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Oracle preme l’acceleratore sull’AI



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In occasione della tappa milanese del CloudWorld Tour, l’azienda ha annunciato strategia e nuovi servizi che sfruttano a fondo l’AI generativa (e non)

Pubblicato il 25 mar 2024

Marco Schiaffino

Direttore ZeroUno



oracle

Guai a considerarle semplici buzzword: cloud e AI rappresentano i due punti cardinali su cui le aziende si stanno muovendo per innovare e rafforzare il loro business. La conferma, se ce ne fosse bisogno, arriva dal Oracle CloudWorld Tour, l’evento dell’azienda statunitense che lo scorso 21 marzo ha toccato Milano, una delle 8 città scelte da Oracle per il suo evento nel 2024.

Dai keynote in sessione plenaria e dalle sessioni parallele le indicazioni emerse sul presente e prossimo futuro dell’IT sono estremamente chiare e tratteggiano un panorama in cui l’automazione e la pervasività dell’intelligenza artificiale emergono con prepotenza.

Innovare in una logica di servizio

Il primo segnale che emerge è il superamento della fase di semplice fascinazione per le tecnologie emergenti, che negli ultimi anni hanno attirato l’attenzione delle aziende in maniera piuttosto astratta, arrivando al momento della concretezza. Per dirlo con le parole di Doug Khering, Executive Vice President di Oracle: “Non conta solo la tecnologia che hai, ma come la usi”. Declinato sul tema dell’AI, il ragionamento finisce inevitabilmente per portare a concentrarsi su dati e processi, che secondo Khering rappresentano le vere fondamenta su cui costruire i servizi. “La qualità dell’intelligenza artificiale dipende dalla qualità dei dati che vengono utilizzati” ha scandito il manager di Oracle in apertura del suo keynote, sottolineando poi come si debba adattare l’AI ai processi e alle caratteristiche peculiari di ogni singola azienda.

La ricaduta pratica è rappresentata dagli Oracle Customer Success Services (CSS), un ecosistema che Oracle mette a disposizione delle aziende e che prevede un’integrazione con i team di sviluppo per affiancarle in tutte le fasi di innovazione, dalla pianificazione all’implementazione e gestione operativa. CSS, spiega Khering, fa leva su più di 13.000 esperti a livello globale, attivi in 105 paesi.

Cloud come fattore abilitante

Nello scenario descritto da Oracle, l’AI si posiziona come un elemento trasversale a tutti i sistemi, con una premessa determinante: la possibilità di sfruttare un ambiente che attinga ampiamente a soluzioni cloud. Il binomio emerge già nella testimonianza di Marco Barioni di Reale Group, che ha descritto gli sforzi legati alla migrazione verso il cloud dei sistemi del gruppo assicurativo. Un processo, a detta dello stesso Barioni, tutt’altro che banale a causa del settore in cui il gruppo opera.

A incidere sono soprattutto le normative (GDPR e DORA) che impongono accorgimenti specifici, come la conservazione dei dati sul territorio nazionale. Un fil rouge, quello della disponibilità di infrastrutture cloud “a norma”, che porta direttamente all’intervento di Paolo Trevisan, Chief Information and Technology Officer del Polo Strategico Nazionale. Il manager del PSN ha approfittato del suo intervento per fare il punto sull’implementazione a livello infrastrutturale che sta interessando, in primo luogo, la Pubblica Amministrazione del nostro Paese.

All’interno di un quadro decisamente positivo per quanto riguarda il processo di messa in opera del PSN, all’interno del quale spicca la messa in campo di una region del PSN basata su Oracle Alloy, l’intervento di Trevisan sottolinea però alcuni aspetti che la PA italiana dovrà affrontare con una certa urgenza, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza e, in particolare, alla necessità di assimilare concetti come quelli della shared responsibility.

L’onnipresenza dell’AI nelle Fusion Applications

La reale portata dell’intelligenza artificiale emerge nell’intervento di Chirs Leone, Executive Vice President di Oracle, al quale è stato riservato il compito di annunciare una serie di servizi dell’azienda che vanno a completare l’attuale offerta caratterizzandosi per uno spiccato orientamento all’automazione.

Se l’hype per l’AI generativa non cala certo di intensità, la carrellata sulle applicazioni Oracle che utilizzano funzionalità di “intelligenza artificiale classica” conferma quale sia l’attuale impatto di questa “vecchia” tecnologia sul mondo del business. Da Supply Chain Management, passando per EPM for Sustainability e Smart Operations, le applicazioni proposte da Oracle introducono elementi di AI (generativa e non) che attraversano qualsiasi aspetto della gestione del business.

Gli scenari tratteggiati permettono anche di comprendere l’impatto che la tecnologia può avere nella pratica. Se si guarda a Smart Operations, il connubio tra intelligenza artificiale “tradizionale” e AI generativa crea un contesto in cui qualsiasi impiegato può usufruire di un’assistenza costante nella sua attività, declinata attraverso istruzioni “step by step” (per esempio in ambito manutenzione) o in un’elaborazione degli insight (in ambito supervisione) che permettono di ottimizzarne la produttività.

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