Un evento dedicato all’Intelligent Edge, un modo più esplicativo di chiamare l’Edge Computing per quello che si vorrebbe che fosse. Un paradigma di cui si sente parlare ormai da qualche anno, ma la cui implementazione su larga scala e in maniera più efficace e aperta al futuro ancora è appannaggio di poche aziende, soprattutto di grandi dimensioni e con attività e processi molto distribuiti geograficamente. Esempi delle quali (Enel, Eni, Esselunga e Snam) hanno partecipato alla tavola rotonda che si è tenuta nella seconda parte di un evento virtuale organizzato da Accenture in collaborazione con ZeroUno (vedi articolo Intelligent edge: esperienze, progetti e ostacoli da evitare).
Qual è la visione del tema Edge Computing/Intelligent Edge che ha oggi Accenture? Come si relazione a quella relativa al cloud? E come concretamente si sta muovendo, rispetto a questi paradigmi, il grande player integrator in Italia
C’è ancora molto da fare nel cloud
Valerio Romano, Accenture Intelligent Cloud & Infrastructure Lead, parte proprio dal modo in cui l’azienda si è organizzata nel nostro paese per promuovere la cultura e l’innovazione nel cloud e nell’Edge Computing. “L’Accenture Cloud Innovation Center è un centro ospitato fisicamente presso il Talent Garden di Roma dove, insieme a numerosi partner tecnologici tra cui Cisco, abbiamo messo a punto alcuni use case che possono essere visti da chi fosse interessato. Uno degli aspetti positivi di questo momento di crisi che tutti ci auguriamo possa finire e rimanere unico nella nostra storia, è la forte accelerazione che ha avuto l’adozione del cloud, di cui noi sosteniamo che l’Edge Computing sia un complemento. In questo momento l’Italia è al centro di investimenti da parte di tutti i grandi cloud provider, che hanno già inaugurato delle loro region o hanno in programma di farlo in breve tempo. La stessa Accenture ha annunciato un grande sforzo finanziario di 3 miliardi di dollari in tre anni per la creazione di Cloud First, una divisione che ha l’obiettivo di aiutare le aziende ad adottare un modello Cloud First per accelerare la transizione digitale e produrre valore su vasta scala. Questa nuova divisione include anche le competenze e le attività di ricerca e sviluppo nell’Edge Computing insieme a quelle relative a tutte le tecnologie cloud-correlate. La maggior parte delle aziende del mondo utilizza il cloud soltanto per il 20% delle loro attività. Passare all’80% o più, rapidamente e a costi contenuti, è un cambiamento enorme che richiede un modello nuovo e coraggioso”.
L’Edge Computing si integra con il cloud computing
Perché l’Edge Computing non deve essere visto in contrapposizione, ma in complementarietà con il cloud? “L’Edge Computing – spiega Romano – è una tecnologia di frontiera che avvicina le capacità di calcolo, memorizzazione e connettività alla miriade di device già connessi e destinati a moltiplicarsi con la diffusione del 5G. L’Edge Computing è un luogo in cui si crea una continuità fra la periferia e il centro, permettendo di sfruttare al meglio le nuove tecnologie, come l’Internet of Things (IoT), il Machine Learning (ML), la stampa 3D e il Digital Twin e tante altre ancora.
L’Intelligent Edge come un Cloud vicino all’End User o all’Endpoint
Maurizio Salvaderi, Managing Director, Accenture Technology, ritorna sul punto di vista secondo cui l’Edge Computing non rappresenta un approccio contrario a quello del Cloud ma complementa questo paradigma. E rafforza questa tesi con una provocazione. “Forse – sostiene – un altro nome che si potrebbe attribuire all’Intelligent Edge potrebbe essere quello di Distributed Cloud”.
L’Edge Computing nella sua più efficace concretizzazione, è anche un modo in cui i punti di forza del modello cloud si replicano su scala locale, senza però creare dei silos che rischiano di diventare non pienamente sfruttabili dal centro dell’impresa o addirittura ingestibili ed economicamente onerosi. “Che l’Edge sia un tema più vicino a noi di quanto si possa pensare – continua Salvaderi – ne abbiamo una prova nella nostra vita quotidiana, osservando quanti oggetti diventano più intelligenti e interconnessi fra loro”.
Una rivoluzione come quella dell’IP per Internet
Per sottolineare le potenzialità dell’Edge Computing, il Managing Director, Accenture Technology ricorre a un’analogia decisamente suggestiva: “L’Internet Revolution che è iniziata ormai tanti anni fa è stata favorita dall’avvento del protocollo IP, che ha permesso di disaccoppiare i servizi dalle tecnologie di trasporto. Grazie a questo disaccopiamento è diventato possibile evolvere queste ultime senza cambiare i servizi che si appoggiano su di esse. L’Edge Computing, come un Distributed Cloud, può essere un ambiente in grado di accogliere nuovi servizi e di evolvere continuamente senza che questi debbano essere necessariamente cambiati”.
Un bel modo, insomma, per salvaguardare gli investimenti che le aziende hanno fatto e permettere una rapida integrazione di quelli che faranno, con sviluppi propri o adottando novità che appariranno in modo sempre più crescente sul mercato. “L’Edge Computing consente di portare l’elaborazione sempre più vicina agli endpoint e alle applicazioni locali – afferma Salvaderi -, permettendo a quest’ultime di essere spostate dal centro senza doverle ri-sviluppare o ricompilare. Questo fa sì che si possano implementare use case locali (ad esempio di analytics) con tempi di latenza ridotti che nemmeno l’utilizzo di risorse in cloud pubblici molti vicini all’Edge possono assicurare”.
La possibilità di portare l’elaborazione più vicina possibile a ogni nuovo servizio edge sarà favorita con l’avvento del 5G. “Per quanto concerne questa tecnologia – conclude il manager di Accenture – bisogna guardare con attenzione a quanto sta avvenendo in Cina, dove grazie al fatto che le licenze 5G vengono assegnate gratuitamente, molte organizzazioni stanno già sviluppando da tempo use case di Edge Computing che sfruttano questa tecnologia”. È importante, insomma, nell’approccio al tema dell’Edge Computing, anche avere sempre sia una visione verso Est sia una verso Ovest.