MILANO – È un momento di grande apertura e fermento, di decisioni da prendere rapidamente e di percorsi da avviare inevitabilmente: questa è la vista di Microsoft sugli ultimi anni di It transformation; alla luce di fenomeni tecnologici dirompenti, il colosso del Pc deve evolvere dal tradizionale posizionamento, guadagnando lo sguardo (e l’immagine) di innovatore.
Al motto di “Mobile first, cloud first” Satya Nadella, Ceo della multinazionale dallo scorso febbraio, ha tracciato le linee guida della nuova strategia e Andrea Cardillo, Direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia fresco di nomina, ha spiegato alla stampa nazionale come si sostanzia l’auspicato cambio di pelle.
Sotto i riflettori c’è la spinta verso la modernizzazione del datacenter in una logica di nuvola ibrida: la strategia passa sotto il nome di Cloud Os e permette l’integrazione fra ambienti virtualizzati residenti on premise, presso datacenter remoti e su Microsoft Azure, offrendo un insieme di soluzioni infrastrutturali, applicative e di produttività fruibili nativamente a servizio.
“Stiamo facendo investimenti massivi in ambito datacenter – dice Cardillo -: abbiamo completato la costruzione delle due strutture europee (Amsterdam e Dublino) e nel 2014 buona parte dei 9,5 miliardi di dollari spesi in ricerca e sviluppo sono stati stanziati per la nuvola”.
Al centro dell’architettura cloud, il colosso di Redmond mette il sistema operativo Windows Server 2012R2, fruibile in modalità on-premise ed as-a-service, che permette di virtualizzare gli ambienti It aziendali e gestire servizi su nuvola privata, pubblica ed ibrida.
Occasioni di aggiornamento
“Il 14 luglio 2015 – precisa Cardillo – terminerà il supporto di Windows Server 2003 (quasi 24 milioni di istanze nel mondo) e non verranno più rilasciati aggiornamenti. In vista di questa deadline, per le aziende si apre l’opportunità di ripensare e innovare le proprie infrastrutture in ottica cloud, scegliendo tra le molteplici alternative possibili con Windows Server 2012 R2, Azure, Office 365. Bisogna approfittare di questi momenti di aggiornamento”.
Secondo Cardillo, il cloud journey è una sfida che però va affrontata per step e in questo percorso il supporto dei vendor gioca un ruolo cruciale: “Non basta virtualizzare: per migrare verso la nuvola occorrono nuove competenze e un cambiamento organizzativo all’interno del team It. Cloud Os consente la flessibilità per un passaggio graduale al cloud: le risorse interne avranno il tempo per il reskilling, evolvendo dalle operations a nuove mansioni all’interno di ecosistemi ibridi e pubblici. È un processo che va digerito e sarà importante preparare il terreno per essere pronti alla trasformazione”.
L’integrazione con tecnologie di terze parti e open source (inimmaginabile solo fino a poco tempo fa) è tra i capisaldi della nuova Microsoft, “L’apertura al mercato rappresenta uno shift mentale di grande importanza” sottolinea Cardillo: Azure supporta oggi una varietà di soluzioni e linguaggi di programmazione, da Sap, Oracle e Ibm alle piattaforme commerciali Linux fino a MySql, Apache e Hadoop.
Sul fronte mobile, l’altro punto caldo della nuova vision, l’impegno del vendor si concretizza sull’offerta di una soluzione integrata per la gestione della mobility (identità, gestione del dispositivo, gestione delle applicazioni e dei dati) su piattaforme eterogenee (IOS, Windows, Android) e in formati diversi (Office, Pdf e così via).