Ad aprire i lavori al 12° Forum It organizzato dalla società di comunicazioni Grandangolo, quest’anno è Alessandro Peruzzo, presidente di Peruzzo Multimedia, società che distribuirà in Italia Doubletrace ePe, una suite software pensata per liberare i sistemi It aziendali da contenuti illegali e indesiderati. “Il mercato della sicurezza è in evoluzione costante – ha esordito Peruzzo -, motivo per cui periodicamente ci impegniamo nella ricerca di società e soluzioni tecnologiche innovative e ‘di frontiera’, facendo uno scouting mirato e molto selezionato. È così che nel ’98 abbiamo ‘scovato’ Panda Security (di cui Peruzzo è amministratore unico per l’Italia), ed è così che al Cebit di quest’anno abbiamo selezionato Doubletrace, azienda svedese specializzata nello sviluppo di software dedicato all’anti-pirateria e all’information security management”.
Ma è sul tema del cloud computing che si è focalizzato il Forum di Grandangolo con gli interventi successivi, a partire da quello di Romeo Scaccabarozzi, presidente di Axiante, società di consulenza applicativa, secondo il quale lo scenario attuale è di grande incertezza e, soprattutto a livello di cloud pubblica, manca ancora “la focalizzazione sulle applicazioni di valore per le aziende. Il cloud computing, oggi, è ancora in fase pioneristica – osserva Scaccabarozzi -, ci vuole tempo perché si possa arrivare all’adozione di massa. Ciò che ancora manca è l’offerta applicativa, soprattutto di soluzioni core business”.
Parla di “crescita esponenziale dei dati, numero crescente di dispositivi connessi a Internet (contestualmente alla decrescita dell’uso dei Pc), virtualizzazione (con crescita del virtual desktop e della virtualizzazione delle applicazioni”, Paolo Lossa, Regional manager di Brocade, società che sviluppa soluzioni di networking, per descrivere i trend che portano le aziende a “doversi” trasformare in una “virtual enterprise”, realtà, cioè, nelle quali informazioni e dati di business sono disponibili ovunque, indipendentemente da dove ci si trova. “La distribuzione dei data center su scala globale, distanti dai device con i quali si accede alle risorse, e la grande opportunità offerta dal cloud computing di rendere disponibili tali risorse in modo dinamico e flessibile, di fatto, aprono non poche criticità a livello di network”, osserva Lossa. “Criticità che Brocade sta indirizzando con l’architettura CloudPlex, con una roadmap attraverso la quale intendiamo, nei prossimi 5 anni, predisporre l’architettura tecnologica di networking abilitante il cloud computing”.
E sul concetto di “trasformazione” che coinvolge tutti gli attori, dalle aziende utenti ai player It di qualsiasi natura (vendor, system integrator, service provider, consulenti e società di servizi professionali, ecc.), Giuseppe Belardinelli, amministratore delegato di Mauden, system integrator specializzato in progetti e servizi per i data center, spende la metafora della nebbia: “Il cloud non è certo una moda, ma una vera rivoluzione – dice -. Tuttavia, l’attuale casistica di tutto ciò che dovrebbe essere considerato cloud mi fa ritenere di essere in mezzo a una fitta nebbia, invece che nelle nuvole”. Ma la considerazione è tutt’altro che negativa, significa che le opportunità sono ancora tutte da giocare, “soprattutto nelle grandi organizzazioni, dove il processo di trasformazione verso il cloud si scontra con problemi di natura organizzativa, da un lato, e di sicurezza, dall’altro”, osserva Belardinelli. “In questo momento, infatti, le grandi realtà ragionano, più che altro, su progetti di private cloud con l’obiettivo di disegnare architetture virtualizzate e automatizzate abilitanti l’erogazione di applicazioni sotto forma di servizio”.
Testimone diretta della trasformazione che coinvolge tutti gli attori, Piera Loche, managing director di Zycko Italy, Var di prodotti e soluzioni It, che parla di nuovo “modus operandi” dell’azienda: “Nell’attuale fase di sviluppo del cloud, risulta di fondamentale importanza il processo di ‘scolarizzazione’ delle nuove tecnologie; per noi questo significa non solo concentrarci sulla formazione e l’affiancamento dei partner di canale ma anche collaborare attivamente con loro (e con i vendor It) per analizzare e meglio comprendere le esigenze dei clienti, cosa che in questa significativa rivoluzione non è affatto banale”.
Anche Domenico Fusco, direttore vendite Italia di Panda Security, società che si definisce da diverso tempo “the Cloud Security company”, parla di stretta collaborazione con i partner presentando Panda Cloud Office Protection che prevede anche una modalità di gestione tramite Web Console Isp, dedicata agli Internet Service Provider (completamente basata sul cloud, la protezione viene fornita come servizio in modalità SaaS).
Spetta ad Albert Zammar, regional sales manager di Riverbed Technology Italia, Grecia, Cipro e Malta (società che offre soluzioni di Wan optimization), chiudere i lavori del dodicesimo Forum It. Zammar conferma la tendenza delle aziende a procedere, in questa fase di trasformazione iniziale, attraverso la costruzione di cloud private; tendenza confermata dai progetti che oggi sta gestendo Riverbed Technology orientate “all’ottimizzazione delle Wan per avere migliori prestazioni sull’intera rete, accelerando il traffico dati anche a distanze notevoli, nell’ottica di facilitare la realizzazione di cloud private senza costosi investimenti per aumentare la banda”. E dato che lo scenario più plausibile per il futuro sarà quello delle cloud ibride, Riverbed ha annunciato la collaborazione con Akamai Technologies, società attiva nell’ottimizzazione delle applicazioni in modalità cloud. “Questa partnership prevede lo sviluppo di una soluzione congiunta per l’accelerazione delle applicazioni per le reti cloud ibride, con una combinazione di Internet e Wan optimization”, conclude Zammar.