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Nutanix: dopo l’infrastruttura IT, ora tocca agli ambienti multi-cloud diventare ‘invisibili’

Alla conferenza .NEXT Europe di Nizza, la casa di San José ha presentato alcuni nuovi servizi che faranno evolvere la piattaforma Enterprise Cloud, per abilitarla ad amministrare con semplicità infrastruttura e applicazioni di business nell’era IT delle molteplici nuvole

Pubblicato il 13 Nov 2017

La visione tecnologica di Nutanix, fondata su un solo sistema operativo, e su una modalità di gestione di tipo ‘One click’

NIZZA – In una fase evolutiva dell’IT in cui il processo di digitalizzazione sta raggiungendo in maniera pervasiva tutta l’infrastruttura del data center – dai server, allo storage, alla rete, alla sicurezza – la maggioranza delle imprese è ormai convinta che la digital trasformation sia un’opportunità competitiva da cogliere, come testimonia anche il crescente numero di Ceo che, ormai da quanto rilevato da numerosi studi, ha deciso di porla al centro della propria strategia corporate entro la fine di quest’anno.

Ma nel richiamare questi trend dell’IT, Dheeraj Pandey, Founder, Ceo e Chairman di Nutanix, parlando al keynote di apertura della conferenza .NEXT Europe a Nizza, sottolinea un problema ancora spesso irrisolto: per riuscire a realizzare la trasformazione digitale, il più grande ostacolo rimane, nella maggioranza dei casi, l’inadeguatezza, la complessità e la rigidità di gestione dei sistemi IT legacy esistenti, dei ‘silos’ informativi stratificati nel tempo. Ed oggi a questa priorità se ne affianca un’altra ugualmente importante, perché a dover diventare sempre più agili e ‘invisibili’, sotto il profilo della semplicità d’uso, non sono più soltanto le infrastrutture IT aziendali: traguardando il 2025, l’obiettivo di Nutanix, dopo l’infrastruttura IT legacy, è rendere ‘invisibili’ anche le molteplici nuvole a cui le aziende stanno facendo crescente ricorso per abilitare ed erogare le proprie applicazioni di business. Quindi se, da un lato, la strategia è facilitare sempre più l’adozione e la gestione delle infrastrutture iperconvergenti, all’interno del data center, dall’altro, l’impegno di Nutanix è semplificare l’implementazione e l’amministrazione degli ambienti multi-cloud, in cui nuvole private, pubbliche, ibride coesistono, s’interconnettono, interoperano.

Enterprise Cloud, nuovi servizi per lo sviluppo applicativo

ll fulcro attorno a cui ruota l’offerta tecnologica di Nutanix è la piattaforma Enterprise Cloud, che punta a portare nel data center aziendale, e quindi nel cloud privato, la medesima agilità, semplicità e convenienza di gestione dell’IT sperimentabile con l’uso del cloud pubblico, ma senza sacrificare la sicurezza, la capacità di controllo e le prestazioni, tipiche di un’infrastruttura privata. Oggi però, il passo successivo è estendere le funzionalità della piattaforma nell’universo degli ambienti IT multi-cloud, fornendo non solo gestione dell’infrastruttura, ma anche delle applicazioni, e usando diverse nuvole, chiarisce più volte Greg Smith, VP Product Marketing di Nutanix.

Dall’infrastruttura ‘invisibile’, ai cloud ‘invisibili’

Alcuni esempi di cosa ciò possa voler dire sono gli ultimi annunci tecnologici rilasciati dalla società proprio nel corso di .NEXT Europe, riguardanti l’aggiunta al sistema operativo della piattaforma Enterprise Cloud di nuovi servizi ‘developer-oriented’, indirizzati a soddisfare, sottolinea Nutanix, i particolari requisiti del crescente numero di applicazioni che le imprese devono fornire in un mondo multi-cloud: si tratta di servizi che servono ai team di sviluppo applicativo per progettare, collaudare e far girare qualunque applicazione all’interno dei cloud enterprise, e fornire velocemente applicazioni enterprise e ‘cloud-native’, accelerando il time-to-market dei nuovi progetti IT.

Tre nuovi servizi per gestire più workload e casi d’uso

Il servizio Acropolis Object Storage Service (AOSS), attualmente ancora in fase di sviluppo e disponibile nel corso del 2018, servirà a estendere le capacità di gestione dei dati del sistema operativo Acropolis Enterprise Cloud OS, includendo lo storage di oggetti (object-based storage). Questo servizio fornisce in sostanza una API compatibile con il servizio Amazon Web Services S3 (Simple Storage Service), che, all’interno di ambienti cloud privati, permetterà di raccogliere, immagazzinare e gestire miliardi di oggetti in un singolo ‘namespace’, per soddisfare i requisiti di casi d’uso in cui le applicazioni richiedono l’utilizzo di grandi dataset destrutturati, come nel caso dei progetti di analisi di big data, di applicazioni data warehouse o di implementazioni IoT (Internet of Things) dispiegate su larga scala.

La vision di Nutanix
La visione tecnologica di Nutanix, fondata su un solo sistema operativo, e su una modalità di gestione di tipo ‘One click’

Sempre nel 2018 dovrebbe essere rilasciato anche Acropolis Compute Cloud (AC2), un servizio basato sull’hypervisor AHV (Acropolis hypervisor) di Nutanix, ‘license free’ e incluso in Acropolis Enterprise Cloud OS su tutte le appliance della società. AC2 permette in sostanza ai team di sviluppo di aggiungere ai cluster Nutanix soltanto risorse di elaborazione, espandendo la capacità di computing, e scalandola verso l’alto o verso il basso, in maniera indipendente dallo storage. Anche qui l’obiettivo è abilitare i team a fornire, con la piattaforma Nutanix, applicazioni ‘CPU-intensive’, come i workload analitici distribuiti, i servizi web di front-end su larga scala, le implementazioni Citrix XenApp e le applicazioni di analisi ‘in-memory’ evolute.

Infine, il terzo servizio è Nutanix App Marketplace, che viene aggiunto a Calm, la soluzione di Nutanix per l’automazione e orchestrazione delle applicazioni in ambienti multi-cloud. Nutanix App Marketplace sarà reso disponibile quest’anno, dice Smith. Grazie all’uso di ‘blueprints’, ossia modelli, pre-integrati, validati e standard-based, il servizio permetterà alle applicazioni esistenti e nuove di essere definite – quindi sviluppate e collaudate – con rapidità, per poi essere pubblicate sul marketplace. Ciò consentirà ai team di consumare servizi applicativi in totale modalità self-service, ma non solo: l’uso di blueprint pre-integrati e validati razionalizzerà anche l’adozione di strumenti chiave infrastrutturali e di sviluppo, come Kubernetes, Hadoop, MySQL, Jenkins, Puppet.

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