“Capacità liquida” per Pmi, professionisti e amministrazioni pubbliche

È la proposta di Clouditalia, una realtà nata dalle ceneri di Eutelia. in occasione della festa per i suoi primi 100 giorni la società ha presentato il progetto Clouditalia Startup e l’offerta dei suoi servizi cloud, che vanno dall’infrastruttura al Business Process.

Pubblicato il 13 Nov 2012

Il 20 settembre scorso Clouditalia ha festeggiato i primi cento giorni dalla sua nascita, lo scorso giugno, a partire dall’acquisizione di un ramo di azienda di Eutelia, società che nonostante l’efficienza tecnica era fallita a causa di una pessima gestione. La nuova azienda è stata risanata dai debiti grazie a significativi investimenti (circa 100 milioni di euro) da parte della nuova proprietà: il 10% delle quote societarie appartengono ai manager mentre il restante 90% a un fondo di private equity lussemburghese gestito a sua volta dalla finanziaria J. Hirsch & Co e composto da famiglie imprenditoriali italiane e banche internazionali. I suoi asset di partenza sono 240 dipendenti, una rete di telecomunicazione con 14.000 km di fibra ottica su tutto il territorio nazionale, sedi ad Arezzo (head quarter), Roma, Torino, Milano, Padova e Napoli e una presenza commerciale in 600 punti grazie a una rete di business partner.

La conferenza stampa congiunta con le istituzioni locali, alla presenza, fra gli altri, del sindaco del Comune di Arezzo, Giuseppe Fanfani, dell’assessore all’Innovazione Marco Donati, del Presidente del Polo Digitale Aretino, Luca Trombetti e delle associazioni imprenditoriali, è stata anche l’occasione per presentare l’iniziativa “Clouditalia Startup”, un progetto di accelerazione per startup e idee imprenditoriali innovative, sul solco delle recenti iniziative del governo a favore delle nuove imprese. L’azienda offrirà ai progetti selezionati ospitalità nella propria sede di Arezzo, connettività a larga banda, infrastrutture tecnologiche all’avanguardia, supporto nella messa a punto di nuovi processi e accesso al marketplace dei propri clienti, mentre il Polo Digitale Aretino contribuirà con servizi di assistenza, affiancamento e tutoraggio per i giovani imprenditori.

Un’infrastruttura realmente virtuale

Come il nome stesso evidenzia, Clouditalia punta all’offerta di telecomunicazione e servizi in ottica cloud: l’obiettivo è di triplicare il fatturato attuale per raggiungere nuovamente quello realizzato da Eutelia pochi anni fa (circa 100 milioni) e conquistare almeno 30mila clienti, fra aziende e professionisti, che rappresentano il target principale, con il conseguente incremento occupazionale. Da giugno i dipendenti diretti sono già aumentai di una decina di unità.

Mark De Simone, Ceo Clouditalia

“Il nostro modello prevede di erogare servizi alle Pmi, ai professionisti e alle amministrazioni locali garantendo anche la parte infrastrutturale”, ha spiegato a ZeroUno l’amministratore delegato Mark De Simone, a margine della conferenza stampa. L’idea è offrire ai clienti quella che de Simone definisce “capacità liquida”, ossia una gestione completa dei processi aziendali basata su un’infrastruttura personalizzata, compreso uno vero servizio di disaster recovery (ad oggi inesistente, a suo parere, per le Pmi italiane). Per realizzare questi obiettivi sono stati investiti oltre 7 milioni di euro per la realizzazione di due innovativi data center ad Arezzo e a Roma, sviluppati in tempi record (da giugno a fine agosto). Oggi Clouditalia mette a disposizione dei clienti “un’architettura realmente virtuale in grado di offrire grande elasticità grazie a tecnologie di partner come Cisco, Italtel, Netapp, VMware – spiega il Ceo di Clouditalia -. In spazi relativamente piccoli si concentrano mille terabyte di disco, 12 terabyte di ram e decine di migliaia di server virtuali”.

La vecchia informatica è morta, viva il cloud

Per sottolineare meglio quale sia la novità dell’approccio Clouditalia, de Simone premette che la crisi dell’informatica tradizionale basata negli ultimi quarant’anni sul binomio pacchetti software e server per gestire i processi aziendali, è irreversibile a causa, soprattutto, di costi non più sostenibili.

“Il rapporto fra i costi dell’asset (server e licenze software) e il costo per adattare il software ai processi aziendali è almeno 1 a 10”, ricorda De Simone, sottolineando che, nonostante la spesa, il risultato ottenuto crea una rigidità non accettabile in un mondo che viaggia ormai alla velocità di Internet. Non è dunque un caso se la domanda di software as a service (SaaS) stia crescendo in modo dirompente in tutto il mondo. “Un esempio viene da aziende come Sales.com che cresce al 36%, mentre chi vende licenze sta decrescendo e i fornitori di server hanno in pratica smesso di venderli”, dice de Simone, sostenendo che il modello su cui si è appoggiato il software negli ultimi decenni è ormai morto.

L’offerta di Clouditalia punta dunque a superarlo con una proposta che va dai servizi infrastrutturali ai processi aziendali che possono essere pensati e “scritti” anche da non informatici, e che viene sintetizzata nella nuova “Business Platform As a Service”.

Il nuovo modello va incontro alle esigenze dell’informatica aziendale e del Cio che ha in cima alla lista la riduzione dei costi, a partire dall’eliminazione dei server che comportano un capex enorme e scarsa flessibilità.

Un ecosistema che vede il canale protagonista

Parte integrante del modello adottato da Clouditalia è “la centralità assegnata a canali e agenti pienamente coinvolti nell’erogazione del valore e non dietro le quinte di un grande operatore di telecomunicazioni”, aggiunge De Simone. Si tratta in pratica di un patto win to win con il canale, protagonista sia della vendita sia della delivery, che “viene salvato” dall’attuale crisi che non gli consente di sopravvivere per la riduzione dei margini e la mancanza di denaro circolante.

I partner stanno crescendo: erano 100 a giugno, 200 a settembre e si prevede arriveranno almeno a 300 entro l’anno. Si va da agenti di telefonia (che si stanno specializzando nell’infrastruttura) a società che vendono software e sistemi con competenze specifiche per i professionisti come ad esempio i commercialisti, che possono a loro volta diventare service provider per i loro clienti.

Certo il passaggio sarà in ogni caso graduale soprattutto per le medie imprese. Chi ha infrastruttura propria difficilmente decide da un momento all’altro di portare tutto sulla nuvola. L’offerta di Clouditalia risponde innanzitutto all’esigenza del Cio di sviluppare nuovi progetti in assenza di budget. “Noi gli facciamo scoprire che con qualche centinaio di euro al mese si possono fare tante cose”, sottolinea de Simone. Ne consegue il confronto con i costi sostenuti per i processi gestiti internamente e l’apertura alla possibilità di utilizzare anche per quelli una logica cloud.

Fra i successi nell’acquisizione di nuovi clienti non vi sono solo Pmi, ma anche grandi aziende come Nuovo Pignone (General Electric), a cui Clouditalia fornirà le proprie soluzioni nell’headquarter mondiale della divisione Oil&Gas basato a Firenze, Kelyan, Renault Italia, Idrocentro, Amiacque, Reconsult.

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