“Any Cloud. One Experience” è il claim con cui NetApp ha unificato gli ultimi annunci rilasciati il 18 giugno 2019, confermando la propria visione verso un futuro sempre più ibrido (con ecosistemi It che integrano tecnologie on-prem e sulla nuvola) e multicloud (dove convivono soluzioni as-a-service di vario tipo e differente fornitore).
Durante la finale dei Digital360 Awards (4-5 luglio, Lazise, Verona), Marco Pozzoni, Country Sales Director di NetApp Italia, ha spiegato l’approccio della multinazionale attraverso un’intervista esclusiva e una presentazione alla platea dei professionisti It (oltre 150 Cio e Top Manager di prestigiose realtà italiane).
“Per concretizzare i benefici della digital transformation – ha affermato Pozzoni – le aziende devono aprirsi a un ecosistema cloud multiplo e tipicamente pubblico, ma con la possibilità di mantenere la piena governance dei propri dati, indipendentemente dalla loro fisicità e dal sistema su cui risiedono. In sostanza, le informazioni devono potere passare in maniera trasparente da una nuvola all’altra ed essere riportate all’interno dei sistemi informativi on-prem qualora necessario. Gli strumenti che mettiamo a disposizione permettono di orchestrare e movimentare i dati all’interno di ecosistemi formati da più nuvole”.
Con 25 anni di storia alle spalle e un fatturato di oltre 6 miliardi di dollari, il vendor racconta così la sua evoluzione: da pioniere dello Storage NAS (è oggi il secondo player mondiale del settore, secondo Idc) alla specializzazione sulle tecnologie flash a partire dal 2010 (secondo posto nella classifica italiana) con una forte accento su virtualizzazione e architetture software-defined, fino allo sviluppo dell’attuale approccio “edge-to-core-to-cloud” per la movimentazione del dato.
“Il nostro obiettivo – ha evidenziato Pozzoni – è garantire portabilità, sicurezza e accessibilità dei dati all’interno di un ecosistema ibrido e multicloud, indipendentemente dal provider. Infatti, abbiamo consolidato le partnership con i più grandi operatori del settore: Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud Platform, che rendono disponibili all’interno dei propri datacenter le tecnologie NetApp”.
L’azienda data-driven al cuore delle strategie NetApp
Ma da cosa sono state determinate le nuove linee strategiche del vendor? Innanzitutto dall’urgenza per qualsiasi azienda di attivare un approccio data-driven, sfruttando il potenziale dei grandi volumi di informazioni disponibili.
“Secondo Idc – ha sottolineato Pozzoni – entro il 2020, il 90% delle strategie corporate faranno esplicito riferimento al dato come asset critico aziendale. La capacità di sfruttare le informazioni, infatti, rappresenta una fondamentale leva competitiva, perché permette di creare nuovi e più efficaci modelli di business”.
Tuttavia un’indagine NetApp-Idc condotta nel 2017 a livello globale, ha rivelato che soltanto l’11% delle organizzazioni rientra nella categoria data thrivers, capaci di monetizzare il patrimonio informativo migliorando l’efficienza operativa, la capacità di acquisire nuovi clienti, i livelli di customer satisfaction.
Senza apertura all’innovazione, la prospettiva non è rosea: recenti statistiche hanno evidenziato che il 75% delle 500 aziende statunitensi incluse nel paniere Standard & Poor sparirà entro il 2027.
Le tecnologie che trainano l’innovazione
Insomma, per guadagnare competitività, le organizzazioni devono necessariamente adottare nuovi business model sull’onda delle tecnologie emergenti.
Dalla prospettiva di NetApp, i fenomeni disruptive da tenere attualmente sotto osservazione sono: intelligenza artificiale, Internet of Things, ambienti multicloud e container.
Se le applicazioni di artificial intelligence saranno il principale driver di innovazione e nasceranno direttamente nel cloud, l’IoT subirà una potente accelerazione grazie alla diffusione del 5G. Secondo Pozzoni, il nuovo standard avrà il merito non solo di rendere disponibile un’ampiezza di banda molto larga, ma soprattutto di velocizzare le comunicazioni e garantire una gestione dei dati real-time. Un altro elemento di trasformazione in ambito IoT è rappresentato dall’edge computing che renderà i sensori sempre più intelligenti e in grado di prendere decisioni.
“Le architetture multicloud – ha dichiarato Pozzoni – rappresentano l’unica strada per evolvere, restituendo la flessibilità necessaria al fine di abilitare nuovi modelli di business. Tuttavia, bisogna stare attenti al rischio di lock-in”.
L’ultimo portatore di disruption è la conteneirizzazione, che permette la portabilità estrema delle applicazioni o dei carichi di lavoro all’interno di ambienti ibridi. “La principale sfida – ha ricordato Pozzoni – sarà la necessità di orchestrare la miriade di micro-servizi che sono stati creati”.
Data Fabric a supporto dei nuovi business model
Perché le aziende possano cogliere l’immenso potenziale delle nuove tecnologie, occorre innanzitutto costruire un solido sistema di data management, coerente attraverso le varie piattaforme e agnostico rispetto ai brand.
Da quattro anni, NetApp ha sviluppato una strategia in tre punti per la gestione olistica delle informazioni. Il primo step è denominato “Inspire”: i clienti possono usufruire delle tecnologie del vendor attraverso i cloud provider, sperimentando nuove soluzioni. “Build” è il secondo pillar che permette alle aziende di costruire servizi cloud-like all’interno del proprio datacenter e guardare a nuovi modelli di business. Infine “Modernize” permette di innovare le architetture It esistenti attraverso la tecnologia flash connesse al cloud.
L’ecosistema così disegnato si riassume nel termine “Data Fabric”, l’essenza della filosofia NetApp, ovvero un’architettura e un insieme di servizi (una sorta di “tessuto connettivo”) che permettono la mobilità del dato da e verso endpoint differenti, attraverso ambienti ibridi e multicloud indipendentemente dal provider. I benefici derivanti dall’adozione di Data Fabric si riassumono in: possibilità di concretizzare le promesse del cloud; abilitare un’esperienza tipica della nuvola pubblica in ambienti on-premise; sviluppare e distribuire rapidamente nuove applicazioni; accelerare il journey verso l’artificial intelligence.