnologici e sociali sono così aumentate per potenza e quantità che la maggior parte delle organizzazioni si trova alle prese con la necessità di intraprendere frequenti e profonde trasformazioni. Da ultimo ci si è messo pure lo tsunami della pandemia da virus Sars-CoV-2 ad accelerare piccole e grandi rivoluzioni nel modo di vivere, di lavorare, di innovare e di fare business. Concepito in realtà in mesi in cui la diffusione del Covid-19 non era ancora stata identificata, ma uscito proprio durante la crisi sanitaria (e conseguentemente economica) mondiale, il libro Impactful Transformation: Stories of Successful Change di Helmut Reisinger, CEO di Orange Business Services, risulta di elevata attualità e rappresenta uno strumento per riflettere su come proseguire sulla via delle trasformazioni. All’opera hanno contribuito altri 11 numeri uno di organizzazioni di diverse nazionalità, comparti, tipologie dimensionali, sia impegnate nel business, sia nel sociale. A rappresentare l’Italia l’Enel Group, con un intervento del suo amministratore delegato Francesco Starace.
L’importanza dei dati digitali non tramonterà mai
ZeroUno aveva già incontrato e intervistato Helmut Reisinger a Parigi, nel mese di ottobre 2018, in occasione di un press tour organizzato da Orange Business Services dedicato al tema del “digital data journey”. Inevitabile quindi chiedere a Reisinger se l’argomento dei dati digitali è ancora attuale o possiamo ormai darlo per scontato. “Nel corso degli ultimi 30 anni – risponde Reisinger – abbiamo conosciuto tre importanti nuove ondate. La prima è stata la globalizzazione, iniziata negli anni Novanta, alla fine dei quali ha iniziato anche ad diffondersi internet. La seconda si è verificata dopo la crisi finanziaria globale, con il boom della digitalizzazione, sia a livello business-to-business (B2B), sia nelle vite individuali. Pochi anni fa, prima del Covid-19, è emerso il tema del ‘purpose’, ossia il domandarsi quali scopi abbiamo noi come aziende, società e individui, oltre quello di ottenere profitti. Per comprendere l’importanza del tema, credo che esso vada visto all’interno di questo quadro. Io ne concludo che i dati saranno ancora più rilevanti nel mondo post Covid-19”.
Un’innovazione che abbraccia digitale e fattore umano
Saper utilizzare i dati “ci servirà per conoscere quali tipi di bisogni esprimeranno le aziende e le persone nel post Covid-19. Analizzando i dati oggi sappiamo che durante la pandemia è aumentata di sette volte la richiesta di connettività sicura (secure connectivity). È cresciuto esponenzialmente anche l’utilizzo delle videoconferenze, un fenomeno che richiede infrastrutture hyper-connected e cloud-enabled. Ma il ricorso al video ci ricorda che, oltre a essere utenti digitali, siamo esseri umani che desiderano esprimere e scambiare la loro creatività, discute, negoziare. Quello che sta accadendo conferma che avevamo ragione quando abbiamo iniziato a parlare di digital with human touch”.
Verso ecosistemi globali e aperti
Ma per effettuare trasformazioni di successo, fa notare Reisinger, nell’era della globalizzazione “bisognerà saper mobilitare tutte le forze – a partire dai team aziendali – per realizzare ecosistemi sempre più ampi e aperti. Sono d’accordo con Starace (Enel) quando, nel mio libro, scrive che ‘trasformare un business nel ventunesimo secolo significa metterlo in grado di guidare i cambiamenti futuri aprendo l’innovazione a tutto il mondo’. Noi stessi, per esempio per quanto riguarda il 5G, abbiamo aderito a un progetto di co-innovazione che abbraccia tutto il mondo e tutte le industry”.
Secondo il CEO di Orange Business Services, viviamo in un’epoca in cui dalle physical value chain si è passati alle digital value chain: aumentano gli ecosistemi in cui si può realizzare la co-innovazione e dove nessuno stakeholder è in grado di controllare tutta la filiera dall’inizio alla fine. Quale ruolo avrà Orange Business Services nel supportare i nuovi ecosistemi, o, per usare un’altra definizione utilizzata da Reisinger, le attuali e future digital value chain?
“Nel suo Magic Quadrant 2020 Network Services, Global, Gartner ci ha posizionati come il leader globale nei network business-to-business e ne siamo molto fieri. Un risultato ottenuto anche perché abbiamo un po’ di asset a nostro favore, come il network di Orange e il fatto che Orange Business Service è stata pioniera nello sposare il modello cloud e, in seguito, ha investito in modo coerente e consistente nei servizi di IT e integrazione”.
Nel 2019 Orange Business Services ha modificato il suo posizionamento ufficiale in quello di ‘network-native digital service company”. “Questa trasformazione – conclude il CEO – è stata accompagnata dalla migrazione di tutte le nostre soluzioni nel dominio digitale su un’unica piattaforma globale, il lancio del progetto SMS (Smart Mobility Services, che mira ad anticipare l’arrivo del 5G con l’abbinamento fra i servizi mobili per il B2B e le nostre capacità di integrazione), e la fedeltà alla nostra strategia ‘global vision, local care’. Un approccio che, ai tempi del Covid-19, ben s’armonizza con quello di “low touch, high care”.