Attraverso la servitizzazione del manufacturing le aziende possono ottenere una maggiore produttività, affidabilità ed efficienza, nonché una migliore capacità di rispondere alle mutevoli esigenze del mercato. Inoltre, l’utilizzo della servitizzazione può contribuire a ridurre i costi e le inefficienze nel processo produttivo, portando a una maggiore sostenibilità economica. E il cloud ha un ruolo chiave. Infatti, può fornire una base stabile per un ecosistema tecnologico complesso che consente all’azienda di erogare, controllare e migliorare il proprio servizio massimizzando il vantaggio competitivo.
Ad esempio, le aziende che producono e forniscono macchinari industriali devono garantire l’efficienza operativa e la continuità del servizio. Tuttavia, possono anche occuparsi degli interventi di manutenzione, degli aggiornamenti, del monitoraggio costante delle prestazioni del prodotto e della sostituzione dei componenti soggetti ad usura, senza che il cliente debba preoccuparsene direttamente.
Servitizzazione del manufacturing nel Cloud
In questo senso, le tecnologie di connettività e analisi dati integrate nel cloud, sono fondamentali per garantire il successo del concetto di servitizzazione del manufacturing. Aggiungendo l’intelligenza artificiale alla tecnologia cloud, le aziende possono ottenere un maggiore controllo ed efficienza sul servizio offerto.
In sintesi, la servitizzazione del manufacturing offre alle aziende di tutte le dimensioni l’opportunità di competere nel mercato globale in modo più efficace ed efficiente. Le imprese possono sfruttare l’esperienza dei loro clienti per personalizzare le soluzioni di produzione e fornire prodotti più innovativi progettati in modo specifico per soddisfare i bisogni della loro base di clientela. La servitizzazione fornisce quindi un ambiente agile e scalabile per soddisfare le esigenze di tutti i tipi di aziende.
Servitizzazione del manufacturing: Cloud e supply chain
La Quarta Rivoluzione Industriale, che vede la compenetrazione tra sistemi fisici, digitali e biologici, sta trasformando profondamente il settore del Manufacturing, sfruttando i progressi dell’Information Technology e in particolare del cloud computing.
“L’Industry 4.0 ha il merito di portare l’intelligenza a bordo macchina, mentre la precedente Rivoluzione caratterizzata dall’ingresso dell’Informatica nei processi aziendali si fermava all’utilizzo di applicazioni (per esempio, ERP, i sistemi di Enterprise Resource Planning) per organizzare la produzione e la filiera con maggiore efficacia – spiega Davide Capozzi, Director of Business Integration and Innovation di WIIT – Oggi, al fine di ottimizzare la supply chain, è possibile sfruttare le informazioni in modo ancora più intensivo, aggiungendo gli indicatori di campo che provengono direttamente dai macchinari”. Come puntualizza Capozzi, di fatto, si assiste alla creazione di un nuovo dominio dei dati che concorrono alle decisioni aziendali.
Il cloud per abilitare le iniziative dell’Industry 4.0
Da un punto di vista pratico, l’Industry 4.0 comprende una miriade di tecnologie differenti, che convergono allo scopo di mettere in comunicazione il mondo dell’informatica con la sfera delle Operations.
Qui trovano spazio le applicazioni di intelligenza artificiale, i sistemi dell’Internet Of Things e tutti gli strumenti che utilizzano massivamente i dati.
Come evidenzia Capozzi, il cloud diventa il fattore abilitante indispensabile per gestire la grande mole di informazioni che caratterizzano l’Industria 4.0 e le iniziative di supply chain optimization, mettendo a disposizione una capacità di storage e calcolo potenzialmente infinita.
“Prima era impensabile conoscere lo stato di funzionamento dei macchinari in tempo reale – chiarisce Capozzi – mentre oggi è possibile ottenere immediatamente le informazioni di dettaglio addirittura sul singolo componente. Tuttavia, il passo decisivo è processare gli enormi volumi di dati disponibili per ricavare evidenze a valore: servono algoritmi sofisticati che richiedono una potenza computazionale elevata. Il cloud fornisce una risposta a entrambe le esigenze, di raccolta e analisi delle informazioni“.
Riassumendo, il cloud permette di delegare l’archiviazione dei dati a società specializzate, che garantiscono spazi e know-how superiori rispetto alle effettive capacità di qualsiasi azienda. Inoltre, i provider possono fornire una potenza di calcolo scalabile, on demand e sempre disponibile, a supporto degli algoritmi più complessi.
“In ambito Industry 4.0 conviene appoggiarsi a un player terzo – prosegue Capozzi – con capacità di investimento superiori e competenze specializzate. WIIT si propone come partner affidabile per concretizzare le iniziative di digitalizzazione delle aziende manifatturiere”.
La servitizzazione abilitata dal cloud
A questo proposito, esemplificativo è il progetto legato all’Internet Of Things realizzato con il Gruppo Viasat, attivo a livello europeo nell’offerta di sistemi di sicurezza satellitari. All’interno di un portafoglio diversificato, l’azienda produce anche le scatole nere installate a bordo dei veicoli che forniscono alle agenzie assicurative i dati necessari all’elaborazione di contratti personalizzati per i propri clienti.
“Tutta l’elaborazione delle informazioni provenienti dalle centraline – precisa Capozzi – avviene all’interno del nostro cloud, attraverso gli algoritmi proprietari di Viasat che sono molto esigenti dal punto di vista computazionale. Il Gruppo fa business sul cloud: nonostante sia un’azienda manifatturiera, grazie alla nuvola, ha potuto generare nuovi ricavi vendendo gli insights come servizio correlato. L’unico costo sostenuto è legato all’effettivo consumo delle risorse in cloud”.
La servitizzazione, come afferma Capozzi, è un fenomeno sempre più diffuso, abilitato dai progressi del cloud computing. “Molte aziende del Manufacturing – asserisce Capozzi- stanno studiando nuovi modelli di vendita per monetizzare attraverso l’erogazione di servizi aggiuntivi. Il processo consiste nell’individuare una variabile di business rilevante per il cliente finale, che verrà associata a un metodo di pagamento. Per esempio, un produttore di macchine movimento terra potrebbe capitalizzare sui dati relativi al numero di scavate effettuate. L’indicatore, infatti, risulta di interesse per gli utilizzatori, che quindi sono disposti a pagare una tariffa a consumo aggiuntiva, contestualmente alla spesa per l’acquisto o il noleggio del macchinario”.
L’obiettivo è creare un business model profittevole, basato sulla stretta collaborazione tra cloud provider e cliente.
“Come nel caso di Viasat – conclude Capozzi – bisogna elaborare, in un contesto di Open Innovation, un modello di pricing che garantisca sia la scalabilità del servizio sia la certezza di costi e ricavi”.
Insomma, il cloud apre le porte all’immaginazione per l’offerta di nuovi servizi, ma occorre necessariamente il supporto di un partner capace di fornire non solo gli asset tecnologici, ma anche la visione strategica.
Articolo originariamente pubblicato il 11 Apr 2022