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Oracle CloudWorld 2023, il futuro tra AI generativa e cloud aperto

L’ultima edizione di Oracle CloudWorld è nel segno dell’Intelligenza Artificiale. E questo anche grazie alla partnership con Microsoft Azure

Pubblicato il 26 Set 2023

Immagine di Ar_TH su Shutterstock

La Generative AI? Niente di nuovo sotto il sole. A sostenerlo è Larry Ellison, Chairman e CTO di Oracle, nonché suo fondatore. Dopo il primo keynote affidato alla CEO della società Safra Catz, che ha aperto il 19 settembre a Las Vegas Oracle CloudWorld 2023, Ellison ha spiegato perché la multinazionale abbia posto da tempo le premesse per i modelli di Intelligenza Artificiale di nuova generazione.

Nel farlo, ha replicato anche a una delle implicite domande chiave che oggi circondano ChatGPT et similia. Si tratta della più importante tecnologia di sempre? “È probabile” ha affermato, aggiungendo che a cambiare rispetto al passato semmai è la scala, la dimensione dei modelli e che “Oracle Cloud è il miglior cloud per allenare i modelli di AI generativa”.

Oracle CloudWorld 2023 Larry Ellison
Larry Ellison, Chairman e CTO di Oracle

A corredo della sua affermazione arriva la notizia della disponibilità limitata del servizio Oracle Cloud Infrastructure (OCI) Generative AI. Il nuovo servizio supporterà i Large Language Model (LLM) per aiutare le organizzazioni ad automatizzare processi aziendali end-to-end, migliorare la presa di decisioni e l’esperienza del cliente, mantenendo allo stesso tempo i dati sicuri e privati. Costruito su OCI in collaborazione con la startup canadese Cohere, il servizio OCI Generative AI consente agli utenti di integrare i sistemi LLM nelle proprie applicazioni tramite API.

Da Oracle CloudWorld 2023 gli esempi di Uber e TIM Brasil

La proposta di OCI Generative AI è resa possibile dall’architettura dei database “autonomi” ed “elastici” di Oracle che, a detta del CTO, “garantiscono il doppio della velocità nelle performance a meno della metà del costo”. Il che ha spinto nel corso degli anni diverse aziende a scegliere il marchio fondato in California nel 1977.

Alcune di queste aziende sono state al centro del discorso introduttivo di Safra Catz, che ha invitato sul palco del Venetian Convention and Expo Center, dove si è svolta l’edizione 2023 di Oracle CloudWorld, imprese note anche al pubblico italiano, tra cui Uber e TIM Brasil. Il CEO di Uber, Dara Khosrowshahi, ha raccontato in che modo la partnership con Oracle stia modificando lo stesso modello di business dell’azienda che fornisce servizi di trasporto. “Ogni mese, oltre 3.500 marchi utilizzano Uber Direct per gestire milioni di consegne locali nello stesso giorno. Insieme a Oracle possiamo rendere più facile che mai per i retailer sfruttare la consegna on-demand e anche i resi per soddisfare i consumatori, ottimizzare la logistica e alla fine aumentare la fedeltà e le vendite” ha evidenziato Khosrowshahi.

Uber ospite a Oracle CloudWorld 2023
Safra Catz, CEO di Oracle, e Dara Khosrowshahi, CEO di Uber

Per quanto riguarda TIM Brasil, il suo Chief Technology Information Officer, Leonardo Capdeville, si è soffermato sul percorso di migrazione verso il cloud intrapreso insieme a Oracle che sta convertendo la telco che conta su 62 milioni clienti in “un’organizzazione molto più orientata ai dati”. Un percorso che oggi può essere ulteriormente favorito dalla collaborazione di Oracle con Microsoft Azure.

Oracle Database@Azure, la partnership con Microsoft

L’annuncio della partnership è stato ufficializzato qualche giorno prima del CloudWorld 2023 dalle due società in maniera congiunta. Il progetto si chiama Oracle Database@Azure e punta a offrire un accesso diretto ai servizi di database Oracle disponibili su OCI e implementati nei data center di Microsoft Azure. Satya Nadella, Presidente e CEO di Microsoft, in occasione dell’annuncio, ha sottolineato: “Abbiamo l’opportunità concreta di aiutare le imprese a portare le loro applicazioni mission-critical nel cloud, in modo che possano trasformare ogni parte del loro business con la prossima generazione di AI. La nostra partnership ancor più estesa con Oracle farà di Microsoft Azure l’unico altro cloud provider a rendere disponibili i servizi di database di Oracle e aiuterà i nostri clienti a dare il via a una nuova ondata di innovazione alimentata dal cloud.”

Parole confermate da Ellison che, nel ricordare che la maggior parte delle organizzazioni sono propense ormai a utilizzare ambienti multicloud, ha dichiarato che “Microsoft e Oracle hanno lavorato insieme per facilitare i clienti nel connettere i servizi Azure con la più recente tecnologia Oracle Database. Collocando i sistemi hardware Oracle Exadata nei data center di Azure, i clienti potranno sperimentare le migliori prestazioni possibili in termini di database e networking”. L’evento di Las Vegas è stata la vetrina per illustrare i tanti ambiti (marketing, vendite, risorse umane ecc.) e gli svariati settori (healthcare, manifatturiero, retail e così via) in cui la partnership potrà trovare concreta applicazione.

Verso un cloud aperto che combini differenti servizi

I vantaggi attesi dovrebbero focalizzarsi su prestazioni, scala e disponibilità dei carichi di lavoro, compresi – manco a dirlo – i servizi di Intelligenza Artificiale di Azure OpenAI. Oracle Database@Azure, quindi, dovrebbe accelerare la migrazione al cloud di molte più organizzazioni, semplificando i rispettivi journey di modernizzazione infrastrutturale e applicativa.

Prima ancora, la ratio dell’iniziativa è quella di rispondere alle sfide delle aziende che adottano architetture multicloud, tra cui la gestione disgiunta, tool isolati e un processo di acquisto farraginoso. In sostanza l’alleanza fa leva su quella che Larry Ellison ha definito “una grande idea: che il cloud diventi aperto e non un giardino murato”. In tal senso, “tutti i cloud dovrebbero essere aperti e connessi così da rendere più facile combinare differenti servizi e differenti cloud”.

Sebbene il Chairman rivendichi che Oracle abbia più region degli altri hyperscaler, è solo dalla cooperazione tra provider che può prendere effettivamente vita la “grande idea” di un cloud aperto. È in questa direzione che si possono abbattere steccati e competizioni che danneggiano poi le aziende che intendono spostarsi sulla “nuvola”. Questa è la ragione per cui nel 2023 fa un salto di qualità l’avvicinamento tra le due big tech iniziato nel 2019, quando era stata siglata l’interoperabilità tra Azure e Oracle Cloud. Adesso si assiste a un ulteriore passo avanti, cioè a un’esperienza completamente integrata nell’implementazione, la gestione e l’utilizzo di istanze di database Oracle all’interno del cloud di Microsoft.

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