Di ritorno da Las Vegas dove nei giorni scorsi per la prima volta si sono svolti in combinata due eventi clou della Casa di Redmond, Microsoft Inspire, incontro annuale con i partner, e Microsoft Ready, meeting con dipendenti a livello regionale e globale, Fabio Santini, Executive Director Partner Channel & Small, Medium, Corporate Markets di Microsoft Italia, ha incontrato la stampa per raccontare l’humus che ha nutrito le giornate americane. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per incontrare Francesca Moriani, Amministratore Delegato di Var Group, storico partner di Microsoft premiato quest’anno come Microsoft country partner of the year per l’Italia, che ha fatto parte della squadra di 168 partecipanti a Microsoft Inspire provenienti dal nostro paese.
Microsoft ritrova la propria anima
“Questo è stato per noi un anno molto interessante, non solo per i gratificanti risultati economici, ma perché siamo tornati a essere la ‘società di Windows’”, ha detto Santini, intendendo in questo modo ricordare come intorno allo storico sistema operativo, in quanto piattaforma abilitante, si sia creato l’ecosistema di partner che ha moltiplicato il giro d’affari non solo per l’azienda di Redmond ma per tutta una parte consistente dell’industria del software mondiale. I risultati 2019 meritano comunque una segnalazione dato che l’anno fiscale 2019 si è chiuso il 30 giugno con numeri da record: 125,8 miliardi di dollari di fatturato, + 14% rispetto al 2018, con un utile netto di 36,8 miliardi, +22% su base non-Gaap.
“Con il cloud siamo tornati a quella logica perché offriamo soluzioni infrastrutturali e applicative sulle quali i partner possono costruire la propria specifica offerta potendo beneficiare dell’investimento di 14,7 miliardi di dollari in R&D che Microsoft mette sul piatto per stare al passo con i trend emergenti”, ha ricordato Santini, aggiungendo: “Si pensava che il cloud avrebbe disintermediato i partner, invece si è rivelato un volano perché noi forniamo la piattaforma sulla quale devono poi essere sviluppate le applicazioni”.
Una piattaforma che si è arricchita di nuove funzionalità per Microsoft Teams, la soluzione di collaboration lanciata due anni fa e che conta 13 milioni di utenti attivi su base giornaliera, e Dynamics 365, il CRM fruibile in cloud; che vede il lancio di Azure AI Accelerate Program con l’obiettivo di aiutare i partner a sviluppare e rendere disponibili sul mercato soluzioni e funzionalità di intelligenza artificiale; con interessanti sviluppi in ambito Quantum Computing, avendo l’azienda reso disponibile su GitHub la versione open source del Microsoft Quantum Development Kit; senza dimenticare il tema della cybersecurity sul quale Microsoft è impegnata con diverse iniziative.
I partner ne traggono vantaggio, ma devono essere qualificati
“E dato che siamo tornati al concetto di piattaforma è fondamentale avere un canale competente, per questo cresce anche il nostro impegno nella formazione”, ha precisato il manager. Ma questo significa anche un impegno e un investimento da parte dei partner, come ha evidenziato Moriani, a capo di un gruppo che, con un fatturato di 343 milioni di euro (+18% 2019 su 2018), 10.000 clienti e oltre 1.900 collaboratori, è uno dei principali system integrator del nostro paese: “Il rapporto tra partner e vendor è molto cambiato in questi ultimi anni: siamo passati dall’essere un distributore di licenze a diventare un vero e proprio system integrator in grado di sviluppare insieme a Microsoft progetti di trasformazione digitale nelle 4 aree strategiche Modern Workplace, Business Applications, Data & AI, Azure & Infrastructure. Siamo in grado di offrire consulenza a 360° grazie a un team di quasi 200 persone completamente dedicate allo sviluppo di progetti/soluzioni basate su tecnologia Microsoft”.
Un impegno che si è concretizzato in tanti modi: un Laboratorio Ricerca & Sviluppo impegnato nell’esplorare i nuovi orizzonti di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale e la blockchain; la creazione di Academy “con prestigiosi partner internazionali, sviluppando percorsi formativi dedicati ai giovani neolaureati, per formarli e inserirli in azienda, e ai manager aziendali che hanno riqualificato le proprie competenze adeguandole costantemente ai nuovi trend del mercato”, ha spiegato Moriani; inoltre l’AD ha ricordato che VAR Group “sta anche integrando l’offerta del cloud di Microsoft con gli asset del proprio datacenter e l’offering delle proprie business unit per consentire una sempre più semplice e veloce transizione verso i nuovi servizi ibridi e affiancare le aziende clienti negli scenari più innovativi offerti dall’adozione del cloud (AI, Big Data, Blockchain, IoT, ecc.)”.
A rafforzare il concetto di un termine, partnership, che assume oggi un senso compiuto, Santini ha poi dichiarato: “La catena di fiducia oggi è molto diversa da qualche anno fa. Prima noi sviluppavamo il prodotto che poi veniva implementato dal partner presso il cliente. Oggi il business viene ‘depositato’ nei nostri sistemi con una responsabilità diretta da parte nostra sul business dei clienti finali”, anche se è il partner ad avere il contatto diretto con questi ultimi, la responsabilità è condivisa.
Certo, è una figura di partner diversa dal passato e quindi si è anche ampliato il bacino di riferimento, Santini ha infatti specificato che oggi Microsoft guarda al canale in tre direzioni:
- coloro che sono già partner, sostenendo e investendo su quelli che hanno le caratteristiche per interpretare il ruolo di un partner diverso rispetto al passato, aumentando le proprie competenze;
- coloro che oggi sono partner di competitor e che nel passato mai sarebbero potuti diventarlo anche per Microsoft (pensiamo all’ecosistema Oracle o SAP) e che invece oggi, con il diffondersi dell’approccio multicloud possono integrare la propria offerta di servizi con Azure;
- tutte quelle nuove aziende che già nascono sul paradigma cloud e che offrono tutta una serie di soluzioni verticali.
Microsoft torna a essere un’azienda cool
Santini ha infine posto l’accento sulla grande trasformazione portata in azienda dalla leadership di Satya Nadella: “È indicativo che nel keynote del Microsoft Ready, Satya non ci abbia parlato di tecnologie ma abbia incentrato tutto il suo intervento sulla diversity inclusion”. Il CEO di Microsoft, come ha dimostrato anche nella recente visita al nostro paese, mette infatti al primo posto negli obiettivi dell’azienda che guida quello di costruire, grazie alle tecnologie, una società più inclusiva ed equa. “Questo approccio è fondamentale e spiega anche perché attraiamo tante realtà, è una logica inclusiva che ci consente di collaborare anche con i competitor. Non è semplice perché significa pensare in un modo completamente diverso, significa, per esempio, verificare che nei nostri prodotti non si nascondano bias”, ha specificato Santini ricordando che, soprattutto in tema di intelligenza artificiale. con applicazioni tipo il riconoscimento facciale, questo pericolo sia sempre presente.
Sono obiettivi ambiziosi che non possiamo certo pensare di portare a compimento da soli, devono essere condivisi anche dai partner. Ecco perché cerchiamo partner che siano compatibili anche con questa vision”, ha concluso Santini.